I veri responsabili della distruzione del sistema economico italiano
di A.D.G. La Voce del corsaro Titolo originale Lo scempio delle privatizzazioni in Italia
Aggiungerei un sottotitolo: La verità che i militanti e i simpatizzanti di sinistra e del centrosinistra si ostinano a negare. E ciò è il più grave dei problemi. Perché essi restano prigionieri della logica bipolare; non comprendono che è importante dar vita al partito alternativo al partito unico delle due coalizioni; e non prendono atto che i principi comunemente accolti dalle due coalizioni – e per varie ragioni attuati con maggior ferocia e determinazione dal centrosinistra – sono i principi che vanno combattuti, riscoprendo la nostra storia: la storia della migliore sinistra italiana; la storia della migliore politica "centrista" italiana; e finanche la storia della migliore destra italiana. Buona lettura (SDA)
Prima di affrontare e di incamminarci direttamente verso il tema centrale dell’articolo, c’è bisogno di fare un “piccolo” excursus storico che affonderebbe le sue radici addirittura negli anni ’30 del ‘900, ma per semplificare il flusso di questa storia, con tante ombre e poche luci, partiamo dal dopoguerra. Dopo la seconda guerra mondiale e la nascita della Repubblica, i maggiori partiti italiani dell’epoca, la DC e la sinistra facente capo al PCI, si trovarono a decidere insieme quale struttura economica dare al nascente Stato italiano. Vennero rifiutati entrambi i sistemi dominanti dell’epoca, cioè il liberismo statunitense e il collettivismo sovietico; la nuova forma economica che prese vita fu quella dello stato imprenditore. Con questo modello il potere economico statale si trovava a competere con le leggi del mercato, in concorrenza con i privati, con lo scopo di incoraggiare, anche con l’ausilio privato, l’economia del paese. Questo è il sistema della cosiddetta “terza via”, che aiuterà l’Italia a crescere dal dopoguerra in avanti.[1]
Alla base dello stato imprenditore vi era l’IRI, nato nel 1933 come ente di “salvataggio”, che dopo il 1948 divenne il vero e proprio regolatore dei rapporti statali nel mondo industriale ed economico. Dagli anni cinquanta in poi fu il vero strumento di ammodernamento del paese; il suo campo d’azione era vastissimo
e comprendeva: acciaierie, autostrade, telecomunicazioni, settore finanziario, settore alimentare, trasporti, ecc. Sostanzialmente l’IRI fu una delle strutture produttive nazionali complesse, capace di misurarsi e competere con i settori di alta tecnologia e alta produttività sorti nel resto d’Europa. Un altro ente importante per comprendere al meglio la presenza dello stato nell’economia era l’ENI, impegnato nel settore degli idrocarburi. Esso gestiva le partecipazioni statali nel settore dell’industria petrolifera e nei settori della petrolchimica, e fu all’avanguardia nella ricerca, lo sfruttamento e il trasporto degli idrocarburi. Da menzionare per la loro relativa importanza nel campo dell’intervento statale, l’EFIM (ente finanziamento industria meccanica) e l’EGAM (ente gestione aziende minerarie). Al fine di coordinare al meglio lo Stato imprenditore, nel 1956 fu istituito il “ministero delle partecipazioni statali”, che si basava sull’idea dell’azienda pubblica come motore di sviluppo economico e strumento di politiche sociali ed occupazionali.[2]
Fin qui la storia sembrerà sicuramente didascalica e scolastica, però tutto ciò è necessario conoscerlo, per affrontare la parte interessante e “sconvolgente” di questa narrazione avendo acquisito una buona dose di concetti base.
Entriamo finalmente nel vivo, e arriviamo alle avvisaglie di quello sarà poi il grande saccheggio della nostra Nazione.
Anni ’80, qui incontriamo i primi due personaggi chiave: Romano Prodi e Carlo De Benedetti. Il primo venne nominato presidente dell’IRI nel 1982, il secondo, invece, era ed è il proprietario del gruppo Repubblica/Espresso. Prodi, nei 7 anni che sarà alla guida dell’IRI, darà prova di grande ambiguità e scaltrezza, infatti, in qualità di presidente concederà alla società di consulenze finanziarie “Nomisma”, della quale è dirigente, incarichi miliardari (alla faccia del conflitto di interesse). Il primo grande colpo di Prodi alla presidenza dell’IRI fu la vendita dell’Alfa Romeo alla FIAT, dalla quale la sua Nomisma prese grosse somme in tangenti, per soli 1000 miliardi a rate, mentre la FORD offriva 2000 miliardi in contanti (il fiuto per gli “affari” è sicuramente innato!).[3] E’ nel 1986 che Carlo De Benedetti sale in cattedra. Infatti, un anno prima, il governo presieduto da Bettino Craxi decise di privatizzare il comparto agro‐alimentare dell’IRI, la SME, che presentava bilanci in deficit. Il consiglio di amministrazione dell’IRI fu incaricato dell’operazione, anche se la decisione finale spettava al governo.[4] Il buon Romano Prodi si mise subito all’opera. Con accordi privati con la Buitoni (presieduta da De Benedetti), svende il 64,36% della SME a soli 393 miliardi, quando il valore complessivo di mercato era di circa 3.100 miliardi.[5]
Naturalmente, secondo chissà quale visione economica naif, Prodi non prende neanche in esame le offerte maggiori degli altri acquirenti interessati alla SME. Alla fine, comunque, a rompere le uova nel paniere al duo De Benedetti‐Prodi è Bettino Craxi, il quale non diede autorizzazione di vendita e ritenne di mantenere la SME nell’ambito pubblico.[6] Queste sono solo le prime avvisaglie di un “colpo grosso”, che porterà allo smantellamento completo dell’assetto economico italiano.
Gli anni ’90 si aprirono subito con grandi sconvolgimenti e grandi temi da affrontare: iniziò la stagione di “mani pulite”, furono assassinati i giudici antimafia Falcone e Borsellino, il debito pubblico arrivò ai massimi storici e vi fu un attacco speculativo alla lira e alle altre valute europee, da parte del finanziere George Soros, che portò alla distruzione del “sistema monetario europeo”.[7]
Andiamo con ordine, è il 2 giugno 1992, sul panfilo “BRITANNIA” di sua Maestà la Regina Elisabetta, ci fu un incontro più o meno riservato tra top manager italiani e britannici. Erano presenti i presidenti di ENI, INA, AGIP, SNAM, ALENIA e Banco Ambrosiano, oltre all’ex ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e al direttore generale del Tesoro “Mario DRAGHI”. La discussione fu incentrata sul tema delle “privatizzazioni” del comparto pubblico italiano, e la discussione si basò soprattutto su una critica al sistema italiano, reo di essere “lontano da un vero processo di privatizzazioni per ragioni culturali, di sistema politico e di specificità delle aziende da cedere", come ebbe a dire sullo “yacht reale” il presidente dell’INA Lorenzo Pallesi.[8] Ad inasprire il dibattito ci pensò il consigliere di Confindustria Mario Baldassarri, che incalzò:” Per privatizzare
servono 4 condizioni: una forte volontà politica; un contesto sociale favorevole; un quadro legislativo chiaro; un ufficio centrale del governo che coordini tutto il processo di privatizzazioni. Da noi oggi non se ne verifica
nemmeno una".[9] Quindi, se in quell’Italia la volontà politica non era propensa alle privatizzazioni, i vari manager pubblici e persone del calibro di Draghi, uomo della finanza internazionale, erano già catapultati verso il nuovo indirizzo economico, e la loro volontà veniva incontro agli interessi degli “amici” britannici, che avevano fretta nel spartirsi una bella torta dal valore di circa 100 mila miliardi di lire.
Torniamo indietro di 5 mesi, andiamo al 17 febbraio 1992, data dell’arresto di Mario Chiesa, che darà avvio alla stagione di “mani pulite”. Da lì a pochi mesi un’intera classe politica sarà spazzata via dalle inchieste di Di Pietro & co. I partiti letteralmente distrutti da questa stagione giudiziaria furono la Democrazia Cristiana e il Partito Socialista, i quali avevano una caratteristica comune: erano fortemente intrisi di “statalismo”, cioè erano fortemente inseriti nella concezione delle partecipazioni statali, e non avevano scrupoli ad offrire prebende ed elargizioni di Stato per comprare il consenso dei cittadini. Sicuramente, questo era un sistema lontano anni luce da quello degli affaristi della “city” di Londra e dei nuovi liberal/liberisti italiani. Da qui inizia la fase dei cosiddetti “governi tecnici” e nel 1993 il Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi e il suo governo istituiscono il “Comitato Permanente di Consulenza Globale e Garanzia per le Privatizzazioni”, con presidente Mario Draghi (vedi “Britannia”), e il ministro degli Esteri Beniamino Andreatta (vedi “Britannia”) istituirà accordi con il commissario europeo alla concorrenza Karel Van Miert, affinché le aziende di Stato possano diventare appetibili per il capitale privato.[10]
Avete notato cosa è successo? Ricordate le 4 condizioni per le privatizzazioni del “Britannia”?
Numero 1 (una forte volontà politica): dopo la scomparsa, causa Tangentopoli, dei partiti storici DC/PSI, si avvicendarono al governo vari “tecnici”, tutti fortemente propensi al nuovo corso economico; i nomi e cognomi di questi tecnici sono: Carlo Azeglio Ciampi, Giuliano Amato, Lamberto Dini, i già citati Andreatta e Draghi ed in seguito anche altri protagonisti.[11]
Numero 2 (un contesto sociale favorevole): beh, in quegli anni di grande caos, dove l’indignazione contro una classe politica “corrotta”(e statalista) che veniva spazzata via dalle inchieste(?) era alta, e dove il debito pubblico schizzava alle stelle, anche se non era un reale problema, il contesto era sicuramente favorevole per lasciare spazio alle privatizzazioni.
Numero 3 (un quadro legislativo chiaro): il quadro normativo cominciò ad essere chiaro dal 1993, con il già citato accordo Andreatta/Van Miert, che regolava la ricapitalizzazione del settore siderurgico a patto che lo si privatizzasse e l’azzeramento del debito delle imprese statali. [12] Inoltre, con il cosiddetto “decreto Amato” si trasformarono in società per azioni l’IRI, l’ENI, l’ENEL e l’INA, e con successivi decreti verrà regolamentata la pratica delle privatizzazioni.[13]
Numero 4 (un ufficio centrale del governo che coordini tutto il processo di privatizzazioni): ed ecco anche l’ufficio, cioè il “Comitato Permanente di Consulenza Globale e Garanzia per le Privatizzazioni”, presieduto dal tecnocrate Draghi.
Ecco, ora i tasselli del puzzle sembrano incastrarsi meglio, nel giro di pochi anni gli interessi della grande finanza sono riusciti a mettere tutte le cose in ordine, grazie a: tangentopoli (giustizia a orologeria?) e ad una classe politica completamente asservita (vedi sopra). Vediamo ora il secondo step di questo processo e cioè le privatizzazioni vere e proprie.
Nel corso del 1993 ritorna in auge un personaggio che abbiamo già incontrato nella nostra storia: Romano Prodi. Ritornato alla presidenza dell’IRI, dopo esser stato consulente per la Goldman Sachs, Prodi procedette alla svendita del gruppo Cirio-Bertolli-De Rica (comparto SME), alla società Fisvi, la quale non aveva i requisiti necessari per l’acquisto. Ed ecco perché questo giochetto: la Fisvi acquista a due soldi il gruppo, e a sua volta cederà il controllo della Bertolli all’UNILEVER (multinazionale alimentare anglo-olandese). Chi era
“l’advisory director” (direttore per le consulenze) dell’UNILEVER?? La risposta è semplice: l’impareggiabile Romano Prodi.[14] Risale al 1993 anche la prima privatizzazione di una delle grandi banche pubbliche, il “Credito Italiano”. La “Merril Lynch” (banca d’affari americana), incaricata come consulente dall’IRI, valuterà il prezzo di vendita del Credito Italiano in 8/9.000 miliardi, ma alla fine verrà svenduta per 2.700 miliardi, e cioè il prezzo stabilito dalla “Goldman Sachs”(altra banca d’affari americana).[15]
Sempre quell’anno verranno cedute anche le quote della COMIT, che assieme al Credito Italiano e alla BNL detenevano il 95% delle azioni della Banca d’Italia. Come consulenti per la cessione delle banche furono chiamati uomini come Mario Monti, Letta, Tononi e Draghi, tutti gravitanti nell’orbita “Goldman Sachs”.[16] Nel 1994, dopo le prime elezioni post Tangentopoli, al governo andrà il centrodestra guidato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sul quale peserà il sospetto di eccessiva accondiscendenza ad Alleanza Nazionale, che aveva in Antonio Parlato, sottosegretario al Bilancio, e nel vicepremier Giuseppe Tatarella due posizioni fortemente contrarie alle privatizzazioni.[16] Comunque, il governo Berlusconi durò pochi mesi, e alla presidenza del consiglio fu sostituito dal “tecnico” Dini. Con Dini, nel 1995, cominciò la prima fase di privatizzazione dell’ENI, dove fu dismesso circa il 15% dell’intero pacchetto azionario.[18] Nel 1996, a vincere le elezioni è il centrosinistra guidato dal “santo spirito” Romano Prodi, che cede un altro 16% delle quote ENI ed inoltre privatizzò la Dalmine e la Italimpianti appartenenti al gruppo IRI. E’ nel 1997 che Prodi dà il meglio di sé, infatti, ritorna a “trattare” col suo vecchio amico l’Ingegner Carlo De Benedetti. Sugli “affari” fatti dai due, l’ex segretario del Partito Liberale ed ex ministro dell’Industria Renato Altissimo sentenziò: “Infostrada — cioè la rete telefonica delle Ferrovie dello Stato – fu ceduta all’Ingegnere per 750
miliardi di lire da pagare in comode rate. Subito dopo De Benedetti vendette tutto per 14mila – ripeto – 14mila miliardi di lire ai tedeschi di Mannesman”.[19] Un vero e proprio regalo si direbbe! Sempre quell’anno Prodi mise sul mercato “Telecom”, con le azioni che furono vendute ad un prezzo irrisorio, infatti, appena un anno dopo le stesse azioni varranno sul mercato 5 volte di più (+ 514%).[20]
Dopo la caduta del governo Prodi nell’Ottobre 1998, a prendere il suo posto è Massimo D’Alema, uno dei tanti post-comunisti convertitisi alla causa liberista, che nel Novembre dello stesso anno privatizzerà la BNL, con la consulenza della JP Morgan (altra banca d’affari americana).[21] Nel 1999, dopo il “decreto Bersani” che liberalizzava il settore dell’energia, venne privatizzata l’ENEL e sempre quell’anno venne ceduta la società Autostrade alla famiglia Benetton (quella delle magliette). L’ultima fase di privatizzazione riguarda quel poco che era rimasto all’ENI, infatti, l’onnipresente Goldman Sachs acquisterà l’appetibile patrimonio immobiliare dell’ente per il valore di 3000 miliardi di lire. La cara Goldman farà incetta anche di altri immobili, come quelli della Fondazione Cariplo, mentre la Morgan Stanley (ennesima banca d’affari americana) si catapulterà all’acquisto dei patrimoni di Unim, Ras e Toro. Secondo studi eseguiti dal “Sole 24 ore”, i gruppi esteri oramai posseggono più patrimoni ex-pubblici di quanti ne posseggano gruppi italiani.[22] La fase delle privatizzazioni si può ritenere chiusa nel 2002, con la dismissione e la liquidazione dell’IRI.
Così, in meno di 10 anni, un intero sistema economico viene distrutto e tutto quello che ha reso l’Italia uno dei più grandi paesi a livello internazionale viene ridotto a poco più che uno spezzatino. Grazie allo scempio di queste svendite l’Italia si è giocata il 36% del suo PIL, e cioè della sua ricchezza. I maggiori artefici di questo processo predatorio dello Stato italiano sono gli stessi uomini che ci hanno consegnato nelle mani dell’Europa e nella morsa della moneta unica. Sono gli stessi che oggi vengono pontificati come profeti della buona politica,“grandi statisti”; ma prima o poi arriverà anche per loro, il giorno in cui dovranno rispondere al tribunale della storia e a tutti gli italiani per il loro alto tradimento alla patria. Per gli affaristi, che hanno
svenduto l’Italia e gli italiani al peggiore offerente, quel giorno arriverà.
Sperando che giustizia ci sia.
note:
[1] http://www.youtube.com/watch?v=lD_qRPGf0ug&feature=player_embedded ‐ at=121
[2]http://dipeco.economia.unimib.it/persone/Marzi/didatticaPolEconB/Le privatizzazioni In Italia.pdf
[3] http://informatorepolitico.ej.am/de‐benedetti‐romano�…
[4] http://it.wikipedia.org/wiki/Vicenda_SME
[5] vedi nota 3
[6] vedi nota 4
[7] http://www.movisol.org/privatizzazioni.pdf
[8]http://archiviostorico.corriere.it/1992/giugno/03/Inglesi…
[9] vedi nota 8
[10] http://www.paolobarnard.info/docs/Il_Piu_Grande_Crimine.pdf
[11] http://www.paolobarnard.info/docs/Il_Piu_Grande_Crimine.pdf
[13]http://dipeco.economia.unimib.it/persone/Marzi/didatticaPolEconB/Le privatizzazioni In Italia.pdf
[14]http://archiviostorico.corriere.it/1996/novembre/26/Vendita_Cirio_processi_Prodi__co_0
_96112610938.shtml
[15] http://www.impresaoggi.com/it/stampa.asp?cacod=60
[16] http://www.conflittiestrategie.it/2010/11/05/svendita‐italia‐labc‐panfilo‐britannia‐dinicoletta‐
forcheri/
[16] vedi nota 15
[18] http://www.impresaoggi.com/it/stampa.asp?cacod=61
[19] http://www.ilgiornale.it/interni/de_benedetti_vi_spiego_chi_e_davvero/30‐08‐
2009/articolo‐id=378414‐page=0‐comments=1
[20] http://www.disinformazione.it/telecom_e_le_storie.htm
[21] http://www.tesoro.it/ufficio‐stampa/comunicati/?idc=297
[22] http://ladiscussione.ilcannocchiale.it/2011/04/24/draghi_…
questa becera ricostruzione, non merita nemmeno che incominci a confutarla.
tra i benefattori dell'italia avete dimenticato tutta la DC , il PSDI, Calvi, Sindona, ed innalziamo un monumento a Berlusconi che ci ha finalmente salvati.
poi avete dimenticato la creazione dell'ENEL, con tutto cosa ha generato, le scorrerie di Gardini, e della montedison, e la "cassa del Mezzogiorno "?, e il banco di roma, diventato capitalia?….. tutto Ok , vero ?
che De Benedetti non sia una perla d'uomo, e soprattutto un capace imprenditore basta vedere cosa ha concluso con l'Olivetti, per capirlo, ma la pelliccia che ha sullo stomaco Berlusconi, non è stata ancora egualiata da nessuno, mi pare.
sta di fatto che non risulta che Romano Prodi si sia arricchito poi tanto, cosa che come minimo avrebbe dovuto avvenire.
che poi, 50 anni di storia Italiana, siano stati complessivamente un furto alle classi più povere, perpetrati da una imprenditoria famigliare sgangherata, da un sistema di potere mafioso e massone ( oltra alla P2), con la connivenza del PCI e soprattutto del PSI, è senz'altro una realtà.
Secondo me la ricostruzione non è becera ma molto raffinata.
1) "sta di fatto che Romano Prodi non risulta si sia arricchito poi tanto, cosa che come minimo avrebbe dovuto avvenire"
Che significa? Uno dei maggiori elementi di stupidità degli italiani moderni è questo. Tra il politico Tizio che, ipotiziamo, vende un'impresa pubblica a 1000 miliardi di lire, prendendo una mazzetta di dieci miliardi e che in realtà poteva essere venduta a 5000 miliardi di lire, e il Politico Caio, che non prende la mazzetta e vende la medesima impresa a 300 miliardi di lire, gli italiani stupiditi preferiscono il secondo. Una intelligenza come la tua non può cadere in questa assurdità. Se uno scemo o un indottrinato o un fanatico sono più pericolosi di un delinquente lo dicono i fatti (i danni che combinano), non valutazioni moralistiche.
2)Berlusconi ha pensato a farsi gli affari suoi. La cricca dei privatizzzatori ha distrutto un sistema economico. Io non sto né con Berlusca né con i suoi avversari. Ma non capisco chi sta con i suoi avversari, salvo che si tratti di un liberale o un liberista. Se invece è un socialista o un comunista o un simpatizzante del cattolicesimo sociale lo considero un ingenuo o uno sciocco o un drogato da Repubblica e il fatto quotidiano come altri sono drogati dalle televisioni del Berlusca. Io litigo tutti i giorni che lo vedo con mio padre. Secondo lui si deve criticare Berlusconi. Se non lo critico o se critico gli avversari si innervosisce. Fa parte di una tifoseria. Quindi lo comprendo. Ma non deve dare lezioni a nessuno. Deve soltanto smetterla di tifare.
3) La colpa di DC, PCI e PSI è stata di non aver inculcato negli italiani (almeno un po' di) senso dello stato. Ma, come tu ammetti, per lunghi anni vi fu pareggio di bilancio. E poi vi furono equo canone. Scala mobile. Riforma agraria, che tolse la terra ai latifondisti. Abolizione della mezzadria. Il ppiano casa di Fanfani. Fummo l'ultimo paese ad ammettere la televisione privata nazionale. Se ancora non abbiamo capito che, a causa della ideologia che hanno sposata e applicata, Ciampi, Amato, D'Alema, Prodi, Veltroni, Berlusconi, Fini e Bossi non valgono un centesimo di De Gasperi, Andreotti, Fanfani, Togliatti, Berlinguer, Massimo Severo Giannini, Vanoni ecc. ecc., allora non abbiamo ancora capito nulla. Non confondiamo il Monte Bianco, che per carità non era l'Everest, con la depressione carsica.
@ stefano
la ricostruzione della vendita SME e alfa romeo, sono prese pari pari dalla ricostruzione fatta dai berluscones per screditare Prodi.
segui le sentenze giudiziarie, e poi vedrai una realtà totalmente diversa. che poi Prodi fosse anche un democristiano DOC e come tale abbia chiuso più di un occhio, non lo voglio negare, ma questa ricostruzione , ripeto, è becera, perchè fatta ignorando un mucchio di fatti che ne alterano completamente il senso.
e mi fermo li, perchè su è tutta montata per denigrare gli oppositori dell’unico grande delinquente Italiano, e sai bene di chi parlo.
@ stefano
e se hai ancora qualche dubbio, visto che wikipedia è usata anche come fonte di informazioni, leggila:
http://it.wikipedia.org/wiki/Vicenda_SME
e forse capisci cosa dico, anche se , pure lì manca qualche dettaglio.
sempre @ stefano
"la decisione della Cee riconferma quanto già noto nei fatti e cioè: 1) l' offerta Fiat di fine 1986 per l' acquisizione delle attività automobilistiche Alfa Romeo deve globalmente intendersi più vantaggiosa dell' offerta Ford; 2) il prezzo pagato da Fiat per le attività automobilistiche Alfa Romeo deve intendersi giusto."
tratto da:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/01/alfa-romeo-la-cee-avverte-non.html
vogliamo andare a cercare da dove è estratta la sentenza ?
@ stefano
riguardo a Berlusconi basta leggere o ascoltare Travaglio, per farsi un'idea di che individuo sia e in quali e quante malversazioni sia stato implicato.
Travaglio esagera ? non mi è particolarmente simpatico nemmeno lui, visto che difende Israele a prescindere, ma se avesse detto o scritto anche solo una parola di troppo, riguardo al nostro, non pensi che con la schiera di avvocati che ha disponibili ( pagati da noi) lo avrebbe già fatto condannare per diffamazione ? e invece nulla….
che poi, tutti i partiti rappresentati in parlamento, facciano parte di un'unica "cricca" mi sembra di averlo già ampiamente sostenuto, sostenendo anche che questo "sistema" di democratico ha solo il nome, ma anche illustrando il perchè.
certo che poi è ladro chi ruba una mela, che finisce in galera per direttissima, e chi ruba miliardi, che invece viene affidato compassionevolmente ai servizi sociali.
io preferisco però il primo.
Ma che bel ragionamento, Andrea Mensa. "Lo hanno detto i berluscones" e allora è per forza falso, per carità, non si ammette che chi non la pensa come noi possa dire la verità, nemmeno per un attimo. E così non entri minimamente nel merito delle questioni, ma ti limiti ad attacchi ad hominem (o ad fazionem) che non sono degni di entrare in una discussione razionale. Quando poi affermi che Berlusconi è "l'unico (sic) grande delinquente Italiano" non posso che parafrasare Bonaparte: "stupidità o tradimento?"
Ti meriti un po' di cattiveria ebraica. In Yiddish il termine "strofinaccio" si rende con "shmotto". Ecco, se le tue argomentazioni fossero di stoffa non le userei nemmeno come shmotto per pulire per terra.
Arriviamo finalmente al dunque.
Le idee di Andrea Mensa sono le stesse che si possono trovare nei migliori testi di economia monetaria, come il mio, redatto da Gian Battista Pittaluga (attuale assessore alle finanze della Regione Liguria). I concetti sono i medesimi, le argomentazioni si assomigliano… e l'ideologia è sempre quella.
Questa conversazione dimostra che l'argomento in questione non è determinato da ragioni economiche, ma da scelte politiche. L'indipendenza della BC non serve per garantire prosperità al paese, né per alcuna altra ragione pratica; è invero necessaria per SOTTRARRE AI CITTADINI LA POSSIBILITà DI INFLUIRE SULLE SCELTE FONDAMENTALI DI POLITICA ECONOMICA.
C'è dietro una precisa filosofia; la plebaglia è incapace di autogovernarsi, essa è massa ingrata e ingorda, e darle troppo potere significa precipitare nell'oclocrazia.
Ecco l'essenza del pensiero liberale, che è una filosofia politica aristocratica, pessimista e anti-popolare.
Non importa che sotto il profilo tecnico sia anche falsa e bugiarda, come dimostrano gli esempi storici portati di super-inflazione. Weimar, dopoguerra francese, amministrazione Lincoln.. tutti momenti contraddistinti dallo stato d'eccezione. Avremmo potuto parlare anche dell'Ungheria del 1919 o della Serbia del 1999, ma comparare momenti eccezionali a quello che potrebbe accadere oggi in Italia è come comparare una mela ad una zucca, è un comportamento da BARI.
Ma perché me la prendo tanto? Vedete, in queste settimane mi sono impegnato molto per il sì ai referendum sull'acqua; e non perché l'acqua sia un Bene Comune o altre fumisterie ideologiche (l'acqua non è altro che un bene di consumo accompagnato da particolari garanzie), ma per sconfiggere il nefasto "meme" del pubblico inefficiente e corrotto da sostituire col privato brillante ed efficiente. vedete, il principio è lo stesso, sia in ambito idrico sia in quello dell'emissione monetaria. I fautori della privatizzazione, o comunque della limitazione del potere politico e democratico, ci dicono che il popolo non è in grado di gestire la propria vita. Il prezzo di questa impostazione ideologica è in un caso l'inefficienza dei servizi idrici, nell'altro la rovina della nostra economia (come dimostrano inoppugnabilmente gli articoli citati). Insomma, come (quasi) sempre la scelta è tra la democrazia da un parte, e la sofferenza e il disagio delle massi popolari dall'altra. Io sto dalla parte della democrazia.
Anche a me l'intervento di Andrea era apparso inconsueto e non in linea con il suo acume. Come se i berluscones non potessero dire, magari perché interessati, cose vere. Come si fa a utilizzare un simile argomento? E soprattutto l'accenno all' "unico grande criminale italiano" testimonia lo squilibrio tipico degli antiberlusconisti (mio padre ne è un insigne rappresentante e purtroppo non posso che scontrarmi con lui ogni volta che parliamo di politica). Andrea, Luigi Berlinguer, con la sua riforma universitaria, alla quale, salvo una dittatura, non si potrà rimediare nemmeno in trenta anni ha provocato danni che valuterei in 3000000000000000000000 miliardi di euro. Anche Berlusconi ha fatto agli italiani un analogo danno e anche un po' più grave. Ma lo ha fatto come imprenditore che ha introdotto in Italia la televisione commerciale (per questo meriterebbe Piazzale Loreto), non come politico.
Anche la replica che Andrea ha fatto non mi convince.E' ovvio che in un articolo a tesi si può trovare una o altra forzatura. Ma le sentenze della Corte di Giustizia europea, così come quelle dell'antitrust e le sentenze del TAR che si pronunciano in questa materia devono essere considerate irrilevanti. Sono un fatto politico. Valutano interessi alla luce di una ideologia. Se tu avessi svolto studi giuridici con impostazione critica saresti certamente d'accordo con me.
Il problema è: chi ha realizzato le privatizzazioni più rilevanti? chi ha spinto di più per far entrare l'Italia in Europa e quindi per mettere tra parentesi la nostra Costituzione economica e per rendere prevalente il liberismo europeo? chi si è innamorato della libera concorrenza, concetto opposto alla programmazione e al modello dirigista previsto nell'art. 41 della costituzione? chi ha guadagnato dalle privatizzazioni? tra le due parti al governo chi ha avuto maggiori rapporti con le banche d'affari statunitensi o inglesi (mi sembra che sia stati un figlio di Bassolino a partecipare, per conto di una banca inglese, alla stipulazione di swaps con il comune di Milano – ma la notizia va confermata; aggiungi Prodi; e chi sa perché Draghi è più vicino al centrosinistra che al centrodestra; mettici pure Padoa Schioppa)? Chi ha riformato l'università sostenendo che essa dovesse preparare al lavoro? La risposta è IL CENTROSINISTRA. La verità è la verità. Il centrodestra è stato meno attivo. Un po' perché più legato al mondo dei piccoli imprenditori e professionisti che vengono colpiti dalle privatizzazioni e dalla concorrenza. Un po' perché il partito ex fascista (purtroppo) per un po' di tempo è restato più dirigista del partito (ex) comunista. Un po' perché non aveva necessità di accreditarsi come liberista (necessità, invece, avvertita dall'ex PCI). Un po' perché a Berlusconi interessava soltanto salvare e realizzare i suoi interessi.
Aggiungo – e questo è il punto decisivo – che il problema non è l'autonomia in sé. E' il compito che la BCE autonoma deve perseguire: tenere bassa l'inflazione a qualunque costo. Salvaguardare il capitale dalla svalutazione. Dunque tenere a freno la remunerazione del lavoro.
Aggiungiamo l'apertura dei mercati e la possibilità di "investire" (sic) in fondi (imposti anche essi da direttive europee) minacciando di riprendersi i soldi se non rendevano il 10% (Andrea l'8% superiore all'inflazione è rubato al lavoro da qualche parte del mondo! Il denaro non deve produrre denaro! Il denaro si deve svalutare con il tempo, a poco a poco) ed ecco la miserabile situazione nella quale ci troviamo.
@ martini
"Ma che bel ragionamento, Andrea Mensa. "Lo hanno detto i berluscones" e allora è per forza falso, per carità, non si ammette che chi non la pensa come noi possa dire la verità, nemmeno per un attimo."
no caro, ma la "macchina del fango" l'hanno inventata loro nel momento in cui hanno cominciato a disporre della gran parte dei media italiani.
d'altronde, come in tutte le storie complesse, basta estrarre quanto interessa, per dimostrare ogni possibile tesi, senza ovviamente mentire. basta selezionare.
d'altronde confutare questi scritti, non serve a nulla, visto che i link ve li ho indicati, e nemmeno così difficili da andare a vedere.
poi, ovviamente, qualsiasi ragionamento contrario al vostro è sicuramente "politico".
auguri, signori.
ps.Pittaluga, non so nemmeno chi sia, e sinceramente non mi importa di saperlo.
@ d'andrea
sul discorso monetario, in un sistema"fiat" vi ho fatto un semplice ragionamento, non politico, non economico, non finanziario, ma semplicemente LOGICO.
aspetto ancora che qualcuno riesca a confutarlo senza ricorrere a "l'ha detto….."
questo, per me è discutere, se non si è capaci di confutarlo, forse c'è qualcosa che non và nelle tesi contrarie, non trovi ?
Sono d'accordo con D'Andrea per ciò che riguarda la valutazione dell'operato del centro destre e del centro sinistra in questi ultimi decenni.
Lo voglio precisare perché invece sono molto critica sulle sue affermazioni economiche. Le sue intuizioni fanno pensare ma l'impressione che ne traggo è che siano sbagliate.
Mi riferisco a: “ Aggiungo – e questo è il punto decisivo – che il problema non è l'autonomia in sé. E' il compito che la BCE autonoma deve perseguire: tenere bassa l'inflazione a qualunque costo. Salvaguardare il capitale dalla svalutazione. Dunque tenere a freno la remunerazione del lavoro.”
L'inflazione è un fatto negativo molto grave. Danneggia i debitori nei confronti dei creditori, danneggia i percettori di redditi fissi rispetto ai percettori di redditi variabili, danneggia le imprese oneste rispetto a quelle che evadono e che speculano, attua una redistribuzione selvaggia dei redditi. La moneta diventa una patata che scotta e si difendono molto meglio i rentiers e i capitalisti che possono acquistare beni rifugio e immobili. Non a caso oggi sono tanti ad acquistare l'oro, ma anche materie rare, terre, fino a grano e riso. Acquistando beni si potrà rivenderli quando il prezzo è cresciuto recuperando tutto il valore. I capitali sono molto mobili e possono sfuggire alla forma monetaria. I percettori di salari e stipendi non possono far altro che tenere i loro redditi in forma monetaria perché devono spenderli tutti durante il mese subendo l'aumento del prezzo dei beni. A poco vale una scala mobile per difenderli. L'iperinflazione in Germania del secolo scorso metteva alla fame i percettori di redditi bassi, ma faceva prosperare i capitalisti che detenevano le industrie e tutto il resto, pagando salari sempre più svalutati.
Penso che anche oggi, in Cina, l'inflazione danneggi operai ed impiegati, ma non danneggi coloro che controllano l'attività produttiva. Se poi è un fenomeno solo interno, non aumenta proporzionalmente, per questi ultimi, il costo delle materie che devono importare, a meno che non vi sia una corrispondente svalutazione della loro moneta, cosa che comunque provochebbe una compensazione data da un aumento delle esportazioni.
I fenomeni economici sono tutti concatenati e bisogna stare molto attenti.
Correggo: " Danneggia i debitori nei confronti dei creditori" con "Danneggia i creditori a favore dei debitori". Scusate
@ d'Andrea
un'ultima cosa, sull'articolo di Martini.
ti ho fatto un lungo elenco di personaggi ch ehanno danneggiato l'Italia, ed hanno attinto a piene mani a risorse indebite.
quando dico "becero" mi riferisco al colpo d'occhio che mostra evidente l'intenzione dello scrittore.
fosse stato un po' più intelligente, avrebbe almeno mescolato Prodi e De Benedetti, a qualche altro profittatore del "sistema Italia".
e invece no, semplicemente , e in modo molto disonesto, aggiungo io, ha scelto gli unici due obiettivi indicati da berlusconi, come suoi "nemici".
l'uno perchè l'ha battuto ben due volte alle elezioni, l'altro perchè pubblica due giornali non asserviti a lui ( che poi non siano perle di informazione nessuno lo discute, ma almeno una buona parte di quelle che le testate da lui possedute non danno o mascherano ci sono).
ora il prossimo articolo di martini me lo aspetto su Santoro, Fazio e Floris, visto ch eanche quelli non stanno sul libro paga di Berlusconi, e quindi riescono anche a fare un minimo di critica.
ripeto: con un po' più di intelligenza, avrebbe almeno esteso la sua critica ad un numero maggiore di "criminali" tanto perchè non balzasse evidente il pregiudizio e la speciosità. Questo semplice fatto non occorre essere dei geni per capirlo.
non c’è bisogno di prendesela tanto se il bersaglio sono stati solo prodi e de benedetti. non credo sia stato fatto perché si parteggi per berlusca. o davvero pensate di sì?
Daniela,
procedu per intuizioni e distinguerei tra inflazione e iperinflazione.
Ho l'impressione che con l'iperinflazione sta bene soltanto il contadino. Il benestante vende mobili di pregio, quadri e divani per avere un quarto di vitello. Dieci anni di iperinflazione e chi alleva animali e coltiva la terra si accaparra tutti i beni della nazione, venduti da chi ha necessità di mangiare! Esagero. Però direi che l'iperinflazione indica il crollo di un sistema, dove tutti stanno peggio. Altro è un sistema di iperinflazione, che nessuno può desiderare, altro è un sistema dove la regola fondamentale è che la rendita sia inferiore all'inflazione. Questo mi sembra il punto fondamentale. Al più, per rispettare la costituzione, che tutela il risparmio, diciamo che la rendita deve soltanto compensare l'inflazione.
Andrea,
mi sembra che ti abbiamo risposto.
Non mi sembra utile intelligente equilibrato sostenibile accettabile che si creda che Berlusconi ha fatto più male all'italia del solo Luigi Berlinguer (questione università) o dei privatizzatori. Le leggi ad personam si possono cancellare in un giorno. Ruby non mi sembra la ragazzetta violentata che ha subito un trauma; i mille personaggi squallidi che il popolo italiano elegge in uno o altro collegio non ppossono essere imputati a Berlusconi. La contro-riforma dell'Università richiederebbe trenta anni e probabilmente necessita di un governo autoritario. La ricostituzione di un sistema di imprese pubbliche e di un'economia mista e il rinnovato vigore della nostra costituzione economica necessitano di un crollo o di una crisi prolungata e di una volontà politica inesistente (sia tra i dirigenti che tra i rappresentanti politici del centrosinistra). Anche qui saranno necessari, nel migliore dei casi, venti anni.
Questo non vuol dire che bisogna stare con il centrodestra. Io ho votato oggi dopo dieci anni. Ma non certo per far fuori Berlusconi. E non ho mai votato né mai voterò per il centrodestra. Le possibilità sono due: o si sta con una delle due coalizioni (e alcuni credono che è meglio il centrodestra e altri che è meglio il centrosinistra) o si sta contro il partito delle due coalizioni. Farsi buggerare e ingannare e farsi attirare dall'antiberlusconismo (quando il problema non è berlusconi) o dall'anticomunismo diffuso da berlusconi (quando il comunismo non esiste più) significa essere ingenui.
Ti sono state svolte critiche logiche. Perché citi sempre casi di iperinflazione, dominati dallo stato di eccezione e non ti soffermi semplicemente sul fatto se era meglio il sistema 1930-1981 rispetto a quello successivo? Perché non prendi atto che l'obiettivo della BCE non coincide già con quello della FED, meno legata all'obiettivo unico di combattere l'inflazione? Perché non prendi atto che le critiche alla completa autonomia di Banca d'Italia sono di tanti tipi e tra di esse c'è quella che vuole che la lotta all'inflazione non sia obiettivo unico al quale tutto va sacrificato; e quella che constata che le rendite sono state sempre superiori al tasso di inflazione reale e che questo non deve accadere? Soprattutto, alla base della economia, disciplinata dai suoi principi, c'è la filosofia dell'economia. Il capitale si deve rivalutare, si deve proteggere dalla svallutazione o un po' si deve svalutare? Questo è un interrogativo che va risolto prima di dire che cosa bisogna fare sotto il profilo della politica economica. Perché la politica economica non è altro che lo strumento per orientare l'organizzazione sociale versi la direzione scelta rispondendo a quella domanda.
Per Daniela
Nessuno qui è innamorato dell'inflazione. Ma non possiamo fare a meno di ribellarci quando qualcuno, quali i nostri attuali dominanti, adotta politiche restrittive (vedi BCE) per contenere l'inflazione e poi, mediante speculazione e IVA, causa forti e generalizzati aumenti dei prezzi. C'è poi da chiarire se una certa instabilità dei prezzi sia una prospettiva così mostruosa da giustificare una economia inefficiente. Certo,se continuate a indicare come esempi storici paesi distrutti dalla guerra, come la Germania post-45, allora vincete facile; ma è un modo di argomentare imbroglione. Insomma, la questione è sempre quella sollevata da Franco Modigliani: « Non è tollerabile che una banca centrale, isolata, che non ha nessuna responsabilità né l'obbligo di spiegare quello che fa, possa continuare a creare disoccupazione mentre i governi stanno zitti. »
Per Mensa
"ora il prossimo articolo di martini me lo aspetto su Santoro, Fazio e Floris"
No tranquillo, sarà su Milena Gabanelli.
Salve a tutti, sono l'autore dell'articolo. Volevo ringraziare chi lo ha apprezzato, e volevo anche dire ad Andrea Mensa che io non prendo in esame nessuna tesi "berluscones".
Se vuoi parlare con me, ti lascio la mia mail, magari per chiare le nostre posizioni in privato: lavocedelcorsaro@virgilio.it
Naturalmente potete scrivermi tutti, se volete dei chiarimenti o per qualsiasi altra cosa.
Buona giornata a tutti.
Non ho capito. Puoi essere un po' più chiaro, scrivendo ciò che è implicito nel tuo pensiero?