Euroscetticismo e antieuropeismo in Francia
di Tonino Fabbri
L’euroscetticismo è la tendenza a rifiutare l’Unione europea, le sue istituzioni e le sue politiche. I successi maggiori per questa tendenza sono stati i risultati dei referendum che hanno negato le ratifiche nazionali della Costituzione europea nel 2005 in Francia e in Olanda. Il Trattato di Lisbona che è stato formulato per sostituire la Costituzione europea è stato a sua volta respinto in Irlanda dal referendum popolare confermativo il 12 giugno 2008. Gli insuccessi della Carta che dovrebbe integrare maggiormente l’Europa hanno costretto i partiti politici, in tutta Europa a prendere posizione a favore o contro l’Europa, oppure a cercare delle mediazioni per facilitare l’accettazione dell’Unione europea. La più recente occasione di prese di posizione, in attesa del nuovo referendum irlandese nell’ottobre prossimo sono state le elezioni europee del giugno 2009. Vediamo quali sono stati gli orientamenti politici dei partiti in Francia distinguendoli tra partiti di centro destra, di centro sinistra, di estrema sinistra e di estrema destra. Il centro destra francese è costituito da tre partiti: l’Union pour un mouvement populaire, il Nouveau Centre, il Mouvement démocrate. L’Union pour un mouvement populaire (www.u-m-p.org) è il partito del Presidente Nicolas Sarkozy. Sarkozy si è mosso prudentemente dopo il successo degli euroscettici nel 2005 e la strategia scelta è stata una componente della sua vittoria nelle elezioni presidenziali del 2007. Dal 2005 Sarkozy pur proponendo un programma liberale e conservatore ha aperto ad alcuni temi di una parte della sinistra proponendosi come tutore degli interessi nazionali in alcuni settori quali quello dell’energia. Prima delle elezioni del 2007 Sarkozy sosteneva che l’Unione europea avrebbe dovuto essere completata senza eccessi di integrazione, in contrasto con quanto formulato a Bruxelles. Secondo quanto sosteneva allora la burocrazia europea avrebbe suscitato la diffidenza dei francesi che temevano di perdere la loro “identità”. L’Unione Europea avrebbe dovuto basarsi su un “mini” trattato (mini-traité); in aggiunta all’Ue la Francia avrebbe dovuto lavorare per una unione nel Mediterraneo. Dopo l’elezione il nuovo Presidente della Francia ha attivamente operato per la ratifica del Trattato di Lisbona (7-8 febbraio 2008) e le camere hanno perfino modificato la stessa Costituzione francese che aveva alcune norme in contrasto con il Trattato di Lisbona. Nel semestre di Presidenza dell’Ue il Presidente francese si è impegnato su alcuni fronti precisi: quello del contrasto all’immigrazione, dell’energia del cambiamento climatico e dell’agricoltura. Nelle elezioni europee del 2009 il messaggio dell’Ump è stato quello di cambiare l’Europa e cambiare la Francia. Per l’Europa dovrebbero essere previste frontiere stabili e un modello economico in difesa degli imprenditori contro gli interessi degli speculatori. Gli slogan principali sono stati ben coordinati: L’Europe de l’impuissance, la France n’en veut plus e Quand l’Europe veut, l’Europe Peut. Questi slogan propongono un maggiore impegno della Francia nell’Unione europea, purché nell’ambito di alcuni punti definiti. In punti il programma elettorale dell’Ump è stato sintetizzato nel seguente: impegno a non permettere l’ingresso della Turchia in Europa; impegno a difendere le imprese e i lavoratori francesi; impegno a difendere gli industriali europei; impegno contro il capitalismo degli speculatori e a favore della regolamentazione dei mercati finanziari; impegno per una nuova crescita “verde”; impegno dei candidati a difendere gli interessi delle regioni francesi. A fianco dell’Ump si è posto il Nouveau Centre (www.le-nouveaucentre.org) un partito di centro, che appoggia il Presidente Sarkozy ed è favorevole al federalismo europeo. Altro partito di centro è La Gauche moderne (www.lagauchemoderne.org), partito della maggioranza presidenziale organizzato da un fuoriuscito dal partito socialista dopo le elezioni presidenziali del 2007; La Gauche moderne può essere considerato un’appendice dell’Ump. Complessivamente i partiti della maggioranza presidenziale hanno ottenuto il 27,9% alle elezioni europee. Schiettamente di centro è il Mouvement démocrate creato da François Bayrou (www.mouvementdemocrate.fr), partito che non aveva appoggiato Sarkozy (peraltro nemmeno la concorrente socialista Royale) alle elezioni presidenziali del 2007. Il Mouvement démocrate voleva riproporre in Europa il modello del Partito democratico americano, per questo aveva aspirazioni a diventare partito europeo e per questo aveva avuto contatto con Rutelli e con Prodi. Alle elezioni europee ha ottenuto l’8,5% delle preferenze presentandosi con un programma di appoggio al Trattato di Lisbona e alla Commissione europea. Per il Mouvement démocrate si dovrebbe costruire una cittadinanza sopra-europea e una identità comune europea per inserire l’Europa unita nel contesto mondiale. Il merito del centro destra è quello di avere delle linee piuttosto definite e condivise e i partiti di quell’area si sono presentati piuttosto compatti alle elezioni. Vediamo ora la situazione nel centro sinistra. Dopo le elezioni europee del giugno scorso la sinistra francese appare allo sbando quanto quella italiana. Il solo dato elettorale del Partito socialista francese (Parti socialiste, sito: www.parti-socialiste.fr) è sufficiente a confermare la precedente affermazione. Nel 2004 il Ps aveva ottenuto il 28,9% dei voti; nel 2009 ha ottenuto il 16,5%. Il partito socialista si è presentato alla europee chiedendo il sostegno degli elettori per proporre i temi che sono stati proposti dall’area della maggioranza presidenziale e dai verdi. Forse per questo gli elettori hanno preferito votare per la maggioranza parlamentare e per i verdi. Dopo la elezioni europee qualcuno a proposto perfino di sciogliere il partito socialista, perché la sinistra sarebbe ormai superata. A sinistra del Partito socialista l’area che raccoglie i residui del vecchio Parti communiste français (www.pcf.fr) e di altre formazioni di sinistra si è presentata come Front de gauche pour changer d'Europe (www.frontdegauche.eu) e ha ottenuto il 6% dei voti alle elezioni europee. Oltre al Parti communiste français il Front de gauche è costituito da un partito nato da una scissione del partito socialista: il Parti de gauche (www.lepartidegauche.fr) che conta su tre deputati, due senatori e un deputato europeo. Questo partito è d’ispirazione marxista, ma enfatizza l’idea di giungere a una più vasta struttura in tutta Europa. A questi due partiti, per l’occasione elettorale, si sono aggiunti la Gauche unitarie (formata l’8 marzo 2009, sito: www.gauche-unitaire.fr) e la formazione République et Socialisme (www.republiqueetsocialisme.fr). Il programma elettorale per le europee sosteneva la lotta contro il capitalismo dominante in Europa, il quale, attraverso il Trattato di Lisbona imporrebbe le disuguaglianze sociali, il dumping salariale, la riduzione dello stato sociale. Nell’estrema sinistra la trasformazione maggiore in vista delle europee è quella che ha portato alla formazione del Nouveau Parti Anticapitaliste (www.npa2009.org); il sito di questo nuovo partito è ricco di documenti e si possono acquistare numerosi libri grazie a un link alla librairie La Brèche). Fondato nel febbraio 2009 l’Npa è nato dallo scioglimento dell’Lcr (Ligue communiste révolutionnaire; sito www.lcr-rouge.org) con l’obiettivo di ampliare il possibile bacino di riferimento della protesta sociale). Il programma politico dell’Npa offre c
ertezze contro la mondializzazione (termine che in Francia sostituisce la “globalizzazione”), contro il capitalismo, contro il Sarkozysme ( l’equivalente del berlusconismo in Francia). Nell’Npa, com’era nella Ligue sono presenti elementi trotskisti (i trotskisti francesi hanno numerosi siti; per esempio: http://www.trotsky.com.fr/) e il partito è collegato alla IV internazionale (fondata da Trotsky in Francia nel 1938 è doveroso segnalare il sito di analisi politica www.inprecor.fr dove sono continui gli aggiornamenti sulle proteste sociali), inoltre sono presenti i contestatori della globalizzazione (mondializzazione). La stessa IV internazionale tende a schierarsi non solo contro la mondializzazione, ma anche contro l’Unione europea del “capitalismo” (si veda: http://www.icl-fi.org/francais/lebol/171/europe.html). L’Npa alle elezioni europee ha ottenuto il 4,9% dei voti e nessun seggio al parlamento europeo. Nell’area trotskista si è presentato alle elezioni europee anche Lutte ouvrière (www.lutte-ouvriere.org) che ha ottenuto l’1,2% dei consensi elettorali. Sempre all’estrema sinistra si colloca il Parti ouvrier indépendant (Partito indipendente dei lavoratori, sito: www.parti-ouvrier-independant.com) ha avuto origine da una assemblea di delegati iniziata tra il 14 e il 15 giugno del 2008 ed è stato dichiarato fondato il 19 giugno 2008. Si propone come un baluardo contro la politica dell’Unione europea e contro l’Unione europea stessa che è percepita quale una dittatura contro i lavoratori che devasterebbe la condizione dei lavoratori francesi; questa visione fa esaltare a questo partito l’esito del referendum in Irlanda contro al ratifica del trattato di Lisbona come un successo della sinistra. Attualmente, dopo l’inizio della crisi economica globale la sua proposta politica più forte è quella di bloccare i licenziamenti. Questo partito non si è presentato alle europee. Ancora a sinistra si collocano i movimenti dell’altro-mondialismo, il movimento di opposizione la (alla) globalizzazione neoliberale, che vorrebbe realizzare una nuova organizzazione dell'economia mondiale. L’altro-mondialismo trae la sua origine dalle contestazioni al G8 a partire da quella di Seattle, ma s’ispira anche alla rivolta degli zapatisti contro l’accordo Nafta del 1994. Il maggiore contributo culturale all’altro-mondialismo della Francia è stata la creazione di Attac (Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie http://www.france.attac.org/ sito nel quale il tema caldo è la prossima riunione degli attivisti di Attac europeo a Parigi dall’ 8 al 20 settembre prossimo per rafforzare la rete europea). Attac è molto critica non solo nei confronti della “mondializzazione”, ma anche nei confronti dell’Unione europea per come è attualmente. Sempre nel contesto dell’altro-mondialismo è d’obbligo segnalare l’ascesa del personaggi politico di José Bové (agricoltore che a partire dagli anni novanta del secolo scorso è stato un attivista contro la globalizzazione). Bové è stato dei due protagonisti del successo elettorale di Europe ecologie nelle elezioni europee del giugno scorso in Francia. Europe ecologie (www.europeecologie.fr) non è tanto un partito quanto una unione di esponenti e di movimenti e associazioni riunite da un manifesto politico del sempre attivo Daniel Cohn-Bendit nell’ottobre 2008. Le due componenti principali di Europe ecologie sono Les Verts (www.lesverts.fr) e la Fédération régions et peuples solidaires (http://www.r-p-s.info). Europe ecologie ha raggiunto il 16,3% dei consensi elettorali. A dare forza, e soprattutto il successo elettorale, a Europe ecologie sono stati personaggi quali José Bové, Yannick Jadot (attivista ambientalista) e Eva Joly (magistrato francese di origini norvegesi protagonista dell’opposizione a Sarkozy su un progetto per ottenere l’immunità durante il mandato presidenziale). Il successo elettorale di Europe ecologie dovrebbe permettere agli esponenti di questa organizzazione politica di promuovere un “contratto verde” a tutela dell’ambiente e con esso di tutti i cittadini europei. Nell’ambito ambientalista la lista Alliance écologiste indépendante formata appositamente per partecipare alle elezioni europee ha ottenuto l’1,7% dei consensi. All’estrema destra si ha l’egemonia del Front national pour l'unité française (in breve Front national, sito: www.frontnational.com) dominato da Jean-Marie Le Pen il quale è noto per le sue posizioni nazionaliste. Questo partito alle ultime elezioni europee si è presentato con un programma contro la burocrazia europea accusata di aver: introdotto l’euro impoverendo i francesi; volere l’ingresso della Turchia in Europa; prendere i soldi della Francia senza dare nulla in cambio (in particolare si sostiene che gli agricoltori francesi non sarebbero aiutati dall’Ue); non essere in grado di aiutare l’economia francese nella crisi attuale; favorire i prodotti degli Usa della Cina e dell’India contro i prodotti francesi; favorire l’immigrazione clandestina; distruggere le identità nazionali; non preservare le zone rurali; favorire la delocalizzazione produttiva; non fornire adeguati servizi di assistenza. Le proposte del Front national sono state: introdurre un forte protezionismo; introdurre in Europa un principio di preferenze nazionali; introdurre una politica agricola di autosufficienza europea; bloccare i flussi dell’immigrazione; ristabilire le frontiere nazionali per favorire la sicurezza pubblica; favorire i salari nazionali a tutela dei lavoratori. Il programma del Front national non ha avuto però il consenso degli elettori: il partito è passato dal 9,8% del 2004 al 6,3% del 2009 dei voti. Al di fuori degli schieramenti politici tipicamente francesi alle elezioni europee d’oltralpe si è presentato un gruppo specificamente euroscettico, il Libertas (www.libertas.eu) costituito dal partito tradizionalista francese Chasse, pêche, nature et traditions (www.cpnt.asso.fr) e dal Mouvement pour la France (www.pourlafrance.fr). Il Libertas si presenta come un movimento che vuole una europa più democratica, responsabile e trasparente, un’Europa dei popoli che sarebbe attualmente offuscata dalla burocrazia dei trattati. Il Libertas rivendica come proprio successo la vittoria dei “no” al Trattato di Lisbona in Irlanda. Occorre aggiungere che i partiti che compongono il Libertas in Francia sono di orientamento tradizionalista, cristiano e con venature nazionaliste. In sintesi non si può dire che in Francia esistano delle posizioni univoche e condivise rispetto all’Europa. I partiti della maggioranza parlamentare hanno buon gioco a presentarsi come critici dell’Europa unita per poi operare alla piena integrazione europea. Gli altri partiti impostano la loro analisi dell’Ue in base agli schemi concettuali che hanno: la contrapposizione di classe, il nazionalismo, il tradizionalismo; che queste visione possano trovare una sintesi appare difficile.
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