Appunti sui risultati delle elezioni amministrative
di Stefano D’Andrea
Il dato più rilevante uscito dalle urne del primo turno delle elezioni amministrative è il successo del movimento 5 stelle. Un successo che ci fa piacere e ci dà speranza. In questo blog abbiamo sovente manifestato l’importanza che assumono temi che il movimento 5 stelle non reputa rilevanti. Su altri punti potremmo evidenziare palesi contrasti. Ciò non toglie, tuttavia, che il movimento 5 stelle sia portatore di temi nuovi, sostenitore di molte idee importanti e pienamente condivisibili e soprattutto che sia un’autentica novità rispetto al partito unico delle due coalizioni.
Non credo che il movimento 5 stelle sia destinato a diventare un “terzo polo”, anche se spero che i dirigenti del movimento sappiano stupirmi. Credo, invece, che altre realtà dovrebbero unirsi e organizzarsi per dar vita ad un’altra porzione o meglio ad altre porzioni, magari piccole (ma non piccolissime), del partito (o schieramento) alternativo al partito unico delle due coalizioni, partito (o schieramento) del quale dovrebbe far parte, ovviamente, il movimento 5 stelle. Coloro che si ostinano a mettere in risalto i limiti di questo nuovo movimento, si impegnino piuttosto a costituire una realtà politica ad esso complementare e si dedichino, invece, a sottolineare tutti gli elementi positivi del movimento partorito da Beppe Grillo.
Nel frattempo, ci auguriamo che il movimento 5 stelle mantenga la posizione che ha scelto e cioè di essere alternativo al partito unico delle due coalizioni. Due coalizioni, non tre, come qualcuno pensava. Infatti, le coalizioni non sono diventate tre ma restano due. Il “terzo polo”, nonostante sia composto da politici di consolidata esperienza e grande notorietà, attrae meno dell’innovativo movimento 5 stelle. E dunque non è un terzo polo ma un insieme di partiti di centro dal destino incerto e comunque modesto. In ogni caso si tratterebbe della terza coalizione del partito unico, terza coalizione che non avrebbe niente di alternativo rispetto alla politica applicata dalle due coalizioni che hanno governato l’Italia negli ultimi diciassette anni e dai governi tecnici che hanno preceduto la formazione del partito unico delle due coalizioni.
Il secondo dato positivo è costituito dalla diminuzione dei votanti. E’ un dato rilevante, anche perché nelle elezioni amministrative c’è una tendenza a votare amici parenti e vicini di casa, anche a causa della orrenda legge elettorale che consente di presentare coalizioni di liste e non, invece, come sarebbe opportuno, coalizioni di partiti, associazioni e movimenti raggruppati in un'unica lista, che competerebbe con altre liste uniche (insomma ogni candidato sindaco dovrebbe essere appoggiato da una sola lista).
Un dato di rilievo è che Sinistra Ecologia e Libertà non sfonda e cresce di poco rispetto alle elezioni regionali. Ciò è un bene. Perché Sinistra ecologia e libertà, pur sostenendo alcune idee condivisibili, ha deciso di far parte del partito unico delle due coalizioni e di essere fedele alleata del PD, perdendo, già per questa ragione, la radicalità che sarebbe stata necessaria.
L’insuccesso della lega non lo so spiegare. Non vivo al nord e comunque esso è stata una sorpresa per tutti. Inoltre, la lega sembrava avere posizioni più autonome e coerenti rispetto a quelle degli alleati. Quando un fenomeno non ha spiegazioni, può darsi che non esista come fenomeno e sia soltanto apparente o abbia meno consistenza di quanto sembri e sia il frutto di elementi contingenti: si tratta di elezioni amministrative; vi è stata una proliferazione di liste; i candidati erano deboli; e così via.
Il resto – PD e PDL – non è rilevante. Le due coalizioni già hanno svolto il loro ruolo: hanno condotto la nazione allo sfacelo. Ormai di successi veri e propri non potranno più averne, anche se talvolta una si avvantaggerà di madornali errori dell’altra e viceversa. Tuttavia, mentre la cancrena si espande, PD, PDL e gli alleati con i quali formano il Partito unico delle due coalizioni (compresa SEL) possono fare ancora tanto male all’Italia e agli italiani. Perciò benvenuto movimento 5 stelle e auguri a tutti i tentativi di unire forze minoritarie, portatrici di idee alternative a quelle che hanno dominato e distrutto l’Italia negli ultimi venti anni.
Ti ricordo, però, che Pisapia è vicino al SEL …
Il movimento 5 stelle non ha sfondato a Napoli. C'è un problema nel meridione?
Personalmente non voto per scelta deliberata, ed inoltre ho sempre visto il movimento di Grillo come una cosa principalmente virtuale.
Non credo che alcuno potrà nel breve salvarci dalla palude in cui stiamo sprofondando, tirandoci completamente fuori, ma credo che la sconfitta di Berlusconi, se questo trascinerà nella caduta anche la Lega – la più pericolosa, in prospettiva futura – potrà "rimettere la storia in movimento" anche in questo paese, rendendo possibili nuove prospettive trasformative e forse rivoluzionarie, di medio o più probabilmente di lungo periodo.
Anche se il Pd e gli altri continueranno con le politiche liberiste contro il lavoro, per la riduzione del welfare, eccetera, anche se si mostreranno proni davanti ai poteri esterni, l'impatto positivo della caduta di Berlusconi, della frantumazione del PdL e del possibile [ed auspicabile] default leghista consentirà maggiori spazi, e qualche speranza in più, a nuove forze veramente antagoniste.
Che però non saranno i grillini …
Eugenio Orso
Proprio perché Pisapia è vicino a SEL i voti di quest'ultima a Milano sono stati pochissimi.
Quanto ai grillini, io do loro il merito di essersi organizzati e di aver utilizzato il web non soltanto per informarsi e riflettere ma anche per organizzarsi. Alcune idee le condivido e sono davvero alternative. Alcune mie idee sono da loro ignorate. Sulla scuola e su internet (e probabilmente altre materie) credo che abbiamo idee opposte.
In ogni caso, non penso sia utile fare i puri. Ho sempre detto che servirebbe un Fronte Popolare, una unione di diversi. Il Fronte è l'unica speranza. I grillini hanno avuto il merito di riuscire ad organizzare un partito (che loro lo chiamino movimento è poco importante); ora spetta agli altri – se sono capaci – costituirne un altro o altri e unirsi nel Fronte.
Grillo e il suo Movimento sono spesso accusati di qualunquismo. L'accusa è apparentemente fondata. Giannini, il fondatore del Movimento Uomo Qualunque, era un uomo di spettacolo, un commediografo, come uomo di spettacolo è Grillo. Giannini, come Grillo, era un oratore istrionico ed efficacissimo, capace di feroci invettive e di coniare a tal fine parole nuove di forte presa, come il famoso "panciafichisti". Giannini, come Grillo, era estremista nel linguaggio ma moderato nella sostanza. Lui voleva un governo di tecnici svincolati dai partiti, onesti e competenti. Grillo vuole un personale politico integerrimo e una tecnologia "buona" rispettosa dell'ambiente, in definitiva uno sviluppo sostenibile. Tutto qui. Però il passato non si ripete mai tale e quale, perché cambiano le circostanze. Cinquestelle è un movimento di giovani dalla faccia pulita. E' un contenitore ampio, che può accogliere altri contributi. Lo stesso Grillo, che mai si era occupato di politica internazionale, recentemente ha condannato l'aggressione alla Libia. A Ravenna, la mia città, sono stato testimone di una serata organizzata dai grillini, in cui Pallante ha parlato della Decrescita a un uditorio numeroso e partecipe di giovani di Cinquestelle che lo hanno applaudito a lungo. Alle elezioni, in una città dominata dal PD, hanno sfiorato il 10%, un grande risultato. Organizzandosi in Rete sono riusciti a diventare un soggetto politico con cui bisognerà fare i conti. Credo che siano aperti ai contributi di chi possa farli evolvere verso analisi più approfondite e più consapevolmente antisistema. Per questo condivido l'apprezzamento di D'Andrea.
La contraddizione che noto nei cosiddetti grillini – a partire da Beppe Grillo capostipite – è che mentre da un lato hanno deciso di partecipare alla kermesse del voto liberaldemocratico per la rappresentanza, diventando nei fatti interni a questo sistema [non è un'accusa, ma una constatazione], dall'altro lato rifiutano, a quel che sembra, ogni "apparentamento" elettorale per i ballottaggi, come se si trattasse di una "contaminazione", di promiscuità con il sistema al cui rito loro stessi partecipano, chiamandosi così parzialmente fuori del sistema stesso.
Si vuole stare con un piede in due scarpe? Si vuole essere, allo stesso tempo, movimento antagonista [pur di origini squisitamente virtuali e non politico-sociali] e parte del sistema oggetto di critica?
Forse la questione che pongo – senza astio e volontà di critica a tutti i costi, perché non ho astio nei confronti dei grillini – dovrebbe essere considerata.
Saluti
Eugenio Orso
Non vedo contraddizione insanabile fra partecipazione al voto e rifiuto di ogni apparentamento. Infatti si partecipa al voto anche solo per avere visibilità. Lo si diceva già un secolo fa, quando fra i socialisti si discuteva se entrare nel parlamento borghese o starne fuori. Vinsero quelli che volevano usare il parlamento come "cassa di risonanza". Piuttosto la scelta di non appoggiare Pisapia a Milano nel ballottaggio denota scarsa capacità di manovrare politicamente, perché i grillini non si rendono conto che la sconfitta della Moratti a Milano sarebbe la fine del berlusconismo e questo aprirebbe prospettive interessanti. Se la sconfitta della Moratti significasse solo la vittoria del PD, Cinquestelle farebbe bene ad astenersi, ma un politico accorto dovrebbe sapere che quando tutto è stagnante è importante mettere in moto una dinamica. La perdita di Milano sarebbe devastante per il PDL e la Lega, con conseguenze imprevedibili che i rivoluzionari non dovrebbero temere ma auspicare.
Penso che Grillo, e tantomeno i suoi prestanome locali, non abbiano la minima influenza, per non parlare di controllo, sul loro elettorato. Anche se dessero indicazioni di voto, non credo che verrebberò granche seguite… Anzi, rifiutando appoggi formali ed espliciti i grillini fanno un favore a Pisapia, che può così agevolmente adornarsi di moderatismo. Tanto, si sa che, se quegli elettori vanno a votare, di sicuro non premiano la Moratti; stessa cosa si può dire, anche se con minor nettezzza, per gli elettori di Palmeri. Insomma, la Bricchetto è fregata.
Scusate i refusi.