A proposito dell’autobiografia di Nichi Vendola

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Nessuna risposta

  1. Luciano Fuschini ha detto:

    Giudicare un politico da come si esprime è un buon criterio. In passato sarebbe stato bene non fidarsi di chi parlava di "convergenze parallele". A parte le sgrammaticature, questo Vendola è un venditore di fumo.

  2. Alba Canelli ha detto:

    "Non so se sarà l’ultimo in assoluto". (abbaglio)
    …Credo proprio di no caro Stefano, non vorrai mica essere così ottimista pure stavolta!?
    ;)

  3. Tonguessy ha detto:

    Come ho avuto modo di spiegare in due miei precedenti articoli [1 e 2] , l'ambiente politico è pervaso da una frenesia autoreferenziale: basta avere varcato quella soglia e automaticamente qualsiasi precedente accordo (fosse anche solo di tipo sintattico-grammaticale) può venire violato. 
    Il legittimo impedimento (inteso in senso ampio) è in realtà un'aberrazione di questo tipo di pluridecennale scollamento tra politica e società, e nel nome di tale norma nata e cresciuta nel seno del peggiore narcisismo [3 e 4], i politici sono legittimamente autorizzati a scorrazzare in lungo ed in largo qualsiasi tipo di norma e rivederla a proprio uso e consumo.
    L'impunità garantita è tale da permettere loro qualsiasi affronto. Vendola non fa molto peggio di, chessò, Bondi  (suo concorrente in poetistica d'accatto) o di Di Pietro.
    Detto questo una precisazione: l'avere conseguito una laurea significa ben poco. Voglio ricordare che per Josè Saramago, personalità decisamente importante, la figura di riferimento principale era suo nonno, analfabeta. 
    Dubito quindi che la laurea possa rimettere assieme pezzi di un mosaico così male assortito. Occorre magari avere l'umiltà di anteporre pezzi di umanità a narcisistiche magniloquenze. Ma questo non si impara all'università.
     
    Resta la mia soddisfazione nel leggere i commenti al filmato di Vendola che poetizza sè stesso e ridicolizza la poesia: pare che molti suoi seguaci si rendano ancora conto di dov'è il confine tra poesia e ridicolo. Il che lascia ben sperare…  
     
    [1]https://www.appelloalpopolo.it/?p=1907
    [2]https://www.appelloalpopolo.it/?p=2999
    [3]https://www.appelloalpopolo.it/?p=3161
    [4]https://www.appelloalpopolo.it/?p=3274

  4. Eugenio Orso ha detto:

    Vendola è un mio coetaneo e probabilmente ha subito il disincanto del mondo con il crollo del comunismo novecentesco, fino a riciclarsi negli apparati politici del "comunismo individualistico postsovietico" rifluito nel capitalismo ultraliberista e nella liberaldemocrazia, ed in tal senso il periodo di Rifondazione, all'ombra di un Bertinotti sempre più senescente e in vena di far danni, ha rappresentato un passaggio necessario [o "contenitore necessario"].
    E' bene notare che il SEL sconta la stessa "personalizzazione dell'offerta politica" [orrenda espressione per una politica intesa come consumo] che scontano tutti i partiti liberaldemocratici, perché centrato sulla figura di Nicola Vendola. Questo aspetto non è ovviamente casuale né si tratta di un incidente di percorso, ma testimonia una certa uniformità nell'unico Partito della Riproduzione Capitalistica, del quale anche il SEL vendoliano inevitabilmente fa parte.
    Saluti
    Eugenio Orso 

  5. serpe ha detto:

    A me colpisce il "caos" Vendola…comunista, cattolico, omosessuale, gran narratore….è spettacolo. Esiste solo lo spettacolo per gente incapace di pensare come gli italiani.
    In questo senso non si può che dire quello che è già stato detto milioni di volte, e cioè che i politici riflettono lo stato di demenza del popolo. Anzi la sfruttano questa demenza, come del resto fanno tutti nel mondo odierno: commercianti, avvocati, dottori, esperti vari.

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