Bidelli e idraulici
In un recente spot andato in onda con una certa insistenza sui canali RAI, l'Agenzia delle Entrate di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Presidenza del Consiglio hanno tentato di convincerci che veniamo tassati per il nostro bene, che più diamo allo Stato, più ci verrà restituito. “Se tutti pagano le tasse, le tasse ripagano tutti. In servizi” recitava il messaggio. Ma per ConfContribuenti questa è pubblicità ingannevole ed ha segnalato l’illecito all’AGCOM. Nella segnalazione si puntualizza come sia la maggioranza parlamentare eletta coi voti di una parte minoritaria del paese a decidere chi può attingere alle risorse raccolte attraverso l’imposizione fiscale.[1]
Uno degli esempi più recenti riguarda il salvataggio della Monte dei Paschi con i soldi dell'IMU: 3,9 miliardi di euro passati dalle tasche di noi contribuenti a quelle della banca per volere del governo e certamente non di noi cittadini, che in cambio di quel salvataggio non riceveremo alcun servizio.[2]
Se il pagamento delle tasse è un dovere di ogni cittadino, “oltre il 35 per cento di aliquota, l’evasione fiscale è legittima difesa”[3] tuona il Fatto Quotidiano, riprendendo il pensiero espresso da Berlusconi qualche anno addietro. Secondo Bortolussi della CGIA di Mestre “Se la pressione fiscale diminuisse in tempi ragionevoli di 3-4 punti percentuali, l’entità dell’evasione potrebbe ridursi di quasi la metà.”[4]
Nella vulgata popolare gli evasori contro cui si scaglia l'Agenzia delle Entrate sono i commercianti e gli artigiani. Ma come stanno veramente le cose? Sempre secondo la CGIA lavoratori autonomi e piccole imprese evadono 6 miliardi di euro su un computo totale di 316. Insomma neanche il 2%. Le principali cause di evasione sono il sommerso (200mld) e l'economia criminale (100mld). Perchè quindi prendersela con l'idraulico o il salumiere?
D'altronde non sono le uniche categorie a dover subire le ire della montante aggressività sociale, troppo spesso veicolata da messaggi mediatici o semplice disinformazione. La critica (fin qui più che sensata) mossa da ConfContribuenti assume in seguito toni da perfetto proclama neoliberista quando denuncia il “debito creato da un apparato pubblico sprecone” che rovina quel “mercato libero della domanda e dell’offerta”. [1]
Arriviamo così all'annoso e spinoso problema dei dipendenti pubblici, colpevoli di succhiare importanti risorse che altrimenti sarebbero utilizzate per altri benefici scopi e creando così le basi per quell'irritazione sociale che da diversi anni ha come bersaglio i dipendenti pubblici stessi. Grillo poi, con una nonchalance che lascia esterrefatti, parla di un blocco di cittadinanza unito dalla comune volontà di mantenere lo status quo. Tale blocco è composto “da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili, dagli evasori, dalla immane cerchia di chi vive di politica attraverso municipalizzate, concessionarie e partecipate dallo Stato”.[5]
Eccoli qui, avvinghiati in un abbraccio mortale, i veri responsabili delle disgrazie attuali: dipendenti pubblici ed evasori. Cioè idraulici, salumieri e bidelli. Questo pensiero è così trasversale da non conoscere barriere. Ragion di Stato (ovvero Agenzia delle Entrate) e critici della Ragion di Stato uniti nell'identificare i veri responsabili di ciò che alcuni mesi fa fu definito da Squinzi (Confindustria) come “mattanza sociale”: non le banche, non i rentiers, non un sistema politico che favorisce i grossi gruppi industriali permettendo loro di muoversi liberamente anche dopo che lo Stato ha offerto così tanti benefici da potere vantare diritti di proprietà, ma bidelli ed idraulici. Se Marchionne delocalizza nell'Est, dove gli stipendi sono una frazione di quelli italiani, la colpa è tutta loro. Poco importa che (secondo Cossiga) lo Stato Italiano abbia pagato quattro (4) volte la FIAT e sia quindi da considerarsi di proprietà dello Stato a tutti gli effetti. Se vengono lasciati a casa migliaia di lavoratori, e la crisi occupazionale colpisce migliaia di famiglie la colpa è sicuramente dei bidelli, dei salumieri e degli idraulici rei, secondo Grillo, di volere “mantenere lo status quo”. Ovvero l'incontrastato dominio delle elites sui popoli, cioè il “mercato libero della domanda e dell’offerta”.
Grillo denuncia con veemenza: “Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile” [5]. L'ultima versione della flessibilità prevede pensioni precarie, oltre a stipendi precari. Nel nome di quella sostenibilità che salva ogni banca e condanna ogni lavoratore, anche ex.
Se la propaganda contro i lavoratori autonomi ha il senso di fuorviare l'attenzione dalle vere storture (il 50% circa delle grandi società di capitali italiane dichiara per più anni redditi negativi o pari a zero), l'incessante serie di attacchi ai dipendenti pubblici vuole eliminare l'ultima sacca di lavoratori a tempo indeterminato e relative garanzie contrattuali e normative. Nel nome della flessibilità, elemento essenziale (questo si) per il mantenimento dello status quo. Per quanto misera possa essere la paga di un professore di liceo risulta sempre migliore di quella di un laureato che lavora in un call center. La precarietà lavorativa diventa così l'alibi ideale per il perfetto crimine sociale: chi non è precario sta esibendo quella sicurezza lavorativa e salariale che risulta inaccettabile per gli standard attuali. Tutti i lavoratori, secondo i diktat del neoliberismo imperante, devono essere precari, sottopagati e ricattabili: questa è la vera flessibilità.
Chiunque si sottragga a questa semplice legge del lavoro del nuovo millennio è colpevole di atteggiamenti moralmente abbietti: la maggior parte dei dipendenti statali “vuole mantenere lo status quo, mantenendo lo stesso potere d'acquisto” denuncia Grillo. Ma sarà poi vero?
Prendiamo ad esempio gli insegnanti: stipendi (tra i più bassi di Europa) bloccati da 5 anni, un ulteriore blocco dei contratti e degli scatti di anzianità fino al 2017, un potere d’acquisto che si è contratto per circa 6mila euro. Al punto che sono già chiamati i Nuovi Proletari. A questo c'è da aggiungere che tutti gli insegnanti delle scuole medie e superiori subiranno un aumento di 4 o 6 ore in più di lavoro per lo stesso stipendio, fatto che porterà a un risparmio di 180 milioni di euro.[6] Che serviranno sicuramente a generare nuovi servizi. Bancari, s'intende.
[1]http://www.daw-blog.com/2011/09/22/spot-evasione-fiscale-denunciata-lagenzia-delle-entrate-e-pubblicita-ingannevole/
[2]http://www.ilgiornale.it/news/interni/e-monti-usa-i-soldi-dellimu-salvare-banca-rossa-878386.html
[3]http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/16/i-ridicoli-spot-contro-levasione-fiscale/151365/
[4]http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/05/evasione-fiscale-italia-cgia-mestre.shtml
[5]http://www.beppegrillo.it/2013/02/gli_italiani_non_votano_mai_a_caso.html
[6]http://www.famigliacristiana.it/articolo/insegnanti-i-nuovi-proletari.aspx
Grande articolo, da diffondere! Ci voleva un po' di chiarezza.
Ottimo articolo che condivido quasi in toto. Non completamente perchè l'autore si dimentica di una cosa: nel passaggio Lira-Euro i salumieri e gli idraulici hanno (di loro iniziativa e senza alcun controllo statale) fatto il cambio 1 euro= 1 000 Lire raddoppiando di fatto prezzi e fatture, ai danni del bidello che invece ha visto trasformato il suo stipendio in euro al cambio di 1 936,27 Lire. Quanto ci hanno guadagnato, almeno fino allo scoppio della crisi del 2008?
Sicuramente la mancanza di adeguati controlli (che ci furono in altri Stati) unita ad una difficoltà nel dare il giusto valore a banconote con così pochi zeri ha giocato un ruolo fondamentale nei primi anni dell'euro.
Ma quegli anni sono passati ed i "nemici" di allora, grazie alla compressione verso il basso attuata dalle politiche elitiste, si rivelano essere oggi molto più in difficoltà di quanto lo fossero i dipendenti di allora.
Se in quegli anni un sodalizio tra quelle categorie di lavoratori era semplicemente irrealizzabile a causa del divario di interessi esistente, oggi un avvicinamento di queste classi di lavoratori diventa possibile, per non dire ineluttabile. E tale sodalizio rappresenta una possibilità reale di combattere il parassitismo finanziario che sta attualmente rovinando i popoli europei e non solo.
Insomma aveva senso combattere contro il rapporto 1€=1000 lire allora, ma oggi tutto questo non esiste più: il capitalismo si è inventato qualcosa che non arricchisce più alcun ceto, ed è bene tenerne conto.
Certo, oggi chi ci guadagna sono solo i rentiers, i banchieri "creativi", la Casta e i suoi boiardi. Noto però che (seppur meno di prima) il bidello continua a votare PD, il salumiere e l'idraulico a votare Lega o PdL. Credo che la tragi-commedia dell'Italia sia tutta qui.
Non ho notato quello che dici. Ho invece notato che l'astensionismo ha raggiunto picchi impressionanti per chiunque ancora dia un significato positivo alla democrazia. Le ultime amministrative hanno avuto percentuali di votanti attorno al 25% se non meno. Erano bidelli, salumieri o boiardi quelli erano andati a votare?
Caro Tonguessy, ormai è chiaro che l'Italia non è più una democrazia da un bel pezzo. Il punto è che all'oligarchia che ci (mal)governa la percentuale di votanti interessa poco, così come interessa pochissimo la riforma del porcellum. Al limite, meno gente va a votare meglio è per Lorsignori, basta che vengano mantenute le rispettive percentuali che permettano al governo del Partito Unico di continuare a vivacchiare, tra un'annunciata riforma epocale ed un futuro taglio delle tasse. Il pareggio di bilancio inserito in Costituzione non è che la premessa del suo lento, progressivo smantellamento per una Carta più snella, più moderna, più conforme al Mercato:in una parola, meno Komunista. Solo così il Paese potrà riprendere a crescere… Questo è ciò che dicono e diranno i media nei prossimi mesi e anni a venire. A meno che il M5S da solo o con qualcun altro (improbabile, a sentire Casaleggio) non raggiunga il 51% alle prossime elezioni, ma tu pensi che accadrà? Io no.
Un mio collega mi ha appena raccontato della nuova gestione del panificio sotto casa sua. Oggi quel panificio (contrariamente a pochi mesi fa, sotto la vecchia gestione) è sempre pieno di gente per l'alta qualità del pane che viene venduto. Con farina Kamut, con pasta madre, con manitoba e via dicendo.
La mia impressione è che gli italiani non siano (solo) quella mandria di ovini che taluni affermano essere. Quando se ne presenta l'opportunità sanno scegliere. Il vero problema è la mancanza di offerte adeguate, ed il proliferare di offerte che nascondono la fregatura. Sicuramente il M5S è stata un'innovazione nel panorama politico italiano dominato dal Partito Unico. Non so se basti, la mia impressione è che non voglia affrontare a viso aperto la permanenza nella UE, fatto che mi ha consigliato di non votarlo.
Il mio quindi è stato un non-voto, un'astensione. Sono stato in buona compagnia, perchè se non ci piace il pane che viene sfornato è nostro diritto rifiutarlo. Al di la del peso elettorale che questo può avere, è importante il senso politico di delegittimare questa sconclusionata ed arraffona classe politica: oggi il primo partito nazionale è quello degli astensionisti, con il suo bel 25%. Grillo ha il 25% dei votanti (75%), non degli aventi diritto (100%). Ma le regole del gioco sono tali da favorire solo chi rappresenta questa sconclusionata democrazia. Che non sa fare di meglio che continuare a favorire le potenti lobbies europeiste, dimenticandosi cosa significa coinvolgere i cittadini nelle scelte (vedi Valsusa). Lorisgnori stanno tirando un po' troppo la corda, e quando si spezzerà non si dovranno lamentare.