Grecia: Rebus sic stantibus
L’arte politica e quella diplomatica impongono alla propaganda di compiere una narrazione non sempre veritiera. Questa dinamica è amplificata a dismisura nell’era in cui viviamo, dove il bombardamento di notizie assorda l’informato, stordendolo e non facendogli capire quale sia il reale gioco delle parti.
Al rumore dell’”informazione” va quindi preferito il silenzio delle fonti ufficiali.
Il “caso Grecia”, ormai sulla bocca di tutti, ha come protagonisti, da una parte il governo della Rebubblica della Grecia, guidato da Alexis Tsipras e dall’altra le seguenti istituzioni sovranazionali:
- la Commissione Europea guidata Jean Claude Juncker;
- la Banca Centrale Europea (BCE) guidata da Mario Draghi;
- il Fondo Monetario Internazionale (FMI) diretto da Christine Lagarde;
- il MES (ESM – European Stability Mechanism) presieduto da Jeroen Dijsselbloem, in quanto Presidente dell’Eurogruppo;
- il Consiglio dell’Unione Europea a prossima guida semestrale Lussemburghese
Avendo ora a mente quali siano i protagonisti della vicenda, cerchiamo di chiarire quali siano gli argomenti in discussione fra le parti, qualificando però fin da subito la questione come una TRATTATIVA il cui esclusivo oggetto è il COME arrivare ad un obiettivo, che invece è condiviso da tutte le parti in causa, nessuna esclusa.
Appare quindi utile sgombrare subito il campo dalla prima distorsione propagandistica: non è in discussione l’uscita della Grecia dall’Unione Europea e tantomeno dall’Euro.
Quanto appena affermato, oltre che evidente dal programma elettorale con cui Tsipras ha vinto le ultime elezioni politiche in Grecia, è messo nero su bianco dal Capo di Governo Greco in un documento ufficiale datato 28/06/2015, indirizzato ad una delle Istituzioni di cui al sopracitato elenco. Documento nel quale si possono leggere le seguenti parole: “Inoltre, il referendum riguarda solo la proposta delle istituzioni e non solleva né direttamente né indirettamente la questione dell’appartenenza della Grecia all’Unione monetaria, che il governo greco non mette assolutamente in discussione.”
Sul referendum ci torneremo più avanti.
Non è un dettaglio di poco conto il fatto che la volontà del Governo Greco sia espressa nel voler continuare a far parte della Unione Europea, perché se esiste una norma che permette ad uno Stato dell’Unione Europea di recedere dall’UE stessa (art.50 TUE), non esiste invece una norma speculare che permette ad uno o a più Stati membri di cacciare uno Stato dalla UE. Se quindi la Grecia non vuole uscire dalla UE, alla luce dei trattati europei nessuno la può cacciare.
Chiarito questo punto cruciale torniamo all’oggetto della TRATTATIVA che abbiamo escluso trattarsi avere ad oggetto la permanenza della Grecia nell’UE e nell’Euro.
La Trattativa tra il Governo Greco e le “Istituzioni”, così come denominate nelle epistole ufficiali, ha ad oggetto la concessione di un prestito a favore della Repubblica di Grecia, quale controprestazione di una serie di riforme legislative che la Repubblica di Grecia stessa deve attuare in una serie di ambiti che vanno dal sistema fiscale a quello pensionistico, quale garanzia, a sentir dire le “Istituzioni”, di effettivo risanamento dei conti pubblici Greci e che permetta quindi il buon esito del piano di prestiti eventualmente concesso.
In realtà più che di concessione si tratta di rinnovo del prestito, a suo tempo già erogato e ora in scadenza, anzi, al momento in cui si scrive scaduto, dato che il 30/06/2015 la Grecia non ha onorato gli 1.55 miliardi di euro dovuti al FMI.
Posto che neanche il quantum del debito sia oggetto di controversia, rimane quale esclusiva materia della trattativa tra la Grecia e le Istituzioni il tema delle riforme da fare. Ed è infatti su questo argomento che vertono gli atti ufficiali scambiati tra il governo Greco di Tsipras e le varie Istituzioni.
Con la lettera del 30/06/2015 indirizzata a Jeroen Dijsselbloem presidente del MES e dell’Eurogruppo, Tsipras chiede una dilazione di 2 anni al Fondo MES per quanto dovuto alla stessa dalla Grecia.
Con la lettera del 30/06/2015 indirizzata Jean Claude Juncker, Mario Draghi e Christine Lagarde, alla Troika quindi, Tsipras effettua una controproposta sui termini di applicazione delle riforme così come avanzati nella “list of Prior Actions of the Staff Level Agreement” così come pubblicata sul sito della Commissione Europea il 28 giugno 2015.
Con la riunione dell’Eurogruppo del 01/07/2015, si è deciso di non dare seguito alla proposta di Tsipras e di congelare i negoziati fino a dopo l’esito del referendum del 5 luglio 2015 nelle more indetto da Tsipras in Grecia dopo l’Eurogruppo del 27/06/2015.
Ora possiamo tornare al referendum.
Su cosa verte il quesito referendario?
Anche qui occorre sgombrare il campo da un’altra distorsione propagandistica: il quesito referendario non riguarda il recesso della Grecia dall’Unione Europea, né tantomeno l’abbandono della moneta unica.
Il quesito referendario chiede ai greci di esprimersi sul negoziato tra Grecia e Istituzioni e più in particolare chiede ai greci di scegliere tra accettare (NAI) o rifiutare (OXI) “la proposta sottoposta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale all’Eurogruppo del 25 giugno 2015, composta da due parti che insieme costituiscono la loro proposta complessiva?. Il primo documento è intitolato ‘Riforme per il completamento dell’attuale programma ed oltre’ ed il secondo ‘Analisi preliminare per la sostenibilità del debito’”
Questi sono i fatti nudi e crudi al netto della propaganda e della contropropaganda che al momento tutti i governi degli Stati che contano nel mondo e che sono coinvolti direttamente o indirettamente nel caso greco, stanno attuando tramite le televisioni e i giornali.
Per chi sa leggere la realtà nessuna altra considerazione è dovuta, se non quella che senza recesso dalla Unione Europea non può esserci libertà, democrazia e prosperità per il martoriato popolo greco, che ahimè deve ancora partorire una classe dirigente matura per questa coraggiosa scelta politica.
Andrea Franceschelli
Complimenti per la ricostruzione esemplare della vicenda. Fatti, documenti, atti. Nessuno spazio per la soggettività.