Globalisti contro sovranisti, contro nazionalisti
di LUCA RUSSI (FSI Arezzo)
In realtà le cose per me sono piuttosto semplici, e passano per l’idea di uno Stato che intervenga nei processi economici a fini di giustizia sociale.
Da una parte ci sono i globalisti, dall’ altra i sovranisti.
Tra i globalisti possono annidarsi perfino dei nazionalisti, i quali possono sì cavalcare il tema del ritorno ad una maggiore sovranità nazionale degli stati con più o meno forza e declinare quello del protezionismo con diverse sfumature, ma fondamentalmente non sono contro l’ idea che il capitale possa (anzi, in qualche caso: debba, perfino) circolare liberamente (cosa che alla fine limita moltissimo la sovranità nazionale; basti pensare, solo per fare un esempio, al tema delle politiche fiscali) e, insomma: a loro della sovranità popolare e soprattutto della giustizia sociale non importa proprio un fico secco, perché il più delle volte si tratta solo di liberisti appena un po’ più moderati di quegli altri.
Guai però a dire che lo Stato debba tornare a dirigere i processi economici (come nei Trenta gloriosi), per carità, vade retro!
Per loro, lo Stato è sempre la Bestia da affamare, e il suo ruolo in economia è molto limitato: al massimo, potrà intervenire per «correggere le “disfunzionalità” dei mercati e la rigidità di strutture di prezzo troppo complicate che bloccherebbero la scelta del consumatore» (testuale da un discorso del primo ministro inglese May, che in un’altra occasione ha auspicato che dopo la Brexit il proprio paese diventi ancora più “globale”). Ordo-liberismo puro, o quasi (l’ ideologia dell’UE senza l’UE).
I sovranisti, invece, sono contro la globalizzazione liberista “senza se e senza ma”; sono per limitare fortemente la libera circolazione di capitali, merci, servizi e forza lavoro, perché hanno a cuore la giustizia sociale. Sono autenticamente democratici, perché sanno molto bene che l’unico modo per legittimare il potere è quello di fare in modo che coincida con la sovranità popolare, e al tempo stesso hanno capito molto bene che la sovranità popolare non è possibile senza la sovranità nazionale; quindi, non sono nazionalisti ma patrioti.
Condivido, anche se “limitare fortemente” è un concetto molto aleatorio. In realtà dovremmo pensare ad un sistema in cui gli scambi commerciali vengano giustificati dalla domanda dei cittadini. Il problema è proprio che attualmente non ci si basa su quello, oltre al fatto che venga creata troppa moneta virtuale, che per l’appunto non rappresenta l’economia reale, che viene a dir poco soffocata. Inoltre, se si crede che si possa continuare con la stessa richiesta di petrolio per le automobili, si è davvero fuori strada. Un conto è aver bisogno del processore e dello smartphone, un altro è importare un milione e mezzo di barili al giorno…e poi, non è più possibile che uno Stato si faccia prestare i soldi da privati, per nessun motivo! Anche il debito estero è una truffa e se vogliamo la vera democrazia e scongiurare una guerra, bisogna uscire dalla NATO, mandare a casa i soldati USA e dichiararsi completamente neutrali e contrari ad ogni offesa. Dobbiamo fare in modo che solo gli altri vengano rappresentati all’opinione pubblica come colpevoli e se mai ci fosse bisogno di certi inteventi sarebbe solo per legittima difesa.