I "valori" dell'Occidente
di MARIO GIAMBELLI (ARS Pavia)
Quando sento affermare, dai patetici “espertoni” che infestano i media, che si è trattato di un attacco ai valori dell’Occidente, mi si rivolta lo stomaco. L’unico “valore dell’occidente”, da trent’anni a questa parte, è la difesa della “stabilità monetaria”, in nome della quale i veri valori della nostra civiltà, cioè quelli che divennero i più elevati obiettivi programmatici delle Costituzioni democratiche novecentesche, sono stati condotti al mattatoio della storia.
La “civiltà” del denaro (e della dissolutezza, che tale modello comporta) è la “civiltà” che l’occidente vuole esportare ed imporre (in nome di un fondamentalismo economico non diverso e non meno pericoloso di quello religioso), con la prepotenza dei rapporti di forza e con gli atti violenti che a tali rapporti fatalmente conseguono. Ed è la “civiltà” che lo stato islamico combatte, nei modi a lui più funzionali e con i mezzi di cui dispone. Ci si deve stupire? Penso proprio di no. E’ la logica perversa e inesorabile della guerra.
La “civiltà” del denaro fa ribrezzo anche a noi. E’ quella contro la quale ogni giorno pure noi combattiamo. Ovvio, non lo facciamo con le armi, ma con la forza delle idee e con gli strumenti della democrazia. Chiediamoci però come reagiremmo, nella nostra limitatezza umana, se la “civiltà” del denaro bombardasse le nostre case ed uccidesse i nostri figli, i nostri fratelli, i nostri genitori. Sia chiaro: ogni forma di violenza, a qualsiasi “civiltà” essa appartenga, va condannata con fermezza. Perciò massima solidarietà alle vittime innocenti di ieri ed alle loro famiglie. E massima solidarietà a tutte le vittime innocenti dell’egoismo umano. A quelle dell’altro ieri e a quelle di domani, ovunque esse siano ed a qualsiasi “civiltà” esse appartengano.
Ma chi semina vento raccoglie tempesta e l’Occidente, nell’ultimo trentennio, di vento ne ha seminato in quantità industriale, dentro e fuori dai suoi confini. Per questo è addirittura “vietato” stupirsi. Altro discorso riguarda il modello di “civiltà” che lo stato islamico propone (e che, dove può, impone) quale alternativa alla “civiltà” del denaro. E’ un modello che, parimenti, fa ribrezzo, per tutta una serie di motivi che in questa sede non è possibile illustrare, né tanto meno discutere, ma che spero siano facilmente intuibili e condivisibili, riguardando essi la democrazia in ogni suo aspetto concreto. Ma questo, come ho detto, è un altro discorso.
Vi racconto un episodio che mi sembra emblematico.
La mattina successiva agli attentati di Parigi ero in viaggio di buon ora per lavoro e ascoltavo l’ autoradio.
Non ricordo più in quale stazione mi sento un pistolotto moralistico sugli Arabi e/o gli Islamici che “vorrebbero distruggere i nostri valori occidentali”.
Bene, proprio alla fine del pistolotto, che terminava letteralmente con le suddette parole “vorrebbero distruggere i nostri valori occidentali”, il giornalista (purtroppo non ricordo chi fosse perché ero passato su quella frequenza quando il suo predicozzo ipocrita era già incominciato), senza fare una piega, con un tono di voce neutro, indicativo di qualcosa di totalmente ovvio, annunciava: “adesso facciamo una pausa pubblicitaria (ah, per l’ appunto: “i nostri valori occidentali! E te pareva? N. d. R.), ma poi riprenderemo il discorso” (Certo! I “nostri valori occidentali” ci impongono delle precise priorità…).
Gli attuali “valori dell’Occidente” fanno piuttosto schifo. Pero’ anche quelli dell’Islam radicale non sono migliori, e non credo che la violenza sia generata soprattutto da atti di violenza, tipo bombardamenti, occidentali. Ma noi Europei non potremmo fare almeno dei tentativi per recuperare qualche vero “valore” della nostra civilta’ antica, sottraendoci alla massiccia americanizzazione della nostra societa’?