"Riconquistare la politica monetaria" o "fuori dall'euro"?
Non è forse ora di dire chiaramente che vogliamo riconquistare il potere di disciplinare e amministrare l’emissione e la circolazione della moneta, ossia “riconquistare la politica monetaria”, anziché continuare a ripetere lo slogan “fuori dall’euro”?
Messa così la questione, soltanto un anti-taliano può dire “sono contrario”, perché l’unico argomento adducibile contro la riconquista della politica monetaria è la convinzione che non siamo capaci di disciplinare e amministrare l’immissione e la circolazione della moneta o che comunque le autorità della burocrazia unionista sono più brave di noi (ma la disciplina e l’amministrazione non dipendono soltanto da scelte tecniche, bensì soprattutto da scelte politiche).
Inoltre, sarebbe più agevole spiegare che l'”euro” è una moneta immessa soltanto dalla banche, mentre noi vogliamo tornare ad affiancare alla immissione da parte delle banche anche una certa immissione di moneta da parte dello Stato, immissione che ha una tradizione secolare. Infatti, lo Stato italiano beneficiava di uno scoperto sull conto corrente di tesoreria aperto presso la Banca d’Italia, fino al 100% delle spese di competenza dal 1936 al 1947 (prima non so; né so che uso fece il regime di questo potere), fino 15% dal 1947 al 1962 e fino 14% dal 1963 fino al 1992. E’ vero che questa moneta doveva essere restituita alla banca centrale (e annullata; non si creda con gli ingenui che la Banca d’Italia incassasse il capitale “creato”) ma il tasso di interesse era fissato all’1% dalla legge, ossia dallo Stato “debitore”, e le spese di conto corrente erano modestissime e forfettarie. Questa disciplina fu vigente qualunque fosse il tasso di inflazione (a inflazione 6 lo Stato prendeva 100, ridava 101, che però avevano ormai il valore di circa 95). Tuttavia, la legge potrebbe tranquillamente prevedere che il 2% l’anno di moneta “prestata” dalla banca centrale non deve essere restituita (non è debito); si tratterebbe di una forma ancora più intensa di diretta creazione di moneta da parte dello Stato. L’economia pubblica che avemmo sarebbe stata impensabile senza la forma di finanziamento sopra riassunta, che nella sostanza era “creazione” di moneta da parte dello Stato.
Commenti recenti