Ritorno al futuro.
Ciò che oggi viene spacciato come una necessaria e naturale evoluzione è in realtà un dogma che ci proietta verso il passato.
«E perché non tornare all’epoca precedente Hobbes? Il medioevo aveva un’umanità ben più ricca, e una pluri-identità che oggi può servire da modello. Il medioevo è bellissimo: sa avere suoi centri decisionali, senza affidarsi interamente a nessuno. E’ al di là della parentesi dello Stato nazionale. Anche oggi, come allora, riemergono nelle nostre società i nomadi. Anche oggi abbiamo poteri senza territori su cui piantare bandiere. Senza sovranità non avremo il totalitarismo. La democrazia non ha bisogno di sovrani».
Giuliano Amato
Nel basso medioevo sono i mercanti che creano le leggi per se stessi.
Quella che va sotto il nome di “Lex mercatoria” è un insieme di regole non scritte basate sulla consuetudine.
Non esistendo ancora un concetto di Stato non è una vera e propria legislazione ma un codice comportamentale che nasce per tutelare gli interessi di una cerchia ristretta e non quelli della collettività.
La “Serenissima” stabilisce pesi e misure con una magistratura (ovviamente modesta, ma ricoperta da nobili e quindi molto redditizia) che ha il compito di controllarne il rispetto.
Tra il periodo della “Lex mercatoria” e quello odierno della globalizzazione c’è l’età moderna. Lo Stato nazione (o moderno) nasce quando i francesi, stanchi delle guerre di religione, restaurano la monarchia. Nel Rinascimento si comincia a parlare di Stato e di “ragion di Stato” (Machiavelli). Sul finire del 1800 lo Stato provvede alla sicurezza sociale (si pensi alla legislazione introdotta da Bismarck), con norme di protezione di lavoro e vecchiaia.
Con l’avvento del costituzionalismo assistiamo alla trasformazione del ruolo della sovranità, da potere illimitato, al servizio delle oligarchie dominanti le Nazioni, a quello di tutela dei diritti fondamentali pluriclasse.
Oggi ci si dimentica del senso molto concreto del consequenziale ruolo di questa “nuova sovranità democratica” nella comunità internazionale che si manifesta in una “sovranità aperta” alle organizzazioni internazionali, che promuovano la pace e la giustizia tra le Nazioni. Si confondono, volutamente o ingenuamente, i nazionalismi negatori della altrui pari dignità con i nazionalismi che pongono tali pari dignità dichiaratamente in termini di “giustizia” da perseguire nella comunità internazionale.
È triste constatare che, grazie a questo “equivoco”, alla conseguente delegittimazione di queste istituzioni democratiche corrisponde anche il tramonto delle rispettive tradizioni economiche.
La “Lex mercatoria”, apparsa nel medioevo, viene oggi riproposta superando le barriere statali.
Il confronto, in effetti, è molto suggestivo e calzante anche se le differenze di proporzioni tra i due fenomeni sono enormi: la comunità finanziaria dei giorni nostri è in grado di muovere capitali enormi e di “ordire” finanche la distruzione del tessuto industriale di un intero paese senza colpo ferire.
La pace interna all’Europa, considerata come un traguardo da raggiungere anche a costo di cedere la propria sovranità democratica, non ha fatto però alcun progresso.
Sono anzi fortemente peggiorate le relazioni di stima e cooperazione a causa della forzatura di regole (proprie di un organizzazione limitatrice della sovranità) improntate alla competizione commerciale reciproca ed alla imposizione di politiche fiscali ed economiche operate nell’interesse degli Stati-membri creditori. Tali politiche hanno dato luogo a sprezzanti rapporti gerarchizzati che sono l’esatto contrario della pace e della giustizia fra le Nazioni.
La Storia ci ha condotto alle Patrie, allo Stato sociale e alle Costituzioni perché ci son state le guerre e non viceversa come oggi si vuole far credere.
Il modo migliore per evitare una guerra non può essere quello di arrendersi favorendo gli “altrui” interessi in tutti i modi possibili e immaginabili fino ad auto flagellarsi con pretesti auto razzisti.
È bello guardarsi indietro e non capire, o far finta di non capire, cosa abbia potuto portare all’affermarsi dei totalitarismi e all’esplosione della violenza. Ora possiamo solo continuare a non condividerlo mentre purtroppo capire come sia stato possibile diventerà sempre più facile… sarà sufficiente aprire gli occhi.
Risvegliamoci, liberiamoci e ritorniamo al futuro.
“Il medioevo è bellissimo: sa avere suoi centri decisionali,
senza affidarsi interamente a nessuno.” Bisognerebbe
ricordare a questo pazzo che i “centri decisionali del
Medioevo”, come li chiama lui, non erano affatto
democratici come non lo sono gli odierni “poteri senza
territori su cui piantare le bandiere” da lui evocati.
Mi piacerebbe sapere poi chi sarebbero questi “nomadi”
che “stanno riemergendo”, i rom o i manager alla
“Marchionne”? Per quanto riguarda la sovranità,
concluderei ricordando al nostro fantapolitologo che,
nella Divina Commedia, i traditori della Patria sono
confinati nel nono girone dell’inferno. Appena prima di
Lucifero.