Odio partigiano
Muovo da una citazione tratta dal film Un giorno da leoni, 1961, regia di Nanni Loy:
EDOARDO (il partigiano): “Tu sei lo studente?”
DANILO (giovane aggregato): “Si”
EDOARDO: “Università?”
DANILO: “Ingegneria”
EDOARDO: “Come ti chiami?”
DANILO: “Danilo”
EDOARDO: “Tu li odi i tedeschi?”
DANILO, con viso confuso: “Non lo so”
EDOARDO: “E’ difficile rispondere eh! Io si, io li odio. Odio i tedeschi e i fascisti. Ma per me è più facile. Sai io ho avuto tanto tempo per pensarci su. Ci sono stati degli anni in cui non avevo altro da fare:pensarci su e imparare a odiare” (in prigione). E sorridendo: “E alla fine ci sono anche riuscito. Sai è che per combatterli è necessario odiarli. Dicono che odiare sia sbagliato ma io non ci credo,perché so che adesso la cosa che conta di più è proprio combatterli. Sei d’accordo Dario?”
DANILO: sorridendo: “Sono d’accordo”.
EDOARDO: Ma tu non ti chiami mica Dario vero?”
DANILO: “Danilo”.
EDOARDO: “L’avrei giurato.Vedi io sbaglio sempre i nomi”.
Chi dobbiamo odiare noi sovranisti?
Non certo i tedeschi o la Germania o la classe dirigente tedesca che ha fatto il proprio interesse nella composizione di classe e ideologica data. Nemmeno dobbiamo odiare i milioni di italiani che ancora credono nell’inganno unionista. Essi si limitano ad esprimere un consenso passivo e il nostro impegno politico nei prossimi anni – potrebbe trattarsi di un decennio – deve essere volto a conquistare questo consenso passivo.
Dobbiamo odiare:
a) i principi fissati nei Trattati europei e i (dis)valori che esprimono;
b) i pochi Italiani che hanno fatto parte della elite che ha progettato i Trattati e il metodo del dispotismo illuminato da essi teorizzato;
c) la classe dirigente italiana che ha introdotto i Trattati europei e quella attuale che li difende;
d) politici e intelettuali che credono nell’europeismo, nell’unionismo, nel cosmopolitismo, nel globalismo, nell’alleanza perenne con gli Stati Uniti; insomma i politici e gli intelettuali antipatriottici e traditori della Costituzione Italiana.
Dobbiamo odiare il nuovo partito fascista. Un partito non democratico che ha una visione feudale e reazionaria della società e del mondo del lavoro. Un partito succube della chiesa e collaborazionista con le potenze straniere contro gli Italiani. Un partito nazionalista, come il partito fascista, che però ha sostituito l’Italia con l’Unione Europea dei banchieri e delle multinazionali. Dobbiamo odiare il PD, il partito demolitore.
L’affermazione “potrebbe trattarsi di un decennio” equivale a dire mai. Capisco l’artificio per dissimulare una sostanziale impotenza di adesso ma (i) è deprimente esattamente come gli artifici retorici dei nostri parlamentari e (ii) non possono farsi previsioni su un decennio.
Voglio sperare che altri eventi scuotano prima questo torpore in cui gli italiani (e gli altri europei) sono impantanati, ma questo lo diranno i fatti.
Giovanni, siamo nel 1929, nel 1936, nel 1941, nel 1945 o nel 1948?
A mio avviso non lo possiamo sapere, dunque potrebbe trattarsi di un decennio o magari di un quinquennio. Non credo che serva meno tempo. Il Giappone ha avuto un pil stabile, senza crescita né decrescita, dal 2005 al 2011 (un anno il pil saliva un po’ e l’anno dopo indietreggiava un po’). Se capitasse anche a noi, non avremmo ulteriori condizioni esterne che ci spingano a cambiare. Servirebbe la generazione di una volontà del popolo.