Il pensiero meridiano
di FRANCO CASSANO (sociologo; Università di Bari)
Il pensiero meridiano è la critica del tipo di sguardo dominante nella cultura contemporanea, uno sguardo attraverso il quale il nord-ovest del mondo definisce la realtà, definisce il tempo, definisce le caratteristiche del futuro, definisce l’altro. Il punto di vista del pensiero meridiano è il punto di vista del sud. Esso si propone di guardare la storia dal punto di vista di quella parte del mondo, la quale non è la protagonista dello sviluppo, e quindi, in qualche modo, produce una prospettiva diversa, che non è riducibile soltanto a un insieme di dati negativi, così come invece emerge fondamentalmente nel punto di vista dominante.
Il sud non è solo un non ancora nord, una patologia infinita dalla quale bisogna guarire per diventare finalmente civili e degni del dono della parola. Il sud è molte cose, il sud è sicuramente una terra piagata, con molti problemi, però è anche una prospettiva diversa. E lo scopo del pensiero meridiano è di cercare di mettere a fuoco la diversità e la ricchezza di questa prospettiva, senza nessuna pretesa di riuscire a rappresentarla in modo esaustivo nel libro, ma come un’indicazione, una prospettiva.
Io credo che questa sia un’idea che cammina, che cammina anche con le gambe di altri studiosi, perché mi sembra ormai abbastanza evidente che quel punto di vista che si assumeva fosse dominante, cioè che tutto il mondo dovesse diventare progressivamente nord-ovest, e che quindi chi era a nord-ovest potesse in qualche modo governare tutti questi processi, beh quel punto di vista oggi è molto scosso, e quindi c’è bisogno, invece, di guadagnare una molteplicità di punti di vista. Tra questi punti di vista quello del sud è molto diverso. In primo luogo rifiuta questa idea di essere inserito in una concezione temporale nella quale il sud è soltanto il passato del nord e il non ancora nord. E quindi è una rivendicazione di autonomia, una sottolineatura di differenze, e, per certi versi, anche una critica di alcuni aspetti della modernità.
Il tema che è diventato più noto, a seguito di una discussione che ha preso tante pieghe e tanti aspetti, è la critica dell’accelerazione dell’esperienza come caratteristica fondamentale della modernità. Il sud è portatore di un’idea più lenta del mondo e, in genere, i cultori della velocità pensano che la lentezza sia sinonimo di arretratezza, del possesso di una dimensione culturale ancora imperfetta.
La lentezza è invece un punto di vista sul mondo, una forma di vita che custodisce delle esperienze che, con la velocizzazione crescente della vita, scompaiono. E quindi il pensiero meridiano vuole in primo luogo far capire che esistono dimensioni dell’esperienza che corrono il rischio di essere distrutte dalla progressiva velocizzazione e modernizzazione del mondo, esperienze che invece è molto importante custodire. Ma non certo per un’irresistibile fascinazione dell’arretratezza, ma per dare al mondo nel quale noi vogliamo vivere una dimensione più ricca, più articolata, più plurale, rispetto a quella che viene consegnata nel pensiero unico, che governa e ha governato a lungo il nostro immaginario.
Del resto Wim Wenders lo ha detto: il nostro immaginario è stato colonizzato. Quindi il pensiero meridiano si propone, in primo luogo, di provare a decolonizzare il nostro immaginario. Il che non comporta una critica frontale della modernità, un’inclinazione nostalgica; vuol dire semplicemente autonomia rispetto alla forma di modernità dominante. E la convinzione che quella forma possa essere profondamente modificata anche attraverso il patrimonio culturale dei popoli del sud, che non è in alcun modo riconducibile ad una semplice somma di repressioni e superstizioni.
In genere nell’immaginario del nord il sud esiste solo come paradiso turistico o come inferno mafioso. E sono due immagini tra loro perfettamente complementari. Si va in vacanza al sud perché il sud offre delle possibilità che attraggono molto: c’è il clima, c’è il sole, c’è spesso il mare, c’è la possibilità di evadere dalla disciplina e dallo stress di un anno di lavoro. E nello stesso tempo, però, durante l’inverno invece prevale l’idea di un sud irrimediabilmente fermo, dominato da insuperabili patologie sociali. Ecco, il pensiero meridiano è l’idea che invece il sud possa essere qualcosa di molto diverso e di molto di più di queste due immagini, che esso possa diventare un soggetto autonomo, possa diventare protagonista, possa prendere la strada della modernità in un modo assolutamente originale.
Fonte: Il pensiero meridiano oggi. Intervista e dialoghi con Franco Cassano, a cura di Claudio Fogu, California Italian Studies, 1(1), 2010
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