Vincere l’apatia e la rassegnazione
di GIAMPIERO MARANO (FSI Varese)
Non si contano ormai le aggressioni agli insegnanti da parte di genitori esagitati che pensano di vendicare con la violenza i presunti torti subiti dai propri rampolli. Uno degli ultimi episodi è accaduto poche settimane fa in una scuola elementare di Milano, dove (per ragioni non del tutto chiare) un maestro è stato brutalmente picchiato durante un colloquio, dopo aver ricevuto minacce di morte.
Benché gravi, questi fatti di cronaca rappresentano soltanto epifenomeni rispetto a una tendenza meno eclatante ma in atto da tempo: il progressivo esaurirsi del mandato sociale del docente.
L’insegnante non ha più nessuna autorevolezza agli occhi di molti “utenti” e “clienti” che pretendono una scuola “leggera” e promozioni facili con la complicità più o meno dissimulata dei dirigenti scolastici: e quando cerca di opporsi alla deriva aziendalistica viene immancabilmente accusato di essere uno di quei nostalgici gentiliani che esistono solo nella testa dell’ex ministro Luigi Berlinguer.
Naturalmente l’attuale stato delle cose, per quanto molto spiacevole, non costituisce certo un buon motivo per sotterrare l’ascia di guerra e per legittimare l’inerzia o la depressione a cui indulgono troppi docenti: dal piagnisteo crepuscolare, dai mugugni, dagli sterili lai in aula professori si passi finalmente allo studio approfondito della situazione (cominciando con la lettura del documento sulla scuola del FSI), all’organizzazione del dissenso e alla militanza!
Commenti recenti