L’Europa contro i fini sociali della Costituzione italiana
PER UNA CRITICA DELL’ORDOLIBERISMO e LA RINASCITA DEL SOCIALISMO, ovvero del NEOSOCIALISMO
Il vero problema politico-sociale, in base ai dettami dell’Ordoliberismo, ormai assorbiti da tutte le forze politiche liberali e non italiane ed europee, è che la sovranità può essere esercitata solo in presenza di crescita economica o nel caso di conti pubblici perfettamente in ordine; uniche eccezioni alla regola sono quei Paesi che hanno ancora autonomia militare in quanto potenze atomiche ed in Europa questa eccezione riguarda solo la Francia e l’Inghilterra. A riprova vi è il disordine dei conti francesi e la brexit britannica, due fenomeni sui quali vi è di fatto un silenzio assoluto, proprio in ragione del possibile esercizio della deterrenza militare.
E’ chiaro che per l’Italia, massacrata negli ultimi 40 anni, ovvero dal divorzio Banca d’Italia – Governo, dai tassi che ha dovuto scontare sul proprio debito pubblico in media annua superiori del 300% rispetto agli altri Paesi europei, che lo hanno quasi triplicato, dal 54% (1981) al 130% attuale, lo spazio di manovra è nullo. Quindi, l’ostacolo frapposto all’esercizio della nostra Sovranità politica è di ordine economico/governamentale, condizione che impedisce in modo assoluto qualsivoglia autonomia politica.
Nel sistema ordoliberista dell’Unione Europea, perfettamente codificato nei Trattati, la Politica non può esistere, esiste solo la razionalità governamentale, che prevede: conti pubblici in regola secondo parametri astrusi, deflazione salariale, controllo ferreo dell’inflazione e del deficit, concorrenza assoluta, come concetto di base a difesa del capitalismo. Questo per evitare che il naturale crollo del saggio di profitto e l’aumento naturale della capitalizzazione blocchino il sistema economico, dando spazio ad aree e sistemi economici in grado di consentire un’allocazione fruttuosa dei capitali per continuare a guadagnare e questo è possibile solo in un meccanismo globale di concorrenza economico-finanziaria.
E’ un perfetto fenomeno entropico, che può riprodursi all’infinito semplicemente con i movimenti finanziari di capitale. Per questa ragione assistiamo al successo della finanza algoritmica. Questo fenomeno che disintegra ogni possibilità di intendere i sistemi nazionali delle vere comunità naturali sembra essere stato accettato dalla maggioranza dei popoli occidentali anche contro i propri più genuini interessi, dato che si fonderebbe su una presunta razionalità di Governo e sulla presunta ipotetica possibilità per ogni individuo-impresa di arricchirsi.
Una forma di egoismo sociale e politico aberrante, da far scontare sempre al proprio concorrente, che è chiunque. Un tutti contro tutti assurdo. E’ questo il principio da sovvertire e scardinare. E’ questo il vero compito di un Neosocialismo, patriottico e sociale. Evidentemente tutto il nostro passato storico-filosofico-ideologico-politico può essere una base di partenza, ma deve essere assolutamente rielaborato al fine di mostrare che la razionalità di Governo deve sempre farsi da parte nella prevalenza della Politica o Sovranità, che dir si voglia. Oltre, quindi, ad una rielaborazione teorico-filosofica è assolutamente necessaria la formazione di una nuova classe politica in grado di essere assolutamente razionale nel mettere in campo politica per far rinascere la società del benessere, per come deve essere intesa da un movimento Neosocialista.
Noi difendiamo la radice stessa dell’esistenza umana: la società civile.
ANDREA D’AGOSTO (FSI Bari)
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SULL’INSENSATEZZA DEL MODERATISMO E DI GOVERNI IN CONFLITTO PERMANENTE CON L’UNIONE EUROPEA
L’Unione Europea ha modificato la forma di governo dell’Italia, sia perché in moltissime materie, delle quali coloro che si interessano di politica discutono tutti i giorni, il Parlamento (e il Governo,con decreti legge e legislativi) è divenuto INCOMPETENTE, a favore di organi europei, sia perché, in altre materie, pur essendo competente, deve rispettare vincoli europei che non sono fissati chiaramente nei trattati ma che da decenni aumentano continuamente a discrezione della Commissione e dei Governi (che spesso nel Consiglio decidono a maggioranza), visto che la Corte di Giustizia ha sempre difeso questa discrezionalità ricorrendo alla teoria dei “poteri impliciti”.
Ma è stata modificata anche la forma di stato. Nelle materie coperte dai trattati e disciplinate da regolamenti e direttive, la Corte Costituzionale non esercita, se non in misura minima, il controllo di Costituzionalità e i Regolamenti Europei (per decisione della Corte di Giustizia) non hanno bisogno di copertura finanziaria (Il Presidente della Repubblica ha perso parzialmente questo potere dovere di controllo). I fini sociali della Costituzione, ma anche la sicurezza e l’igiene pubbliche, sono ormai fini secondari, da perseguire entro vincoli di bilancio, monetari e derivanti dal dogma del libero scambio.
Non sono certo che oggi l’Italia sia una Repubblica, piuttosto è un territorio amministrato da organi sovranazionali, anche se dotato di una certa autonomia.
Non sono certo che sia uno Stato, anzi direi che non lo è. La storia, a tacer d’altro non ha mai conosciuto stati (che non fossero federati, ossia stati parziali e quindi non stati) senza una moneta.
Il governo parlamentare è parziale e subordinato e dunque non è LA FORMA di governo del popolo stanziato sul territorio amministrato da organi sovranazionali.
STEFANO D’ANDREA (Presidente FSI)
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