I Cervi – la sinistra e i sovranisti: due opposte commemorazioni
“La storia della mia famiglia non è straordinaria. E’ la storia del popolo italiano, combattente e forte…
Da noi trovate famiglie unite come le dita di una mano. E sono unite perché hanno una religione, il rispetto dei padri, l’amore alla vita, al progresso, alla scienza, alla Patria. E noi contadini emiliani amiamo soprattutto la Patria e il progresso, così non si ha paura di morire…
Don Pasquino (Borghi: ndr) era un prete giovane, di idee moderne e Patriota: “… ed è dovere di ogni sacerdote assecondare quei fratelli che difendono l’Italia”.
Io vi dico che presto questi muri cadranno e i tormentatori del popolo prenderanno il posto dei tormentati. E noi torneremo alle nostre case, a ricostruire l’Italia” (Alcide Cervi, I miei sette figli)
I fratelli Cervi sono stati eroi Italiani e non eroi del partito comunista: patrioti comunisti ma prima di tutto patrioti. Non sono stati certamente eroi “di sinistra”.
Eppure oggi verranno ricordati così da politici e musicisti di sinistra:
Cosa hanno da spartire i Cervi, il mondo contadino, cooperativo e socialista di allora, il patriottismo di Alcide, la profonda fede cattolica di Genoeffa, l’esempio luminoso di questa famiglia tradizionale, con il presidente del parlamento di quell’Unione Europea che ha per scopo di distruggere l’Italia, con l’eurodeputato traditore ed eurista affamatore, e con il presidente del Parlamento italiano che difende continuamente ed esclusivamente gli stranieri e le famiglie non tradizionali, offendendo i cittadini e non pronunciando mai una parola in difesa della famiglia tradizionale? Traditori che festeggiano patrioti, ecco cosa sono. Falsificano e fingono il culto con tamarraggine (“dj set della liberazione: Mark Bee e Keemani“), finanziati e sponsorizzati dalla Coop, economicamente legata ormai anche al globaista George Soros, il quale è stato di recente definito da Marco Pedroni, presidente di coop Italia, “paladino di un capitalismo più responsabile“.
Noi sovranisti, invece, onoriamo i Cervi invitando a leggere la poesia di Salvatore Quasimodo, Ai fratelli Cervi, alla loro Italia, a vedere la puntata de La storia siamo noi dedicata ai Cervi e a cantare Compagni Fratelli Cervi, canzone che li raffigura all’assalto con “il vessilo tricolore” mentre lottano “per il tuo popolo fedel“.
AI FRATELLI CERVI, ALLA LORO ITALIA
In tutta la terra ridono uomini vili,
principi, poeti, che ripetono il mondo
in sogni, saggi di malizia e ladri
di sapienza. Anche nella mia patria ridono
sulla pietà, sul cuore paziente, la solitaria
malinconia dei poveri. E la mia terra è bella
d’uomini e d’alberi, di martirio, di figure
di pietra e di dolore, d’antiche meditazioni.
Gli stranieri vi battono con dita di mercanti
il petto dei santi, le reliquie d’amore,
bevono vino e incenso alla forte luna
delle rive su chitarre di re accordano
canti di vulcani. Da anni e anni
vi entrano in armi, scivolano dalle valli
lungo le pianure con gli animali e i fiumi.
Nella notte dolcissima Polifemo piange
qui ancora il suo occhio spento da navigante
dell’isola lontana. E il ramo d’ulivo è sempre ardente.
Anche qui dividono in sogni la natura,
vestono la morte e ridono i nemici
familiari. Alcuni erano con me nel tempo
dei versi d’amore e solitudine nei confusi
dolori di lente macine e di lacrime.
Nel mio cuore finì la loro storia
quando caddero gli alberi e le mura
tra furie e lamenti fraterni nella città lombarda.
Ma io scrivo ancora parole d’amore,
e anche questa è una lettera d’amore
alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi
non alle sette stelle dell’orsa: ai sette emiliani
dei campi. Avevano nel cuore pochi libri,
morirono tirando dadi d’amore nel silenzio.
Non sapevano soldati filosofi poeti
di questo umanesimo di razza contadina.
L’amore la morte in una fossa di nebbia appena fonda.
Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore,
non per memoria, ma per i giorni che strisciano
tardi di storia, rapidi di macchie di sangue.
Salvatore Quasimodo
La storia siamo noi: I fratelli Cervi – un padre e i suoi figli
Compagni fratelli Cervi
Una risposta
[…] patriottica appunto, dei Fratelli Cervi, rispetto alle celebrazioni comuniste e di sinistra: https://appelloalpopolo.it/?p=13436 e un secondo articolo nel quale cito il colonnello Graziani, che, scrivendo a Mussolini nel giugno […]