Senza vergogna
di RICCARDO PACCOSI (FSI Bologna)
Quando i nemici riconoscono le categorie che tu e pochi altri avete introdotto nel dibattito politico diversi anni fa, senza che nessuno se le filasse, non può che far piacere. Scopro solo oggi, infatti, quest’articolo pubblicato dal Sole24Ore il mese scorso. Il titolo è divertente perché ricorda un po’ il famoso andante “uno spettro si aggira per l’Europa…”.
Ora, a parte il fatto che questo giornalista mente sapendo di mentire affermando che sovranismo e nazionalismo siano sinonimi, alla fine i nemici si possono comunque rispettare.
Ma per tutta quella massa di persone di sinistra che, durante gli anni di Berlusconi, ripetevano a memoria gli articoli della Costituzione tra cui quello recitante “la sovranità appartiene al popolo”, ecco, in quel caso il discorso cambia un po’.
Oggi, quelle stesse persone che recitavano fino a pochi anni fa “la sovranità appartiene al popolo”, senza alcun senso della vergogna o del ridicolo vanno sostenendo che il concetto di sovranità sia fascista.
Ecco, quest’ibrido miasma d’incultura e malafede merita un po’ meno rispetto delle voci di testate come “Repubblica”, il “Corriere” o appunto il “Sole24Ore”: queste ultime, almeno, esprimono con coerenza e convinzione il punto di vista delle oligarchie dominanti. Il ceto medio sedicente progressista, invece, non ricorda ormai più nulla né del fascismo né dell’antifascismo e utilizza quest’ultimo mendacemente, anzi, per aggredire gli interessi dei lavoratori, ovvero attribuendo alle loro richieste di occupazione, welfare e protezione sociale la qualifica di “fascismo”.
Se fossimo negli anni ’70, un comportamento del genere verso le classi povere verrebbe definito “infame”. Per fortuna loro, siamo nel 2017.
Anche negli anni ’70 , sovranismo era sinonimo di nazionalismo ( per fare solo due esempi : gollismo in Francia o Terzaposizione in Italia ) : figuriamoci nel 2017 quando il mondo e’ cento volte piu’ piccolo e piu’ interdipendente . E il “popolo” di quelli di sinistra che criticavano Berlusconi non e’ certo il popolo identitario propagandato dai sovranisti di oggi : quelli di sinistra ,che ieri criticavano Berlusconi e oggi Renzi, erano e sono altermondialisti ( non a caso si riunivano ogni 6 mesi al forum altermondialista di Porto Alegre ) , non sovranisti .
Ieri sera mi è capitato di guardare in televisione una lunga intervista al funambolico Michele Emiliano. Costui ha bellamente dichiarato di essere un populista della repubblica e di essere un fiero sostenitore della Repubblica Italiana, esattamente trenta secondi dopo avere caldamente auspicato la nascita di un nuovo fantomatico paese: gli Stati Uniti d’Europa. Qualcuno spieghi al Che Guevara del Tavoliere che non si può amare la Repubblica Italiana e contemporaneamente auspicarne la Sua dissoluzione. I due propositi del nuovo astro nascente sono incompatibili ed antitetici. Dei due, o l’uno o l’altro. O ami la Repubblica Italiana o i fantomatici Stati Uniti d’Europa.
Dalla bocciofila PD (partito demolitore) si diffondono insopportabili miasmi. Presto arriverà qualcuno a disinfestare il tutto.
I concetti, nell’ambito del politico, fanno tutt’uno colle ideologie che vogliono propugnare. Le parole sono armi sul campo di battaglia dell’ordine simbolico cui i rappresentanti delle varie ideologie le finalizzano.
L’abitudine a universalizzare il concetto di fascismo per esecrare qualsiasi cosa ripugni al paroliere di turno rimonta agli anni ’60. Quando si creano miti demoniaci essi divengono ricettacoli di ogni nefandezza: ciascuna ci piazza la mattana del proprio avversario per diffamarla meglio. Come il diavolo è responsabile tanto delle malattie, dei desideri impuri, del peccato di Adamo e della siccità, Hitler e il fascismo sono assurti a scongiuri prediletti delle attuali plutocrazie demagogiche a fondazione anglosassone: da Saddam ai maschilisti, dalla scuola tradizionale ai contestatori del capitalismo di rapina, fino a ogni setta comunista agli occhi della setta avversaria, tutto è diventato fascismo.
Come osservava Jung, le nostre ideologie sociali e politiche possono essere intese come evocazioni salutari e propiziatorie perfettamente analoghe alle rappresentazioni magiche dei primitivi. E il mondo dei primitivi (anche di quelli muniti di telefonino) è pieno di totem malefici e spiriti maligni.
Jung concludeva con un’osservazione che fotografa perfettamente l’odierna società liberista e post-ideologica: “là dove manchino siffatte representations collectives […] puntualmente si insediano idiosincrasie strambe e individualistiche, idee fisse, fobie ed altri stati ossessivi, che nulla lasciano a desiderare in fatto di primitività”.