Soluzione: gli stati europei recuperino la piena sovranità nazionale
Tito Pulsinelli su Selvas ha pubblicato un articolo (titolo originale "Animaleria economica") che sintetizza tutte le idee che questo blog cerca di difendere; quasi un documento di analisi e programmatico del Fronte Popolare Italiano! Un articolo che condivido e sottoscrivo parola per parola e che invito a leggere con l’attenzione che merita. Mi auguro che Tito Pulsinelli venga all’assemblea nazionale del 22 e 23 ottobre (SD’A)
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Appare morale, e impossibile da contraddire, chi afferma che piú importante della vita sono “i Mercati”. Si sprecano in genuflessioni e salamelecchi verso questa nuova divinitá che traccia i destini delle nazioni e delle genti. E’ l’oggettivitá pura, il domineddio reincarnato in tre SpA (1), tutte anglosassoni e di stanza negli Stati Uniti, con ampia versatilitá: arbitri, croupier, gendarme, giudici e giocatori d’azzardo globale. La fede prezzolata ne “i Mercati” equivale alla confessione pubblica di sudditanza totale ai voleri e strapoteri di questa “sacra triade” che parla anglo-sassone e yddish.
La musica suonata a Madrid, Londra, Roma, Atene e Washington é la medesima. Letta sullo spartito scritto dal governo-ombra della finanza. Gli interscambiabili e prescindibili “leader”, con i loro seriali ed omologati partiti mediatici, si alternano ai governi senza che si notino differenze. Con un’unica funzione: allestire l’avanspettacolo e “fare l’arrangiamento”, adattando la colonna sonora alle idionsicrasie delle varie cittadinanze ed elettorati locali. Laburista, conservatore, popolare, liberali -buoni questi!- centro-qualcosa o qualcos-altro, sono complici del potere de facto, sovranazionale che – dal primato dell’economia di qualche tempo fa – oggi in pieno delirio onnivoro, proclama la dittatura economica.
L’élite finanziaria, rivendica a gran voce il diritto esclusivo a batter moneta, di continuare inopinatamente ad emettere l’equivalente di 15 volte di tutto quel che producono i salariati, tecnici, liberi professionisti, piccoli e medi imprenditori. Un comune mortale produce un euro vero, loro ne inventano 15 cartacei. Proibito allo Stato emettere valori, deve indebitarsi solo con la banca privata, non con i propri cittadini. Verboten! L'alluvione di valori cartacei o magnetici, “azioni”, coriandoli, cotillons fabbricati forsennatamente dalle Borse, approdata all’inevitabile bancarotta é stata premiata dagli imbelli governi. Hanno consegnato gli erari pubblici ai bancarottieri. Sono quegli stessi governi che oggi predicano la socializzazione del debito e la privatizzazione del restante patrimonio nazionale scaturito dal lavoro di varie generazioni: Eni, Enel, Finmeccanica, Poste, i risparmi nazionali, l'oro della riserva (2), municipalizzate ecc.
Negli evanescenti governi d’Europa abbondano i Pilato seriali che passano ai giudici la patata bollente di indagare sullo strapotere della “sacra triade”. La demagogia del potere esecutivo che scarica sul potere giudiziario ogni responsabilitá, mostra l’evidenza d'una franca abdicazione a favore dei poteri esterni. La politica economica, finanziaria e monetaria non sono piú un'incombenza delle istituzioni sorte dal suffragio universale. Quanti voti ha ricevuto Mario Draghi? Quale maggioranza puó esibire la Banca Centrale Europea (BCE)? Gli inamovibili Barroso e i suoi colleghi della “commissione di Bruxelles”, da chi hanno ricevuto il mandato a parlare in nome dell’Europa? Questa gente ha ottenuto gli incarichi con oscure manovre e con elezioni di terzo o quarto grado.
Si atteggiano a stilisti-dei-bilanci d'alta sartoria: tagli, ritagli, accorciare, stringere, ritorno della mini. Non possono occultare la nuda essenza di una vera e propia abdicazione al governo reale sovranazionale. Calpestano e rinnegano il valore del bene comune, accettano l’amputazione della sovranitá nazionale, e mettono mano alla pistola quando sentono parlare di diritti alla salute, al lavoro e all’istruzione. Leggono Financial Time e Wall street journal come fossero le tavole della legge unica. Sdilinquiti, si offrono con voluttá solo alle sirene dei “diritti umani”, e negano persino il diritto alla vita se Wahington e Londra lo esigono.
E’ in fase avanzata la liquidazione di tutti i poteri che emanano dal voto dei cittadini; il gran potere economico si é annesso o ha minimizzato il potere esecutivo, quello giudiziario, mediatico ed ha imbrigliato il potere militare con la camicia di forza della NATO. Il governo reale, autodeterminato, occulto, esterno e parallelo ha giá deglutito l’autonomia dei governi, facendo della comunicazione-cultura un proprio latifondo mediatico. Ha subordinato gli eserciti nazionali europei al comando del Pentagono e del complesso militar-idustriale degli Stati Uniti. Traballa la separazione storica dei tre poteri che era alla base delle nazioni europee: il potere finanziario assorbe e avvassalla progresivamente tutti quanti gli altri. Senza ravvedimenti, e’ l'avvisaglia di sconvolgimenti severi.
La democrazia rappresentativa é giunta al tramonto perché non riesce a rappresentare piú gli interessi o le esigenze vitali minime dei cittadini. Questi, sono stati privati di una offerta realmente diversificata di opzioni, ad opera di boiardi che hanno appreso l’arroganza durante i tirocini giovanili nella bottega Goldman Sach’s. L’antico stornello di “Signori, arricchitevi!” , e’ appunto cosa antica, una favola troppo datata troppo datata. Chi reputa salutare il moltiplicarsi dei megamilionari, sara’ presto svegliato dal frastuono feroce dei troppi esclusi e declassati (classi medie incluse).
Dopo la caduta di Berlino e Mosca, si levarono alti gli ebbri canti di trionfo per la dipartita del “modello sociale antagonista”. Saccheggiate le imprese e le risorse naturali della Russia, si aggiudicarono con spiccioli anche l’asta dei beni nazionali creati dal lavoro di tre generazioni di europei orientali. Poi misero il guinzaglio ai “piccoli dragoni” e Soros delirava d’estasi per le “societa’ aperte” (a che?) come forma superiore di civilta'. La marcia trionfale continuo’ nelle Americhe, con l’apripista Pinochet che -con un’adeguata terapia costrittiva- consegno’ il Cile ai Chicago boys. Fu il connubio felice tra madrasse accademiche liberiste e le costumanze barbariche delle caserme cilene. Era un 11 settembre del 1973: calcolatrice e moschetto, neoliberista perfetto!
Fu la volta dell’Europa: dopo la liquidazione dello stato del benessere sociale e del welfare, passarono alla minimizzazione dello Stato, liquidazione dell’economia mista, e oggi siamo all’assalto frontale finale per la realizzazione millenarista del “zero Stato”. Dopo la liquidazione delle rimanenze della rivoluzione sociale russa, ora vanno all’attacco mimetizzato dei pilastri della democrazia rappresentativa, ultima eredita’ storica della rivoluzione francese. La piu' recente circolare interna prescrive il “golpe costituzionale” -(a Madrid detto e fatto)- cioe' la sacralita' dell'usura, tramato per trasformare automaticamente in legge i diktat del direttorio-ombra che sta mutando la democrazia rappresentativa in dittatura economica.
Z. Brzenziski, noto filantropo umanista, aveva espettorato le sue lamentele per la “ingovernabilitá” del mercato–mondo dovuta -a sua dire- alla proliferazione delle tecnologie informatiche e all’accresciuta capacita’ della societa’ civile internazionale. Disturbano troppo il manovratore. Troppi dirigenti sociali di base, troppi formatori trasversali d'opinione e troppo preparati, per il suo raffinato gusto. Meglio tornare ai tempi in cui i figli facevano il mestiere dei padri, e l’élite era preparata dai precettori o nei conventi. Detto fatto: la terapia del FMI e BCE – protesi del racket finanziario sovranazionale – punta a svuotare le universita’ e svalutare l’istruzione ancora obbligatoria. Impoverire la dieta e rendere piu’ cagionevole la salute pubblica.
L’animalita’ económica e’ la risposta oscurantista alla destrutturazione progressiva e avanzata d’un modello che pretesero universale, superiore, unico e che oggi e' imploso anche nei Paesi piú industrializzati e piu’ indebitati. Stanno perdendo prestigio, con egemonismo culturale calante e ruolo di referenti d’obbligo svanito. L’apparente razionalita’ concettuale e' instabile, cosí pure l’esibizione di elevati standard di consumo arretra. La forza della ragione cede il passo all’eclisse dell’umanesimo e al primato della forza. In casa si profilano solo le vie di fatto, leggi autoritarie, relegare le maggioranze ai margini e democrazie tutelate dai banchieri. Fuori, si abbandonano alla tentazione delle avventure neo-coloniali e al sogno delle materie prime assicurate manu militari.
E’ un mendace alibi l’insistita metafora della “crisi económica”, é ben di piu’ e peggio. E’ un destrutturante processo che corrode ormai il sistema economico, i modelli-Paesi, i sistemi politici e la captazione del consenso. E' in corso una guerra economica, commerciale, monetaria, mediatica, culturale e militare (Iraq, Afganista, Libia). Traballa il contratto sociale stipulato con la cittadinanza, stracciato per privilegiare la cupola della rendita improduttiva e l’usura internazionale. Il culto millenarista al Totem de “i Mercati” e’ una fiabesca foglia di fico virtuale, C’e’ chi sale e c’e’ chi scende. I cosiddetti emergenti (BRICS) salgono perche’ hanno da tempo intrapreso una strada inversa a quella imposta dal FMI e BCE agli europei.
La depredazione integrale subita dal Brasile, Russia e India per modernizzarsi alla moda del neoliberismo, quando la deregulation era la pietra filosofale obbligatoria, e la privatizzazione era quasi uno sport che non risparmiava neppure le banche centrali, ha insegnato a caro prezzo la lezione. Oggi, emergono e avanzano perche’ hanno recuperato il valore strategico della sovranita’ nazionale, con la forza di recuperare progressivamente tutte le funzioni ed il terreno che lo Stato aveva ceduto a “i mercati”. Nel blocco sudamericano dell’UNASUR, dopo che gli argentini, ecuadoriani e boliviani misero in fuga una dozzina di presidenti devoti a “i Mercati”, c’e’ crescita constante. Quel che si portavano via multinazionali e banchieri senza pagare nemmeno le tasse, ora alimenta politiche sociali e redistributive. Le banche fallite non le finanziarono con denaro pubblico, le nazionalizzarono.
In Venezuela, da quando gli idrocarburi sono diventate un bene strategico della nazione –consacrato nella Costituzione- il 40% del bilancio é destinato alla salute, istruzione e pensioni. E’ stato un gran beneficio che un tal Giusti passasse – dalla presidenza dell’impresa petrolifera statale (PDVSA)- a fare il consigliere per le materie energetiche di Bush, e poi finalmente a “i Mercati”. Il modelo di governabilitá sudamericano (Brasile, Venezuela, Argentina, Bolivia, Uruguay, Ecuador) é basato sull’alleanza dei governi con i forti movimenti sociali che estromisero il FMI e sconfissero il liberismo.
Con il recupero della sovranita’ nazionale sono sopravvenuti gli antidoti per ridurre lo strapotere della banca internazionale, delle multinazionali, delle oligarchie interne e dei vassalli de “i Mercati”. Protezionismo, economia mista, diversificazione delle alleanze commerciali, industriali, geopolitiche, militari, controllo delle banche centrali, hanno cessato d’essere eresie per diventare politiche in esecuzione. L’Europa, sta passando sotto le stesse forche caudine del governo-ombra mondiale, venti anni dopo che i Paesi emergenti hanno trovato la bussola per uscirne. L’arroganza sovrasta le epoche decadenti, rende ciechi e succubi, fino all’estremo di negare l’evidenza. Come quei romani che non videro il sacco e i saccheggiatori, e seguitavano con il chiacchiericcio istituzionale d'ordinanza.
L’Unione Europea (UE), che non e' Confederazione, non Stato centralizzato ne' Federazione ma un'informe entita’ “mercato-moneta”, e’ senza popoli, senza identita’ né sovranita’, senza milizie proprie e autonome, sta coagulando una regressione oscurantista senza ritorno. Da “l’economia deve dirigere tutto” siamo ora al grido di guerra dei nuovi templari del sacro mercato: tutto il potere ai banchieri! E’ tempo di ricondurli a specificita’ piu' consone alle loro mansioni: amministrare, far di conto, per i piu’ arditi gestire lotterie. Applicare tassi d'interesse, giammai dettar leggi e dirigere la vita collettiva. E' tempo di strappar loro la conduzione élitaria dell'UE e il potere legislativo.
(1) Standards&Poors, Moody's, Ficht
(2) Sul Sole 24Ore del 23 agosto, Romano prodi sputa il rospo: "L'Italia dovrebbe conferire 180 miliardi di euro in totale di cui 79 milioni di once in riserve auree, valutabili oggi a circa 101 miliardi di euro, più altri 79 miliardi di euro che a nostro avviso dovrebbero essere azioni di società detenute dal ministero dell'Economia (Eni, Enel, Finmeccanica, Poste ecc). Società che oggi non sono privatizzabili, dati i prezzi di mercato…». Romano ha gia' fatto i suopi conticini e lancia la sua offerta.
Concordo anch'io, queto articolo è una panoramica sulla politica e l'economia del paese e dell'europa, molto significativa.
Dubito che Tito da Caracas verrà all'assemblea, ma io spero di poter assistere.
Ad ogni modo sarebbe utile diffondere video anche in YT … pensateci…
Spero che tu venga, Alba. Sono desideroso di conoscerti. Non sapevo che Pulsinelli vivesse soltanto a Caracas. Grazie per il consiglio dei video. Però adesso corro a cambiare il titolo dell'articolo di Pulsinelli, troppo indecente per un articolo così importante.
Parteciperei molto volentieri all'assemblea, però effettivamente vivo in Venezuela, che è lontana, ma è anche un punto d'osservazione privilegiato. Non avrei mai immaginato che il governo-ombra della finanza andasse all'attacco dell'Europa con tale determinazione e ritmo. E' una riproduzione con la carta-carbone -esiste ancora?- dell'assalto degli anni 90 alle economie allora periferiche.
Sono convinto che per antevedere il futuro immediatamente prossimo degli italiani è utile andare a rivedere quel che successe in Argentina quando chiusero le banche per impedire ai piccoli risparmiatori di ritirare i loro depositi. Soprattutto, giova rivedere i molteplici metodi di lotta che i cittadini adottarono per tirare avanti.
I "piqueteros" che -avendo perso il lavoro- non poterono far altro che i posti di blocco della rete stradale nazionale; il movimento dei lavoratori che occuparono e ripresero a far funzionare piccole e medie fabbriche abbandonate dai proprietari in fuga; fino alle "banche del tempo" e la creazione di moneta locali per rimettere in moto circuiti di scambio e produzione essenziale.
E' l'inizio di un ciclo, mentre da queste parti s'è cominciato a uscirne.Vi seguo da tempo, e condivido quanto state facendo. Tito Pulsinelli
E' una riproduzione con la carta-carbone -esiste ancora?- dell'assalto degli anni 90 alle economie allora periferiche.
Se è vero quello che dici, ciò che sta succedendo può significare due cose:
A- siamo diventati un'economia periferica
B-le economie periferiche non sono piu' interessanti per la speculazione finanziaria, che è passata al saccheggio delle economie principali (autofagia).
Propendo per un 30% di A e 70% di B
Nei siti "alternativi" sta dilagando una ricetta che prevede l'uscita dall'euro per tornare alla liretta e alla svalutazione competitiva, la stampa di moneta da distribuire a pioggia per sostenere i consumi senza curarsi troppo dell'inflazione, la cancellazione del debito pubblico. Sembrano proposte rivoluzionarie mentre sono pura conservazione, restando all'interno del modello sviluppista e consumista. Penso invece che dovremmo farci carico del compito di abbattere il debito pubblico senza seguire le ricette della BCE e del FMI ma seguendo una via che cambierebbe radicalmente i rapporti di classe e il clima politico-sociale: patrimoniale durissima; restrizioni altrettanto dure su tutte le forme di speculazione finanziaria, compresi i depositi eccedenti una certa cifra; aumento drastico dell'IVA sui beni voluttuari e reintroduzione della scala mobile sui beni di prima necessità; lotta alla prostituzione per le strade e ripristino delle case chiuse, da tassare pesantemente; legalizzazione di tutte le droghe e tasse sul loro consumo, con l'effetto non secondario di colpire duramente la delinquenza organizzata. La metà delle ingentissime somme così racimolate dovrebbe essere destinata ad abbattere il debito pubblico, l'altra metà a finanziare un piano nazionale di difesa e riassetto del territorio, capace di creare moltissimi posti di lavoro. Il tutto nell'ottica della decrescita, anche nelle sue implicazioni antiprogressiste, l'unica vera rivoluzione possibile oggi.
Luciano Fuschini sono d'accordo con te: l' unica salvezza per i paesi europei e quindi per l' Italia è la decrescita. Ma non vedo a questo punto che senso abbia rimanere nell' Euro. In Europa di cambiamenti in senso meno neoliberista non ne vogliono sentir parlare, basti vedere l' appena partorito "six pack". E visto che di accenni di cambiamenti nell' UE non ne vogliono anche facessimo la patrimoniale e abolissimo una serie di privilegi di cui in particolare la classe politica italiana gode ciò non basterebbe a pagare il conto che ci chiedono! L' euro è una moneta di nessuno e consegna gli stati in balia dei mercati. L' Europa unita si fa su altro ma non si possono aspettare gli altri ( la Germania che di cambiare non ne vuol sentir parlare!). Quando ci arriveranno anche loro ( perché non guadagneranno più sulle esportazioni che l' euro gli ha garantito ) allora le varie economie europee basate sulla decrescita potranno cominciare a creare un loro mercato interno, un' alleanza militare DIFENSIVA ecc… ma rimanere nell' euro non ha alcun senso… tanto il prezzo della benzina aumenterà comunque e poi se vogliamo al decrescita dobbiamo cominciare a farne a meno di certe cose no?
Caro Luciano,
mi sembra che "salviamo la democrazia" ti abbia risposto essattamente come io ho fatto con l'ultima e-mail che ti ho inviata. C'è da riflettere. Ed è comunque una ragione in più per venire all'assemblea del 22 e 23 ottobre!