A proposito dell’autobiografia di Nichi Vendola
di Stefano D'Andrea
Ormai mi è chiaro che il popolo italiano sbanda e prende abbagli. L’abbaglio Berlusconi, l’abbaglio Fini, l’abbaglio Amato, l’abbaglio D’Alema, l’abbaglio Nichi Vendola, per citare soltanto alcuni tra gli abbagli principali. Nichi Vendola è l’ultimo abbaglio della serie. Non so se sarà l’ultimo in assoluto. Infatti, chi vive con lo sguardo abbagliato, prima o poi si schianta e comunque sbaglia strada. E io sono tra coloro che temono che, a forza di abbagli, la crisi della Repubblica si stia incamminando verso la soluzione Jugoslava.
Può darsi che io stia sbagliando; e davvero me lo auguro. Purtroppo la mia idea è che Nichi Vendola non valga assolutamente nulla. Traggo questa conclusione da numerosi indizi e non riesco a spiegarmi come gli italiani non si rendano conto dei limiti, dei difetti e della pochezza di quest’uomo, al quale alcuni, addirittura, vorrebbero affidare un “nuovo rinascimento”. Per me, invece, non è un miglioramento rispetto a Berlusconi. Non è peggiore ma non è migliore.
Siccome sono convinto che la mia idea sia esatta, sono costretto ad essere sincero e coerente. Devo rischiare di apparire antipatico per poi ottenere tra qualche anno il plauso di coloro che mi diranno: avevi ragione; Nichi Vendola non valeva proprio nulla. In ogni caso, invito coloro che stimano Nichi Vendola a valutare le sue dichiarazioni sulla guerra di Libia (1); la sua convinzione che esistano popoli civili e incivili (2); e la sua spiegazione di cosa sia la poesia (3). Su questi temi ho già scritto. Se per voi si tratta di opinioni di valore, vi prego di argomentare la vostra tesi e di cercare di convincermi che sto sbagliando. Ve lo chiedo con sincerità, perché i molti e stimati amici iscritti a Sinistra Ecologia e Libertà non sanno rispondermi.
In questa occasione, comunque, intendo dimostrare che Vendola, quando scrive, esprime spesso un concetto diverso da quello che intendeva comunicare. Insomma Vendola non sa esprimersi. Altro che poeta! Non si può essere poeti e analfabeti allo stesso tempo. Tra tanti testi che avrei potuto scegliere, sottopongo ad analisi la sua autobiografia, pubblicata sul sito www.nichivendola.it e della quale Vendola dichiara di essere autore. Se poi alle osservazioni sulla “forma” utilizzata da Vendola aggiungerò alcune precisazioni intorno al concetto di “lavoro” che Vendola sembra avere, è perché ho avuto occasione di osservare che si tratta di un concetto infantile diffuso tra le nuove generazioni (4). Vendola sembra averle anticipate e sembra non essere maturato, pur avendo superato i cinquanta anni.
Prego coloro che la pensano diversamente da me di indicarmi per quali ragioni le mie osservazioni sono sbagliate o irrilevanti o insignificanti. Il testo in corsivo è quello pubblicato da Nichi Vendola. Le parti evidenziate in giallo sono le mie chiose. Buona lettura e cercate di ridere anziché arrabbiarvi.
Biografia
Autore: Nichi link http://www.nichivendola.it/cat/sito/mcc/informazione/prefisso/biografia/
Sono nato a Bari il 26 Agosto 1958, in una famiglia cattolica e comunista. Penultimo di due fratelli e una sorella.
Penultimo di due fratelli e una sorella? Riflettete. Che significa? Cosa avete capito? La sorella è l’ultima? Forse si. Ma l’autore lo ha scritto? Direi di no. O voleva semplicemente dire che è il secondo di tre figli? “Penultimo di due fratelli e una sorella” è una frase oscura. Andiamo avanti
A casa mia, a Terlizzi, c’erano due grandi ritratti, uno accanto all’altro: Yuri Gagarin e Giovanni XXIII; ai miei genitori venne spontaneo trasformare il nome del santo patrono di Bari, Nicola, in quello dell’allora capo dell’Urss Nikita Kruscev. Già all’asilo tutti mi chiamavano Nichi.
La politica, il comunismo, l’ho incontrato con mio padre e mio zio, quando avevo i calzoni corti, tra i braccianti e i vecchi compagni di Terlizzi.
Da piccolo mi piaceva disegnare e scrivere, divoravo libri che prendevo in prestito in biblioteca, ma non accadeva lo stesso per la musica, che già allora adoravo, perché non avevo il giradischi.
Adorava la musica perché non aveva i giradischi? Comunque se la frase la si rilegge una seconda volta il significato si capisce. Non è un bene, però, che una frase debba essere riletta una seconda volta.
Ho frequentato il liceo scientifico e, pur amando lo studio, ho scoperto il lavoro da giovanissimo.
D’estate facevo il cameriere e d’inverno vendevo libri. Durante l’università facevo il correttore di bozze per la casa editrice De Donato che, in cambio, non mi dava soldi ma libri. Quando, alla fine del liceo, sono riuscito a comprarmi le opere complete di Pavese e di Brecht mi sono sentito davvero ricco. Mi sono laureato in Lettere e Filosofia all’Università di Bari con una tesi su Pier Paolo Pasolini.
Insomma, durante gli anni di studio Vendola non ha mai lavorato. Ha svolto lavoretti. Niente di male. L’importante è che non creda di aver lavorato. Eppure sembrerebbe che creda di aver effettivamente lavorato. Oggi, comunque, sono in molti a scambiare, infantilmente, i lavoretti per il lavoro (5). Vendola li ha anticipati e, pur essendo divenuto adulto, persevera nell’errore
Il mio ambiente è stata una culla cattolica. Il cattolicesimo è un pezzo di Mezzogiorno che in Puglia diventa cifra di identità popolare, con una forte connotazione comunitaria, con le forme della sua pietà sempre al limite tra sacro e profano.
“Il cattolicesimo è un pezzo di Mezzogiorno che in Puglia diventa cifra di identità popolare…”. Fermatevi qua. E chiedetevi: “che” si riferisce a cattolicesimo o a mezzogiorno? Bisognerebbe evitare di inserire nel mezzo di una frase un “che”, quando non è dato sapere con immediatezza a quale termine faccia riferimento. Ma forse i poeti possono essere oscuri.E poi il cattolicesimo "con le sue forme di pietà tra sacro e profano" che significa?
La religiosità come dono e abbandono e dunque conversione, la religiosità inquieta, grondante di domande, esigente, capace di smarrirsi continuamente mi verrà sollecitata nel corso degli anni ’80 da Don Tonino Bello.
Nel 1972 mi sono iscritto alla Federazione dei Giovani Comunisti, di cui sono stato membro dal 1985 al 1988.
Ma come? Hai appena scritto che ti sei iscritto alla Federazione dei Giovani Comunisti nel 1972 e poi nella stessa riga scrivi che sei stato membro della Federazione dei Giovani Comunisti dal 1985 al 1988? Ma tu non sai cosa scrivi! Con che voto ti sei diplomato? Con che voto ti sei laureato? Quanti anni hai impiegato per diplomarti – tu che amavi lo studio? Quanti per laurearti? Nella tua autobiografia non c’è scritto. E non dirmi che mentre studiavi lavoravi. Si trattava di lavoretti, lo vuoi capire!
Nel 1990 sono entrato a far parte del Comitato Centrale del Partito Comunista Italiano, per me una scuola di intelligenze, una palestra della passione temperata dalla cultura. Un luogo di personalità severe o stravaganti ma tutte convocate a una specie di Olimpo del dibattito culturale. Al suo scioglimento, a caldo, scrissi “Non capisco e non mi adeguo”.
“Al suo scioglimento”? Allo scioglimento di che cosa? Tu hai scritto, anche se volevi dire altro, “allo scioglimento del Comitato Centrale del Partito Comunista Italiano”. Si lo so, volevi scrivere allo scioglimento del Partito comunista italiano. Ormai abbiamo capito che tu non ti rendi conto di cosa scrivi e perfino nella autobiografia del tuo sito hai inserito frasi che hanno significati diversi da quelli che intendevi comunicare. Non ti sai esprimere. Niente di male se non fossi un politico di rilievo nazionale. E’ poi paradossale che tu creda di essere un poeta.
Sono tra i fondatori del Partito della Rifondazione Comunista: il Prc è stato una mescolanza di passioni e di storie, un contenitore caotico, eppure necessario. L’unico punto di resistenza rispetto all’omologazione della sinistra storica sul terreno del pensiero unico del mercato.
Passi per “contenitore caotico”. Ma che significa che il Prc è stato un “contenitore necessario”?
Con tanti e tante, sono stato fondatore dell’Arcigay Nazionale e promotore della Lila. L’omosessualità è un pezzo del mio scisma dalle “due chiese”, dalla chiesa comunista e dalla chiesa cattolica. Raccontava il nocciolo duro della mia dignità e libertà e ha rappresentato lo spazio di autonomia dalle mie fedi, o insieme di verifica delle mie fedi.
L’omossessualità “Raccontava il nocciolo duro della mia dignità e libertà”. Spero che tu convenga che la frase è priva di significato. Quando riesci ad esprimere proprio ciò che intendevi dire, accade che tu non dica nulla. Chioserei così: Nichi Vendola, il nulla nel migliore dei casi!
Pensate come cambiano le cose: ho scritto su “La città futura” di Adornato.
Poi su Rinascita e per alcuni anni, su Liberazione, ho curato la rubrica “Il dito nell’occhio”.
Ho scritto alcuni libri: Prima della battaglia, Soggetti smarriti, Il mondo capovolto, Lamento in morte di Carlo Giuliani, Ultimo mare. Ho recitato in un cd di musica jazz versi di Rocco Scotellaro e poi, di recente, una piccola parte in un film pugliese “Focaccia blues”. Ho partecipato a diverse missioni internazionali, dal Tagikistan alla Colombia, dalla Bosnia al Guatemala.
Sono stato eletto alla Camera dei Deputati, per la prima volta, nel 1992 e rieletto nel 1994, nel 1996 e nel 2001. Nell’XI Legislatura ho fatto parte della Commissione Cultura, Scienze ed Istruzione. Nella XII Legislatura della Commissione Giustizia e sono stato nominato Segretario della Commissione Parlamentare Antimafia, di cui nella XIII Legislatura, divento Vicepresidente. Dal 2001 al 2005 ho fatto parte della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, oltre che della stessa Commissione Parlamentare Antimafia.
Nel gennaio del 2005 ho vinto le primarie con cui si sceglieva il candidato del centrosinistra alle consultazioni regionali del 3 e 4 Aprile 2005, in cui poi stato eletto Presidente della Regione Puglia. Da allora ho un anello al pollice, regalatomi da un pescatore di Mola di Bari, era la fede di sua madre. Rappresenta per me una specie di matrimonio con il popolo.
Oltre a presiedere la Giunta Regionale, ho la delega al Coordinamento della Politica Estera, ai Rapporti Istituzionali, agli Enti Locali e al Decentramento, agli Affari Legali, al Legislativo e alla Protezione Civile. A gennaio del 2009 ho lasciato il Partito della Rifondazione Comunista e con tante e tanti ho dato vita al Movimento per la Sinistra per ricostruire una sinistra curiosa del mondo che cambia, all’altezza delle sfide del tempo presente, capace di stare nella realtà, di conoscere i territori e i luoghi di lavoro. Il 24 gennaio 2010 ho vinto le primarie con cui i cittadini pugliesi hanno scelto il candidato per il centrosinistra alle elezioni regionali di marzo. Il 29 marzo 2010 sono stato rieletto Presidente della Regione Puglia. Dal 24 ottobre 2010 sono il Presidente di Sinistra Ecologia Libertà.
Ci sono sempre due vocazioni in me. Il Nichi Vendola ludico, anarchico, infantile, narcisista. E quello instancabile, organizzatore, sorvegliato speciale delle sue stesse passioni, investito dei suoi doveri pubblici. Che è capace di piegare la sua indole e di scommettere le scommesse più paradossali della sua vita.
“sorvegliato speciale delle sue stesse passioni”? Qualcuno sa spiegarmi il genitivo? Sa indicarmi il significato della frase?
“capace… di scommettere le scommesse più paradossali della sua vita”. Avete capito a chi vorreste affidare il risorgimento dell’Italia? Compagni di SEL, rinsavite e attribuitegli un ruolo modesto! Uno secondo il quale la dote maggiore che egli possiede è di “scommettere le scommesse più paradossali della sua vita”, che non sa esprimersi e che considera lavoro i lavoretti non può essere un capo della sinistra. Tanto più che vuole far cadere i dittatori senza combatterli e senza embargare gli stati dittatoriali (insomma vuole e non vuole allo stesso tempo) e distingue tra paesi civili e paesi incivili. E’ un Berluschino. Prima ve ne rendete conto e meglio è.
Forse, tra qualche anno, quando gli Italiani rifletteranno sui continui e ripetuti abbagli, si renderanno conto che il problema dell’Italia ormai sono gli Italiani, distrutti dalla televisione commerciale e dalla sinistra radical chic. Vendola impersona l’altra parte del male o meglio del nulla. La prima è impersonata da Berlusconi, la seconda da Vendola. Credevamo che in politica si avesse una dialettica tra sinistra e destra e invece in Italia si alternano due nullità che si contrastano a difesa di due diverse concezioni del nulla.
Note
(1) https://www.appelloalpopolo.it/?p=2824
(2) https://www.appelloalpopolo.it/?p=2873
(3) https://www.appelloalpopolo.it/?p=3047
(4) https://www.appelloalpopolo.it/?p=3299
(5) https://www.appelloalpopolo.it/?p=3299
Giudicare un politico da come si esprime è un buon criterio. In passato sarebbe stato bene non fidarsi di chi parlava di "convergenze parallele". A parte le sgrammaticature, questo Vendola è un venditore di fumo.
"Non so se sarà l’ultimo in assoluto". (abbaglio)
…Credo proprio di no caro Stefano, non vorrai mica essere così ottimista pure stavolta!?
;)
Come ho avuto modo di spiegare in due miei precedenti articoli [1 e 2] , l'ambiente politico è pervaso da una frenesia autoreferenziale: basta avere varcato quella soglia e automaticamente qualsiasi precedente accordo (fosse anche solo di tipo sintattico-grammaticale) può venire violato.
Il legittimo impedimento (inteso in senso ampio) è in realtà un'aberrazione di questo tipo di pluridecennale scollamento tra politica e società, e nel nome di tale norma nata e cresciuta nel seno del peggiore narcisismo [3 e 4], i politici sono legittimamente autorizzati a scorrazzare in lungo ed in largo qualsiasi tipo di norma e rivederla a proprio uso e consumo.
L'impunità garantita è tale da permettere loro qualsiasi affronto. Vendola non fa molto peggio di, chessò, Bondi (suo concorrente in poetistica d'accatto) o di Di Pietro.
Detto questo una precisazione: l'avere conseguito una laurea significa ben poco. Voglio ricordare che per Josè Saramago, personalità decisamente importante, la figura di riferimento principale era suo nonno, analfabeta.
Dubito quindi che la laurea possa rimettere assieme pezzi di un mosaico così male assortito. Occorre magari avere l'umiltà di anteporre pezzi di umanità a narcisistiche magniloquenze. Ma questo non si impara all'università.
Resta la mia soddisfazione nel leggere i commenti al filmato di Vendola che poetizza sè stesso e ridicolizza la poesia: pare che molti suoi seguaci si rendano ancora conto di dov'è il confine tra poesia e ridicolo. Il che lascia ben sperare…
[1]https://www.appelloalpopolo.it/?p=1907
[2]https://www.appelloalpopolo.it/?p=2999
[3]https://www.appelloalpopolo.it/?p=3161
[4]https://www.appelloalpopolo.it/?p=3274
Vendola è un mio coetaneo e probabilmente ha subito il disincanto del mondo con il crollo del comunismo novecentesco, fino a riciclarsi negli apparati politici del "comunismo individualistico postsovietico" rifluito nel capitalismo ultraliberista e nella liberaldemocrazia, ed in tal senso il periodo di Rifondazione, all'ombra di un Bertinotti sempre più senescente e in vena di far danni, ha rappresentato un passaggio necessario [o "contenitore necessario"].
E' bene notare che il SEL sconta la stessa "personalizzazione dell'offerta politica" [orrenda espressione per una politica intesa come consumo] che scontano tutti i partiti liberaldemocratici, perché centrato sulla figura di Nicola Vendola. Questo aspetto non è ovviamente casuale né si tratta di un incidente di percorso, ma testimonia una certa uniformità nell'unico Partito della Riproduzione Capitalistica, del quale anche il SEL vendoliano inevitabilmente fa parte.
Saluti
Eugenio Orso
A me colpisce il "caos" Vendola…comunista, cattolico, omosessuale, gran narratore….è spettacolo. Esiste solo lo spettacolo per gente incapace di pensare come gli italiani.
In questo senso non si può che dire quello che è già stato detto milioni di volte, e cioè che i politici riflettono lo stato di demenza del popolo. Anzi la sfruttano questa demenza, come del resto fanno tutti nel mondo odierno: commercianti, avvocati, dottori, esperti vari.