La crisi greca.
Di Mensa Andrea
Si torna a parlare molto della crisi economica Greca, azzardando delle “soluzioni” che sono una più fantasiosa dell’altra. Default del debito sovrano, ristrutturazione del debito ( che poi è una versione solo meno traumatica del default), prestiti, cessione a enti di salvataggio di titoli spazzatura, mentre la cosa sicura sono i taglie e i sacrifici che di volta in volta vengono richiesti alla popolazione.
Su una cosa vorrei esser chiaro, ed è per me inconcepibile che uno stato spenda, al di là di situazioni eccezionali e contingenti, più di quanto incassa. E quando dico “spenda” alludo a spese per il personale pubblico, e quindi ai servizi forniti come sanità, pensioni, welfare, giustizia, ecc …….. oltre ad eventuali opere e investimenti, e quando dico “incassa” parlo di tasse.
Ma la cosa sulla quale non si fa attenzione , in genere parlando di queste cose, è che le tasse possono essere di molti tipi, dalla tassazione indiretta puramente proporzionale, a quella fortemente progressiva, diretta quindi o sull’intera platea dei contribuenti oppure in modo progressivo , essenzialmente sui più ricchi. Inoltre, ad attenuare la tassazione sulle persone, c’è quella sulla produzione, sul commercio, ecc ….. ovvero su tutto quanto richiede un movimento di denaro.
Più vi è quindi produzione, quindi creazione di ricchezza, tanto più ampia può essere la parte fornita da produzione e commercio, scaricando quindi parte dell’onere dalle spalle delle persone fisiche. Inoltre, in una nazione, molto di questo bilanciamento dipende anche da quante sono le risorse del territorio. Un territorio ricco, che permetta di esportare materie prime, o comunque eviti di doversi approvvigionare all’estero, permetterà di rivolgere più verso l’interno la creazione di ricchezza. Con un esempio banale, se c’è un pozzo di petrolio sul territorio, per estrarlo e poterne usufruire, non sarà necessario creare ricchezza, venderla a qualcuno all’esterno per avere i soldi per comperare il petrolio, ma la ricchezza creata potrà restare NEL territorio, e costituire ricchezza per la popolazione stessa. Quindi, un territorio ricco, permetterà una tassazione più leggera, a parità di servizi erogati.
La funzione dello stato.
Lo stato dovrebbe fornire quei tipi di servizi che sono riconosciuti come legati alla persona, e non ai redditi. Per avere una buona ed equa formazione, l’istruzione dovrebbe essere fornita a tutti nello stesso modo, per non creare disparità di conoscenze, e quindi di futuro trattamento che non sia legata all’impegno, alle capacità e alle conoscenze dei ragazzi. E questo dovrebbe voler dire “buona scuola pubblica” mediante la quale tutti i ragazzi, provenienti sia da famiglie ricche che povere, abbiano le stesse chances di riuscire nella vita, e di apportare vantaggi alla società nel suo insieme. Quindi un costo “a testa” e non legato al reddito.
Mentre il prelievo delle risorse, va fatto in modo fortemente progressivo, per due ragioni: a) Far contribuire maggiormente ( in proporzione ) chi più può b) Evitare la formazione di ricchezze , talmente ampie da distorcere il funzionamento dello stato stesso. Questo vuol dire che il tedesco, il quale nel territorio possiede carbone, minerale di ferro, ecc …. avrà senz’altro più risorse disponibili del greco, che invece tali risorse sul territorio non ha. Solo in funzione di una accettazione di una redistribuzione dei vantaggi derivanti , ad esempio, dal territorio, il tedesco potrebbe venir parificato al greco, prelevando risorse in Germania, e spendendole in Grecia.
Debito pubblico.
Uno Stato che, al di là di condizioni eccezionali e contingenti, rediga un bilancio in rosso,è semplicemente uno stato criminale, che per risparmiare sacrifici alla popolazione attuale e presente, ipoteca il futuro della popolazione futura. Un prestito, accettabile in seguito ad un imprevisto dispendioso, DEVE essere restituito nei termini previsti, ricavandone le risorse proprio da quella fiscalità che lo deve mantenere. Il pagare un debito, contraendo un nuovo debito, non fa altro che spostare nel tempo i sacrifici, peggiorandone anche la consistenza.
Chi detiene i titoli del debito pubblico.
Questa è una delle considerazioni più importanti da fare in relazione alle conseguenze che un debito, troppo cresciuto, può provocare nell’economia globale del paese. L’esempio più significativo è di fronte a tutti con un Giappone, che ha il secondo debito come entità ed il più grande in percentuale sul PIL ovvero quasi il 200% eppure nessuno si permette di dubitare della solvibilità dello stesso Stato, ma nemmeno influenza la valutazione dello Yen. Perché ? Semplice, perché i creditori di tale debito sono i giapponesi stessi. Una eventuale insolvenza dello stato diventerebbe quindi un problema interno, che vedrebbe lo stato contro il popolo oppure lo stato contro banche e istituzioni finanziarie giapponesi ……. Della serie cioè che essi , come nazione, non devono niente a nessuno , ma anzi , nei confronti di altri, sono creditori netti, possedendo ANCHE titoli di altri stati sovrani.
Chi invece deve far finanziare il proprio debito da stati o istituzioni straniere, vien sottoposto al ricatto della cedibilità, che è un ricatto ch incrementa eventuali difficoltà che dovessero evidenziarsi. L’interesse richiesto su un debito, include due parametri importanti: la compensazione di una eventuale svalutazione quindi perdita del valore reale del capitale, e la compensazione del rischio default, parziale o totale. Ora è chiaro a tutti che un creditore che non sia in grado di onorare i suoi debiti alla scadenza degli stessi, e per rimborsarli debba indebitarsi ulteriormente, caricandosi dell’onere rappresentato dagli interessi oltre a quello del capitale, è ovviamente un debitore che perde mano a mano credibilità con l’aumentare dell’entità del debito, che quindi aumenta il rischio default, e quindi la percentuale degli interessi richiesti. Ma questo fatto, questo aumento , non fa che rendere sempre più difficile un ravvedimento del debitore, un suo cambio di paradigma, una difficoltà sempre maggiore a redigere bilanci in pareggio o in attivo, fino a che l’entità delle entrate sia talmente bassa in relazione al solo rimborso degli interessi, da rendere letteralmente e matematicamente impossibile, il rimborso, non solo del capitale , ma nemmeno degli interessi. A quel punto, se perderà la credibilità , nessuno vorrà più finanziarne il debito, considerando i titoli al pari di carta straccia, causando automaticamente il default dello stato stesso, non avendo più risorse per pagare i titoli in scadenza. Tutto ciò sarà tanto più veloce e traumatico , quanto più alti diventeranno gli interessi da pagare, cosa che distrarrà parti sempre maggiori delle entrate statali, dal servizio verso la popolazione, al pagamento di interessi sul debito stesso.
Ma la cosa più interessante è considerare che ai debitori devono corrispondere dei creditori. E allora vediamo come funziona a grandi linee uno stato corretto, e quali le principali distorsioni, che ne deformano i comportamenti. In ambiente di denaro fiat, un certo numero di persone, fisiche o giuridiche, chiedono denaro al sistema bancario. Questo denaro serve per scambiare la ricchezza prodotta ed eventualmente consumata. Ad ogni scambio, una parte di denaro viene prelevata dallo stato, ogni scambio viene fatto da persone, le quali sono assoggettate alla tassazione progressiva. Più guadagnano e maggiore sarà la percentuale ( non solo la cifra) del prelievo fiscale stesso. Con il denaro incassato , lo stato fornirà servizi, usati più dalle classi meno abbienti, producendo così ad una redistribuzione della ricchezza. Lo stato quindi spenderà quanto incassato, e quindi quel denaro tornerà nel mercato, permettendo altre produzioni, altri scambi, e quindi altri prelivi. Nel mentre, la produzione e vendita dei beni, permetterà ai debitori di raccogliere denaro a sufficienza per ripagare i debiti, trasformando così la ricchezza monetaria in ricchezza reale.
Questa circolazione, seppur non favorendo la formazione di grandi capitali da investire in nuove produzioni o commerci, evita la formazione di grandi patrimoni che , grazie alla loro forza , causano quasi sempre squilibri e danni nella società.
Notare che in questo schema di circolazione monetaria, coloro che sono produttori, o fornitori, una volta incassato il denaro, diventano a loro volta acquirenti, verso altri beni favorendo così l’attività e le prerogative del “mercato”. La prima distorsione si ha quando un eccesso di risparmio toglie dalla circolazione una certa quantità di “ricchezza di scambio”. La chiamo così, perché il denaro che la costituisce in effetti torna nelle banche, ma semplicemente esce da quell’insieme di denaro usato per gli acquisti dei beni di largo e comune uso e consumo. Questo avviene quando un eccesso di ricchezza viene ritirato dai ceti più ricchi, i quali non hanno bisogno di denaro in più per soddisfare i propri desideri, e pertanto finisce in un circuito di “investimenti”, beni di lusso, ecc ……. Che però non fanno parte di quel mercato che valuta la necessità di denaro per permettere gli scambi. Il sequestro di questa ricchezza danneggia il mercato, perché, diminuendo le disponibilità di una parte della popolazione, crea quella crisi da sovra produzione che ferma la crescita economica.
Un altro elemento distorsivo è un appiattimento delle aliquote fiscali. Al limite della tassazione indiretta che è puramente proporzionale, non tiene conto del fatto che analoga percentuale di prelievo non rappresenta analogo sacrificio del percettore, soprattutto quando tale prelievo va ad intaccare quel minimo vitale che consente , appunto di vivere. Prelevare il 30 % a chi ha un reddito di 1000, gli lascia 700, col quale , se deve anche pagare un affitto, non mangia per tutto il mese, mentre prelevare il 30% a chi incassa 20.000 gliene lascia 14.000 col quale vive, folleggia, spreca e risparmia pure. Molto più equo sarebbe non prelevare nulla al primo e il 70% al secondo, ch egli lascerebbe comunque ancora 6000, più che sufficienti a godersi la vita.
Altro effetto distorsivo è il bilancio statale in rosso. Esso può realizzarsi in due tipi estremi di ambienti: il primo dove la comunità non abbia i mezzi per sottoscrivere tale debito il secondo dove ce l’abbia, con tutte le percentuali intermedie io però considero gli estremi, tanto per illustrarne le caratteristiche.
Nel primo caso, ad esempio il Giappone è l’esempio di un paese la cui popolazione è molto laboriosa, crea ricchezza, molta di più di quella che consuma. L’eccedenza quindi la può solo vendere all’estero, e questo fatto non fa che rivalutare il valore della moneta. Investire in un debito, quindi significa cedere del risparmio di un certo valore, ed incassarne alla scadenza di valore maggiore. Quindi un buon affare per i creditori. Il denaro verrà quindi prestato a basso tasso, in quanto il guadagno è già dato dalla rivalutazione, e potrà essere imprestato all’estero, per permettere di pagare le esportazioni. È un circolo virtuoso, fino a che ci sono paesi che possono e vogliono indebitarsi. Quando tale condizione venisse a mancare quel paese si troverebbe in una crisi di sovra produzione, che costringerebbe la popolazione a disinvestire per vivere, e lo stato ad aumentare la tassazione per ritirare liquidità dal mercato e continuare a funzionare, mentre la banca centrale eleverebbe di colpo il costo del denaro stesso, sempre per lo stesso motivo.
Il secondo caso è tipico Greco. Il paese non produce quanto consuma, anzi, come nel caso greco, poter disporre della stessa moneta di paesi molto più forti ne danneggia ulteriormente i bilanci, in quanto il denaro speso dallo stato, non è stato tolto dal mercato interno, e quindi, vista la mancanza di beni, viene speso all’estero. Allora vediamo cittadini che si indebitano per acquistare auto tedesche, riportando il denaro in quei paesi che hanno acquistato i titoli di stato. Il problema nasce quando i debiti cominciano a scadere e chiaramente le risorse per pagarli non ci sono, non ci sono proprio più, bisognerebbe produrre ricchezza, venderla all’estero, e recuperarla mediante tassazione. Manovra impensabile in un paese che non produce nemmeno quanto consuma, figuriamoci se produce ricchezza sufficiente a ripagare i debiti. Ecco quindi qual è la situazione greca, accentuata dal fatto che, grazie a Goldman Sacks, i debiti sovrani sono stati proditoriamente nascosti, togliendo quel “campanello di allarme” che scatta quando ci si avvicina a situazioni irrimediabili. In questo caso si è evidenziata quando era già irrimediabile Un debito di 325 miliardi di euro, non sarebbe una tragedia, sarebbe 1/5 di quello italiano ……. Il problema è ch rappresenta il 145% del PIL, con una capacità dello stato di prelevare le risorse ch distribuisce ancora in rosso dell' 8%. Quindi con un debito che potrebbe solo aumentare. Per citare solo dei numeri: un paese che ha un PIL attorno ai 224 miliardi, il cui debito è di 325 miliardi ed aumenta di circa 4,8 miliardi all’anno di soli interessi, visto che circa 1/10 del debito viene rinnovato nell’anno a tassi vicini al 15%. Ed un paese la cui popolazione è già tartassata, ma che ha al suo interno anche personaggi miliardari come Spiro Latsis ( 11 miliardi di dollari ) e probabilmente molti altri analoghi.
Quanto i governi e le autorità monetarie stanno facendo è chiaramente una manovra atta a salvare i patrimoni accumulati sino ad ora caricando l’onere di conservargli un valore sul lavoro degli attuali lavoratori , dei loro figli , nipoti e prossime generazioni future. Il tutto facendo balenare la paura a chi possiede ricchezze minime, come un appartamento o qualche BOT, che tassare i patrimoni vorrebbe dire prima di tutto annullare anche tali ridicoli capitali. È proprio non colpendo ora i grandi capitali, che i piccoli li perderanno, e saranno proprio loro a perderli per poter mangiare, e quando non avranno più nulla saranno alla mercè dei proprietari dei grandi capitali. Come appunto la scimmietta che per non lasciare la manciata di riso, si fa catturare.
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Ultima dal mondo Arrestato DSK (Dominique Strauss-Kann), il presidente del FMI. Persona malata o complotto per toglierlo di mezzo ? Ricordiamo che DSK voleva cominciare a sostituire il dollaro con i DSP (Diritti speciali di prelievo), la moneta usata dall'IMF. Una mossa che serviva ad abituare il mondo ad utilizzare per gli scambi internazionali un paniere di monete anziché' solo la valuta USA. L’Irak è stato invaso dopo che Saddam Hussein annunciò di volersi far pagare il petrolio in euro anziché in dollari La sostituzione del dollaro, in questo caso con l'oro, e' stata la vera ragione dell'attacco alla Libia vedi Russia Today, la tv in lingua inglese del governo russo.
In questo modo lo si toglie di mezzo dalla corsa all'Eliseo che lo avrebbe sicuramente visto vincitore facendo così un favore a Sarkozy, filo americano che presto dovrà quindi restituire la cortesia. Per moltissimi francesi infatti, come scrive la Reuters anche se risulterà innocente non sarà più un candidato da votare. Mica sono italiani. Il presidente del Fondo monetario internazionale oggi doveva incontrarsi con diversi ministri europei per salvare la Grecia ed organizzare il piano di salvataggio di Irlanda e Portogallo. Un ritardo di ciò comporterà sicuramente un rafforzamento del Dollaro sull'Euro con indubbi vantaggi nel breve sia per gli USA che per la Germania. Con il rafforzamento del Dollaro le materie prime scenderanno, in primis il petrolio ma forse anche oro ed argento, abbassando così l'inflazione, ormai a livelli di guardia in USA e UK .
Il suo successore sarà ora o Mario Draghi (che dovrà rinunciare ad essere presidente della Banca centrale Europea) con grande sollievo per la Germania oppure il suo vice John Lipsky già a capo di JP Morgan e molto più filo americano. E' più probabile che si spinga su Draghi al fine di estrometterlo dalla Corsa alla BCE.
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