Matrimonio e famiglia in Italia: fotografia di una catastrofe
Ancora nel 1973 i matrimoni, in una popolazione di alcuni milioni inferiore all’attuale, erano stati oltre 418ooo, dei quali 386000 celebrati con rito religioso, scesi oggi a 108000, cosicché se negli ultimi quarant’anni i matrimoni hanno perso il cinquantacinque per cento la perdita di quelli religiosi ha toccato l’ottantadue per cento, oltre i quattro quinti della loro consistenza. Perdita ch’è stata ancora maggiore nelle regioni del nord dove, oggi, c’è poco più di un matrimonio religioso l’anno ogni mille abitanti.
Il matrimonio religioso nelle regioni più ricche, moderne, avanzate (anche culturalmente) d’Italia è già oggi ridotto al lumicino. A Milano siamo a 0,8 matrimoni l’anno celebrati in chiesa ogni mille abitanti, senza meno il valore più basso di tutto il mondo cattolico. Questo è il quadro. Che mette ulteriormente in rilievo due sue caratteristiche: lo scivolamento a grandi passi verso l’inconsistenza del matrimonio religioso ma anche, e al tempo stesso, l’incapacità del matrimonio civile, in contrazione a sua volta, di attrarre nella sua orbita anche soltanto una modesta quota dei mancati matrimoni religiosi.
In altre parole: è l’istituzione del matrimonio in se stessa a essere sprofondata in Italia in una crisi che appare senza ritorno, e di questo sprofondare fa le spese in modo soverchiante il matrimonio religioso, destinato a questi ritmi a scomparire letteralmente nel giro dei prossimi due-tre decenni.
La forma famiglia passa sempre meno attraverso il matrimonio per la sua costituzione. Si fa famiglia a prescindere dal matrimonio, senza matrimonio, non soltanto senza il matrimonio religioso ma anche senza quello civile. Un fenomeno assai più massiccio di quanto non sia mediamente in Europa, dove pure non si scherza in fatto di crisi del matrimonio. Questo è il primo elemento che caratterizza la situazione in Italia.
Il secondo è invece assai poco ricordato. Il crollo del matrimonio non ha lasciato le cose invariate in fatto di famiglie, neppure dal punto di vista strettamente quantitativo. C’è molta meno famiglia, oggi in Italia. Non c’è stata affatto una compensazione dei matrimoni grazie a convivenze e coppie di fatto, né compensazione dei figli, come si lascia credere.
Negli ultimi due-tre decenni a vincere, aumentando in misura quasi esponenziale, sono state soltanto le famiglie unipersonali, ovvero quelle composte da una sola persona, ovvero ancora le non famiglie, arrivate alla cifra di 7,7 milioni due anni fa, oggi probabilmente attorno agli otto milioni (attenzione, cinque milioni di queste sono di veri celibi/nubili, persone mai sposate né divorziate).
E questo mentre le coppie, comprensive di quelle non unite in matrimonio, sono appena 13,7 milioni in una popolazione di sessantuno milioni, delle quali ben cinque milioni senza figli. Al precipitare del matrimonio ha dunque corrisposto, in Italia, l’affievolirsi della densità di famiglia e la riduzione della famiglia a forme sempre più vistosamente nucleari.
Un contributosia pure parziale, al disastro credo lo abbia dato la maniera, ideologia e cialtrona, con cui la magistratura gestisce separazioni e divorzi.
Scusate… ho scritto col telefonino
La cosa rende evidente come i cosiddetti “conservatori” dovrebbero essere i più implacabili avversari del capitalismo finanziarizzato e apolide, annichilitore non dico di tutte le tradizioni, ma di tutte le istituzioni e gli automatismi aggregativi che hanno messo in forma l’umana civiltà nel corso degli ultimi 5- 10 mila anni di evoluzione.
Nel contesto della decadenza terminale che ci troviamo a constatare, assistiamo al grottesco spettacolo offerto dai (sedicenti) ‘progressisti’ e ‘conservatori’ che si contendono la palma del servilismo nei confronti di un sistema socioeconomico che dovrebbe figurare come il nemico implacabile di entrambi.
Con le leggi attuali in materia di separazione e divorzio ci rimettono solo e soltanto gli uomini. Sempre. Cornuti e mazziati. Siccome non siamo scemi (come magari le donne pensano) abbiamo attuato un vero e proprio sciopero del matrimonio,chi consapevolmente chi meno. Le statistiche a tal riguardo sono impietose e fotografano la realtà. Finalmente abbiamo, noi uomini, deciso di non subire più i soprusi del sistema giudiziario.