Simone Weil: L'ubbidienza
L’ubbidienza è un bisogno vitale dell’anima umana.
E’ di due tipi: ubbidienza a regole prestabilite e ubbidienza a esseri umani riconosciuti come capi. Presuppone il consenso non ad ogni singolo ordine ricevuto, ma un consenso stabilito una volta per tutte, con la sola riserva delle esigenze della coscienza, quando sia il caso.
Occorre sia riconosciuto dalla generalità, e soprattutto dai capi, che il consenso, e non la paura della punizione o l’esca della ricompensa, costituisce in realtà la molla principale dell’ubbidienza, di modo che nella sottomissione non vi sia mai sospetto di servilismo.
Occorre anche si sappia che coloro che comandano sanno, da parte loro, ubbidire; e occorre che tutta la gerarchia sia orientata verso uno scopo il cui valore, e persino la grandezza, siano sentiti da tutti, dal primo fino all’ultimo.
Essendo l’ubbidienza un nutrimento necessario all’anima, chiunque ne sia definitivamente privo è malato. E così ogni collettività, retta da un capo sovrano che non debba render conto a nessuno, si trova fra le mani di un malato.
Perciò, là dove un uomo presiede a vita l’organizzazione sociale, occorre che egli sia un simbolo, e non un capo, come nel caso del re d’Inghilterra; occorre inoltre che le convenzioni limitino la sua libertà più strettamente di ogni altro uomo del popolo. In questo modo, i capi effettivi, nonostante che siano capi, sottostanno a qualcuno; e d’altra parte, possono, senza che la continuità sia spezzata, essere sostituiti e quindi ricevere ognuno la propria indispensabile parte di ubbidienza.
Quelli che sottomettono masse umane con la costrizione e la crudeltà le privano simultaneamente di due vitali nutrimenti, cioè della libertà e dell’ubbidienza; perché queste masse non sono più in grado di accordare il loro consenso interiore all’autorità che subiscono.
Quelli che favoriscono uno stato di cose dove l’esca del guadagno sia il movente principale tolgono agli uomini l’ubbidienza; perché il consenso, che ne è il principio, non è cosa che si possa vendere.
Mille indizi dimostrano che gli uomini della nostra epoca erano da un gran tempo affamati di ubbidienza. Ma ci si è approfittati di loro; ed hanno avuto la schiavitù.
[Da La prima radice. Preludio ad una dichiarazione dei doveri verso l’essere umano, trad. it. di Franco Fortini, SE, 1990; ed. or. 1949]
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