La Commissione Europea dichiara guerra ai nostri stipendi, alle nostre pensioni, alla nostra economia
CONTI PUBBLICI: UE, ''L'ITALIA MANTENGA IMPEGNI SU DEFICIT E INTRODUCA LIMITI ALLA SPESA''
L'Italia deve concentrarsi sul consolidamento dei conti pubblici abbandonando nel breve e medio termine qualsiasi tentazione di ridurre il carico fiscale. E' la raccomandazione che la Commissione Europea rivolge all'Italia. L'esecutivo comunitario non dice in modo esplicito che l'Italia non puo' tagliare le tasse su famiglie e imprese ma sottolinea che ''qualsiasi risorsa aggiuntiva rispetto al budget deve essere indirizzata alla riduzione del deficit e del debito''.
La Commissione europea ha presentato le raccomandazioni per i 27 paesi dell'Unione Europea e per il presidente dell'esecutivo, Jose' Manuel Barroso, e' ''un passo decisivo per metterci la crisi alle spalle''. L'economia europea ''si trova ad un punto critico. La ripresa – ha rilevato Barroso – resta diseguale sul continente e permangono molte incertezze''. ''Sappiamo che per realizzare gli obiettivi che ci siamo posti occorre a volte operare scelte difficili. Ma questi sforzi, se compiuti con serieta' e da tutti, consentiranno all'Europa di superare la crisi e di salvaguardare la prosperita' futura''.
Tornando alle indicazioni sull'Italia, la raccomandazione di Bruxelles rileva che il piano di risanamento dei conti dello Stato e' ''credibile'' fino alla fine del 2012 e Bruxelles si aspetta nuove misure per il periodo 2013-2014 che l'Italia deve varare entro il prossimo ottobre. La Commissione europea inoltre riconosce il rafforzamento dell'architettura del bilancio dello Stato, ma raccomanda all'Italia un ulteriore passo in avanti introducendo tetti vincolanti alla spesa e soprattutto ''migliorando il sistema dei controlli in tutti i capitoli di sepsa pubblica''.
''L'Italia deve applicare pienamente il piano di consoldiamento dei conti pubblici – ha ammonito il commissario agli affari monetari Olli Rehn – e destinare ogni risorsa aggiuntiva alla correzione del deficit e alla riduzione dell'elevato debito pubblico''.
La raccomandazione di Bruxelles non si limita alla sfera dei conti pubblici ma indica alcune aree di intervento per migliorare la produttivita' e la competitivita' dell'economia italiana. Bruxelles sollecita l'Italia ad adottare intervebti per ''combattere la frammentazione del mercato del lavoro'' rivedendo alcuni aspetti degli ammortizzatori sociali oltre a rafforzare gli impegni contro il lavoro nero. Inoltre l'Italia deve agire per promuovere una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoroprevedendo forme di incentivi finanziari con impatto neutro sui conti pubblici e ampliando i servizi a sostegno delle donne.
Per combattere la cronica stagnazione della produttivita' del lavoro l'Italia dovrebbe compiere passi in avanti per assicurare che gli aumenti salariali riflettano gli aumenti di produttivita'. Inoltre serve piu'concorrenza. La Commissione in particolare sollecita l'adozione di misure per aprire il settore dei servizi, soprattutto il segmento delle professioni.
Infine Bruxelles raccomanda all'Italia di accelerare sul fronte dell'utilizzo dei fondi europei di coesione per ridurre ''le persistenti disparita' tra le regioni italiane'' e di rendere piu' agevole alle imprese private gli investimenti in ricerca e innovazione estendendo gli incentivi fiscali e migliorando le condizioni per il venture capital.
fonte: agenzia di stampa ASCA, 7 giugno 2011
Infatti questo esecutivo, obbediente nei confronti di quella commissione europea che ha "occupato" l'Europa per conto della classe globale, sta pensando di spostare i carichi fiscali [è per ora soltanto una possibilità] riducendo le aliquote delle imposte sui redditi e compensando – o più che compensando, la diminuzione con aumenti delle aliquote IVA. E' chiaro che una manovra che innalza le imposte indirette sui consumi è iniqua ed antisociale, perché colpisce i più deboli, che già oggi sono in grande difficoltà.
Il problema di fondoè che bisogna combattere contro questa "Europa", la quale rappresenta un nemico ben più forte, insidioso ed efficiente del locale esecutivo berlusconiano-leghista. La denuncia di tutti i trattati europei, a partire da quello di Roma [che ironia!], l'uscita dall'euro, la costituzione di alleanze e lo stabilire accordi fra paesi europei della stessa area [quelli mediterranea, ad esempio] costituisce l'unica vera soluzione, non certo indolore, ma sicuramente oggi non ancora praticabile.
Questa strada diventerà praticabile nel medio periodo? Forse …
Saluti
Eugenio Orso
Ovviamente, sottoscrivo.
Facciamo due conti. Alle donne, da quasi sempre, spetta l'incombenza dell'educazione dei figli. Fino alla generazione precedente (30 anni fa) tale compito non retribuito veniva compensato da un adeguato potere d'acquisto (argomento complesso, comprendente la mancanza di gadget moderni come i cellulari e relative spese di gestione) dei salari. Oggi un singolo reddito semplicemente non basta. "Promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro" non è un invito della CE, ma una necessità familiare.
In tutta questa storia la famiglia ci rimette. E non poco. I figli vengono lasciati soli, ed i genitori lavorano in due per avere metà di quanto avevano trent'anni fa. L'istruzione è ormai sempre più precaria e così il benessere familiare. Ma queste sono cose che evidentemente non interessano i baroni europeisti.
Ma che buoni e saggi "padri" che abbiamo la fortuna d'avere,senza i buon consigli e le ammonizioni della Ue chissà cosa sarebbe di noi…forse saremmo ugualmente poveri ma certamente più felici.
Quoto in pieno l'articolo ma anche i post successivi e preciso che se 20 anni mio padre e mia madre lavoravano già in due lo facevano esclusivamente per avere di piu' e non per sopravvivere cosa invece oggi NECESSARIA perchè con uno stipendio SOLO non si vive e con due si sopravvive e pure male aggiungo (e quindi mi immagino chi non ha la certezza nemmeno del doppio stipendio come puo' stare !!!), il tutto tende a far annichilire l'uomo verso il lavoro e l'abnegazione alla cultura del lavoro come VITA e non viceversa (ovvero VIVIAMO per LAVORARE e non "lavoriamo" x VIVERE !!!), in virtu' di questo fatto anni a dietro ho scelto l'impiego piuttosto che la libera professione certo di poter dedicare piu' tempo alla famiglia e agli affetti appunto perchè un UOMO non è tale perchè HA ma perche E' !!! Ma la globalizzazione ci porta innegabilmente alla ricerca del futile-inutile anzi dannoso acquisto compulsivo di MINKIATE (cellulari, computers, televisioni, vacanze da nababbi x poveracci, macchinoni e altre amenità del genere), ecco dobbiamo invece intraprendere la via della DECRESCITA FELICE ovvero una scelta di vita data dall'individuazione delle cose veramente IMPORTANTI e necessarie con l'eliminazione del SUPERFLUO (esempio si è rotto il microonde NON LO RICOMPRO !!! si rompe la TV (che non ho) non ne compro un'altra, al posto di andare a mangiare al Mac Donald oppure al ristorante divento VEGANO (scelta fatta 9 mesi fa' di cui vado sempre piu' fiero e consiglio a tutti !!!) e mi metto a coltivare l'ORTO in giardino !!! NOI POSSIAMO cambiare il MONDO dobbiamo semplicemente CHIEDERE se NON VOGLIAMO ESSERE CAMBIATI DA LUI a quel PUNTO siamo NOI A SCEGLIERE la STRADA da PERCORRERE, il rispetto degli altri (in primis dei nostri simili e poi degli animali con cui dividiamo la terra, poi dell'ambiente) ci porta ad essere migliori e a pensare che NON SUCCEDE NIENTE se non ho il diamante trilogy oppure l'iphone o il notebook ultrafigo invece è PERICOLOSO se non insegno a mia figlia il RISPETTO per il MONDO perchè CREO il prossimo INDIFFERENTE di DOMANI !!!