I due avversari ideologici
di STEFANO D’ANDREA (ARS Abruzzo; Università di Perugia)
Globalisti
La contraddizione fondamentale del nostro tempo è sovranisti/globalisti
Se ciò è vero, ne deriva che tutti i globalisti (quindi tutti gli unionisti, federalisti o meno), di destra, di centrodestra, di centro, di centrosinistra e di sinistra sono avversari dei sovranisti. Tutti in egual modo, fino a quando resteranno globalisti.
Al contrario, i sovranisti democratici e repubblicani che si riconosconano nella Costituzione – veramente e non per finta e quindi ne facciano una bandiera, perché non si torna ad una astratta sovranità ma al concreto potere sovrano di attuare la Costituzione – possono essere alleati per i prossimi quindici o venti anni, eventualmente militando in formazioni diverse, mettendo da parte o mediando sui temi estranei al sovranismo. Poi tra venti anni, sconfitti definitivamente i globalisti, ci si dividerà sulla attuazione progressiva o moderata della Costituzione economica.
La riconquista della sovranità è il presupposto logico e storico che consentirà di ridare effettivo valore alla distinzione destra, centrodestra, centro, centrosinistra, sinistra.
Esterofili
Capisco i patrioti che reputano opportuno instaurare migliori rapporti con la Russia, anche se, francamente, anticipano i tempi, parlano in astratto e oscurano i problemi primi, concreti e reali, direi vitali; ma coloro che sono innamorati della Russia o che parlano sistematicamente di Russia o sperano continuamente nella Russia proprio non li capisco. Sono l’ennesima categoria di esterofili. I nostri nemici sono i globalisti e gli esterofili: tutti i globalisti e tutti gli esterofili.
Dal punto di vista teorico sono d’accordo, ma mi lascia perplesso questa questione dell'”esterofilia”.
Io, personalmente, vedo in Putin un elemento di stabilizzazione della situazione geopolitica, ed ovviamente non sono così fesso da credere che lo faccia Gratis et amore Dei.
Non per questo, ovvero per aver sostenuto (con qualche problema anche personale) che sto dalla parte del Donbass, e che l’Italia dovrebbe essere libera di tessere le sue relazioni legittime e sovrane con la Russia, mi sento particolarmente esterofilo.
Poi, direi di separare la questione politica (in senso lato) dalla questione degli interessi culturali, che in effetti possono portare a forme di “amore” (anche se mi sembra un termine abbastanza impegnativo) verso la cultura studiata.
Ho una cara amica che è innamorata della lingua e della letteratura giapponese (come darle torto?) ed ha anche passato lunghi periodi in quella nazione.
Non credo però che sia esterofila, perché manca un pezzo: amore per una cultura straniera unito però al disprezzo per la propria.
Il vero esterofilo coerente, per dire, è Bobbio con la sua esaltazione di modelli altri.