Liberalismo vs. socialismo
di LUCA MANCINI (FSI Roma)
La storia dell’età contemporanea è caratterizzata dallo scontro tra due ideologie socio-economiche: liberalismo e socialismo.
Il primo glorifica il mercato e vive nella ferrea convinzione che esso si autoregoli e goda di un equilibrio intrinseco. Se ciò non avviene è colpa dello Stato e dell’intervento pubblico in economia, il quale non fa altro che distorcere le forze produttive. Perciò il liberalismo mira all’eliminazione dello Stato o a ridurlo al ruolo di mero ente giuridico predisposto a dirimere le controversie tra privati. Tutto ciò, in nome della libertà dei singoli individui, la quale va preservata ad ogni costo.
Dall’altra parte c’è il socialismo, il quale ritiene che il mercato non si autoregoli e anzi che esso generi e aumenti soltanto la disparità sociale. Perciò, in nome dell’uguaglianza, è necessario l’intervento dello Stato in economia per riequilibrare la redistribuzione della ricchezza. Questo può essere drastico e sfociare nell’abolizione della proprietà privata, individuata come fonte delle disuguaglianze sociali e in tal caso si parla di comunismo.
Queste due ideologie di base si coniugano in una miriade di sfumature che hanno preso vita nel corso del secolo scorso: liberisti, liberali, keynesiani, fascisti, corporativisti, nazionalsocialisti, socialdemocratici, socialisti, comunisti etc. Ideologie totalizzanti che hanno discusso e combattuto per tutto il XX secolo su come dovesse essere la società: liberale o socialista? Quanto liberale e quanto socialista? Chi ritiene che questo scontro sia terminato con il crollo dell’URSS nel 1991 è uno sciocco ed un ingenuo. La lotta prosegue perchè è connaturata alla società contemporanea nata dalle rivoluzioni industriale e francese.
Il sovranismo è un’ideologia anti-liberale e si inserisce nel solco della tradizione socialista, in quanto propugna un massiccio intervento dello Stato in economia e non riconosce alcuna capacità autoregolativa al mercato, il quale, se lasciato a sé stesso, è esclusivamente fonte di disuguaglianze sociali. Tuttavia il FSI non ha mai pensato minimamente di abolire la proprietà privata, perciò rigetta la ricetta comunista.
Nell’attuale epoca di liberalismo sfrenato, dove nessun partito esistente si colloca nell’alveo del socialismo, il FSI si propone come la casa di tutti quelli che si sentono socialisti e si riconoscono come tali, a prescindere dalla sfumatura di significato che essi attribuiscono a tale parola.
Il campo di battaglia ormai è ben definito: il FSI è la casa di tutti coloro che vogliono combattere il comune nemico liberale e lottare per una maggiore uguaglianza tra gli uomini.
Viva la Repubblica Sovrana!
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