Cartello petrolchimico-parte8: Neuordnung
Martin Bormann faceva parte della direzione del NSDAP (partito
nazista); era il segretario personale di Hitler, il suo consigliere
nonchè l’amministratore dei beni del partito e di quelli personali di
Hitler.
Istruito dal Fuhrer, Martin Bormann aveva elaborato un piano segreto
per la sopravvivenza postbellica nazista e la sua rinascita economica.
A tal fine organizzò un incontro segreto il 10 agosto 1944 presso la
Rotes Haus di Strasburgo a cui parteciparono tutti i vertici militari,
industriali e finanziari della Germania nazista. [1]
Durante quell’incontro “si presero non solo provvedimenti per
trasferire delle grosse somme di denaro fuori della Germania, ma anche
per nascondere all’estero enormi capitali al fine di favorire la
resurrezione di un impero finanziario-industriale di qualche tipo dopo
l’eventuale crollo del Reich. Questo impegno sarebbe stato gestito
dalle SS”.[2]
Un immenso tesoro fatto di denaro, gemme e pietre preziose, opere
d’arte, oro e metalli preziosi venne quindi fatto uscire dall’Europa,
riciclato e reso pulito tramite triangolazioni bancarie (ad esempio
sui conti svizzeri di Evita Peron) o per mezzo di società di comodo.
Era il colonnello delle SS Otto Skorzeny, genero di Hjialmar Schacht
(presidente della Reichsbank) ed autore della rocambolesca liberazione
di Mussolini del 1943, che controllava quella inestimabile fortuna.
“Per dare un’idea al lettore delle somme raccolte da Skorzeny, Eva
Peron da sola possedeva un conto bancario stimato in circa 800 milioni
di dollari americani del 1945, 4600 carati di diamanti ed altre pietre
preziose, 90 kg di platino e 2500kg di oro”[3]
Con tali ricchezze i nazisti comprarono tra l’altro vasti latifondi in
Sudamerica dove fondarono società e comunità. La più famosa colonia è
la Colonia Dignidad in Cile in cui viveva Mengele che lì continuò i
suoi orrendi “esperimenti”. Nota per le sparizioni di giornalisti
investigativi, per il coinvolgimento nel rovesciamento, ad opera della
CIA, del governo di Allende, la colonia fu una base operativa della
DINA, la polizia segreta di Pinochet.
Secondo un banchiere quella amministrata da Skorzeny fu “la più grossa
concentrazione di denaro controllato da un individuo che la storia
ricordi”.
L’organizzazione di Bormann/ Skorzeny era il deposito di tutti i beni
razziati in Europa e stimati dall’intelligence britannica in oltre 180
miliardi di dollari del 1943 (senza tenere conto dei valori razziati
in Grecia, nell’ex URSS e dopo il 1943). Secondo Paul Manning questa
organizzazione costituiva un “Reich nascosto” postbellico, la cui
gerarchia era composta dagli eredi degli appartenenti alle gerarchie
naziste ed il cui scopo era di controllare la finanza tedesca e,
attraverso investimenti, una buona parte dell’economia mondiale.[4]
“Da questo momento l’industria Tedesca deve fare tutti i passi
necessari per assicurarsi la supremazia commerciale nel dopoguerra.
Ogni industria dovrà fare alleanze con imprese estere senza attrarre
alcun sospetto. Il partito nazista ed il Terzo Reich sosterranno ogni
impresa con sostegno legislativo e finanziario” commentò alla riunione
di Starsburgo il dott. Scheid (che rappresentava Bormann). La
terribile legge del 1933 conosciuta come Tradimento contro lo Stato
che puniva con la morte chiunque violasse le regole degli scambi in
valuta con l’estero, era stata abrogata per diretto ordine del
Rechsleiter Bormann.[5]
Il Dr. Bosse chiuse l’incontro osservando che “il partito nazista è
consapevole che a seguito della imminente sconfitta alcuni dei
migliori gerarchi saranno condannati come criminali. Ma, in
cooperazione con gli industriali, è già al lavoro per mettere membri
importanti come esperti tecnici e negli uffici ricerca e progettazione
delle nostre industrie”.
Da quel giorno le imprese tedesche cominciarono ad esportare i propri
fondi e, quando possibile, manodopera specializzata all’estero,
specialmente nei paesi neutrali.[6]
Sotto la direzione di Bormann e usando le tecniche perfezionate da
Hermann Schmitz della IG Farben, negli ultimi mesi della guerra furono
quindi create 750 corporation. Una persona della nazionalità della
corporation era nominalmente a capo; il consiglio di amministrazione
era in mano ad amministratori e banchieri di fede nazista ed il
personale di rango elevato era composto da scienziati e tecnici
tedeschi. La nascita di queste corporation dall’elevato contenuto
tecnologico fu particolarmente benvenuta in Spagna ed Argentina per i
posti di lavoro che si sarebbero creati e per il potenziamento
dell’aspetto commerciale nazionale.
Gli investigatori dell’Ufficio Federale del Tesoro USA elaborarono i
numeri delle corporation tedesche nel mondo: Portogallo, 58; Spagna,
112; Svezia, 233; Svizzera, 214; Turchia, 35; Argentina, 98. [7]
L’operazione che vide la finanza e le industrie naziste emigrare e
contemporaneamente porre le basi delle nascitura Repubblica Federale
Tedesca viene catalogata sotto il nome di Aktion Adlerflug.
La stretta collaborazione esistente tra le varie elites internazionali
faceva presagire a Schmitz precisi scenari: “Gli eserciti di
occupazione si stabiliranno in Europa Occidentale, sicuramente non in
Europa Orientale. Ho dato istruzioni ad amministratori e tecnici della
Farben di spostarsi ad occidente dove saranno indispensabili per
riprendere le nostre attività una volta che la confusione del 1945
sarà finita”.
Schmitz annotava come in generale gli impianti della IG Farben fossero
stati danneggiati al 25% ed alcuni fossero usciti indenni dal
conflitto.
Il Feldmaresciallo Model che era a capo della difesa della Ruhr voleva
trasformare gli stabilimenti farmaceutici della Bayer-Leberkusen in
una base per l’artiglieria, ma poi concordò nel lasciarla senza difesa
alcuna, seguendo così i consigli di Schmitz. “Se tutto va bene alla
fine della guerra la riavremo indietro intatta” commentò Schmitz.
Alla domanda di Bormann su quale fosse il destino della IG Farben e
dei suoi vertici, Schmitz rispose che c’erano dei piani per sistemare
tutto. “Non credo che i nostri vertici saranno detenuti a lungo.
Nemmeno io lo sarò. Dobbiamo solo sottostare ad una procedura di
investigazione prima del rilascio. Così mi hanno assicurato quelli
della NW7 (ufficio di intelligence della IG Farben ndr) che hanno
eccellenti contatti a Washington”[8]
Come abbiamo visto la parte principale dell’oro nazista andò a 750
società, compresa in larga misura la Merck, allo scopo di assicurarsi
un virtuale monopolio sulle industrie chimiche e farmaceutiche del
mondo.
Questo non solo per favorire la ripresa economica della Germania, ma
per assicurare soprattutto la nascita del Quarto Reich.
Tutto ciò fu delineato in un documento detto “Neuordnung” cioè “Nuovo
Ordine” (!) in cui Hitler dichiarava che un nuovo ordine
dell’industria chimica mondiale avrebbe dovuto sostenere il Reich.
Secondo il documento la IG Farben era l’industria maggiormente idonea
allo scopo. Si preconizzava come tutte le industrie chimiche europee
avrebbero lavorato per i piani del Reich e che la competizione degli
USA sarebbe stata eliminata dal mercato mondiale.[9]
Hitler infine raccomandava: “Nascondi bene il tuo tesoro perchè ne
avrai bisogno per dare inizio ad un Quarto Reich”[10]
Bormann fece di meglio: investì immense somme per controllare
l’industria chimica mondiale. Le cose quindi andarono come sappiamo:
la IG Farben “sparì” quando il controllo del cartello chimico mondiale
era passato sotto controllo nazista. I soldi razziati nella Seconda
Guerra Mondiale, quei soldi sporchi del sangue dei 50 milioni di
vittime del delirio nazista, furono investiti per continuare le
politiche di dominio del Reich sul mondo.
Il suo “Neuordnung” si trasforma così, una volta stabilizzato il
dominio della casta petrolchimica nazista, nel tristemente famoso New
World Order.
Il sogno di Hitler si è avverato.
[1]Joseph P. Farrell:”Hitler, i dischi volanti”pg104
[2]Henry Stevens “The Last Battallion and German Arctic, Antarctic and
Andean Bases” pg.58
[3]idem
[4]http://spitfirelist.com/books/martin-bormann-nazi-in-exile/
[5]Paul Manning “Martin Bormann-nazi in exile” pg.25
[6]idem pg.27
[7]idem pg.135-136
[8]idem pg.157-158
[9]idem pg.56
[10]Leonard Horowitz, D.M.D., M.A., M.P.H., Emerging Viruses: AIDS and
Ebola: Nature, Accident, or Intentional?, pg.335.
Cartello petrolchimico-parte 1: la IG Farben
https://www.appelloalpopolo.it/?p=1978
Cartello petrolchimico-parte 2: aiuti USA ai nazisti
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2002
Cartello petrolchimico-parte 3: Rumsfeld
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2033
Cartello petrolchimico-parte 4: Monsanto
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2056
Cartello petrolchimico-parte5: DuPont
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2105
Cartello petrolchimico-parte6: Dow Chemical e ALCOA
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2141
Cartello petrolchimico-parte7: il dopoguerra
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2193
Cartello petrolchimico-parte8: Neuordnung
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2216
Cartello petrolchimico-parte9: conclusioni
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2247
Caro Tonguessy,
grazie per i tuoi otto importanti articoli.
Bomba atomica, genetica, industria chimica, teoria dei grandi spazi, impero, ecc.. Non so se si è avverato proprio il sogno di Hitler. Certo il nazismo era un fenomeno moderno e anzi ultramoderno (altro che reazionario, come abbiamo creduto da ragazzi) e ha aperto l'alba della nuova era (quella che abbiamo vissuto e stiamo vivendo). Abbiamo scoperto che la continuità è stata anche di persone, di industrie, di capitali e di progetti.
Grazie ancora
Caro Stefano,
è per me un piacere condividere il frutto delle mie ricerche.
Hai ragione: il nazismo è un fenomeno ultramodernista che ci scrolleremo di dosso FORSE quando la Modernità giacerà sepolta sotto le macerie dell'imponente edificio da lei stessa creato.
Ma attenzione: i piani di rinascita (oddio, quanto mi viene in mente Gelli!) sono sempre in agguato, come quest'ultimo articolo ha sottolineato.
Mente aperta e spirito attento, quindi!
PS: conto di pubblicare un'ultimo articolo con le mie considerazioni finali.