Il Programma anti-crisi del PKRF
“Solo con la nazionalizzazione delle banche siamo in grado di assicurare che lo Stato saprà dove e come, da dove, quando e il tempo in cui vengono trasferiti i milioni e i miliardi. Soltanto con il controllo sulle banche – il centro, il cardine principale e il meccanismo primario della circolazione monetaria capitalista – , si svilupperebbe in pratica, non a parole, il controllo su tutta la vita economica, su produzione e distribuzione dei beni più importanti, per realizzare la regolazione giusta della vita economica, che altrimenti sarebbe inevitabilmente destinata a rimanere una frase ministeriale per imbrogliare il popolino”.
E' stato un vero piacere leggere il programma anti-crisi del PKRF. Dovrebbero leggerlo tutti gli italiani: anticomunisti non comunisti e anticomunisti comunisti; patrioti e globalisti. Nessun riferimento al proletariato; nessun accenno alla soppressione dei mezzi di produzione; nessuna invocazione di nazionalizzazione di imprese soltanto perché di grandi dimensioni. Tanta saggezza; l'obiettivo della giustizia sociale; e perciò volontà di sottoporre al controllo politico il governo dell'economia; devozione alla patria socialista. Tra qualche anno il programma anti-crisi del partito di Zyuganov tornerà utile anche agli italiani. Lo avessimo in Italia un partito comunista così. Sarebbe un sommo bene non soltanto per i comunisti; bensì per tutti gli italiani, compresi gli anticomunisti (SD'A).
http://kprf.ru/crisis/offer/73061.html traduzione di Tatiana Bogdanova
***
Una vera forza politica che si oppone alla politica senza vie d’uscita del potere e propone un piano efficace di misure anti-crisi è il Partito Comunista della Federazione di Russia (PKRF). Il nostro piano è basato sulle esperienze dei Paesi avanzati, sulle proposte dei migliori specialisti di Russia. Il piano è sviluppato nei punti del Programma del KPRF, approvato al XIII Congresso del partito.
Primo. Ritorno alla proprietà pubblica del settore minerario e dei settori chiave dell'economia. Introduzione della gestione diretta governativa (statale) dei settori particolarmente colpiti dalla crisi. Creazione di un'autorità centralizzata per la gestione dell'economia nazionale, per la mobilitazione e l'utilizzo efficace dei fondi necessari per ricostruire il Paese.
Secondo. Il fondo valutario statale andrà utilizzato per l'uso esclusivo nell'economia nazionale. Introduzione di misure rigorose per impedire il deflusso di capitali all'estero. Nazionalizzazione delle banche settoriali. Creazione di un sistema di investimenti statali nei settori reali dell'economia.
Terzo. Stabilire uno stretto controllo del sistema finanziario. Quelle banche e i monopoli che si avvalgono degli sussidi dello Stato non potranno utilizzare, durante il tempo in cui ne fruiscono, di tali contributi per pagare gli stipendi ai loro dirigenti superiori a 100 mila rubli al mese, così come i bonus, premi e altre forme di compensi. Non consegnare i dividendi agli azionisti di queste società. Gli utili delle banche e delle società che abbiano ricevuto i prestiti dallo Stato dovranno essere versati allo Stato per il rimborso del prestito da esso ricevuto.
Un tale provvedimento fermerebbe l’intenzione di ottenere fondi dal budget statale a condizioni agevolate in coloro che non hanno bisogno di aiuti, ma soltanto cercano di sfruttare la situazione di crisi per il proprio arricchimento.
Quarto. Emissione delle obbligazioni anti-crisi del prestito statale per l'acquisto da parte di tutti gli interessati. Rendere obbligatorio l'acquisto di questi titoli per i cittadini la cui proprietà familiare totale (denaro, beni mobili e immobili) supera i 3 milioni USD. Le obbligazioni devono essere acquistate da costoro ogni anno in misura corrispondente almeno al 2-3% della proprietà indicata sino alla fine della crisi. Il termine imposto per il rimborso dei titoli sarà di 10-15 anni. I fondi mobilitati in questo modo sono da utilizzare per finanziare i programmi anti-crisi.
Quinto. Inserire la tassazione progressiva iniziando dal reddito di 100 mila rubli. È inaccettabile che un insegnante di un villaggio e il magnate (oligarca) del petrolio paghino le tasse nella stessa misura del 13%. I ricchi hanno l'obbligo di sborsare. E' necessario introdurre un credito preferenziale del 5% per le imprese industriali e il settore agricolo a fini di investimento senza diritto dell’impiego per altri scopi.
Sesto. Aumentare la domanda effettiva della popolazione tramite degli aumenti di salari, pensioni, borse di studio e assegni familiari. Fissare i prezzi massimi consentiti dei beni di prima necessità. Ridurre di almeno 2 volte il prezzo di carburanti e lubrificanti, nonché le tariffe-passeggeri ferroviarie, aeree, fluviali, marittime e degli autobus. Affitti e le spese per i servizi di pubblica utilità non possono superare il 10% del reddito complessivo familiare mensile. Proibire lo sfratto dai loro appartamenti per le famiglie con bambini, invalidi, pensionati e persone che vivono sotto la soglia di povertà.
Settimo. Aumentare notevolmente gli stanziamenti per la costruzione di nuovi alloggi a prezzi accessibili e per il ripristino del sistema dei servizi pubblici comunali per le riparazioni degli stabili abitativi e degli alloggi. Comprare a spese del governo al prezzo del costo di costruzione gli appartamenti invenduti dalle imprese edili per passarli al fondo sociale per la distribuzione tra i bisognosi e i cittadini in lista d'attesa di una abitazione.
Ottavo. Stanziare per l'agricoltura sino a 10% delle spese di bilancio. Creare le cooperative dei consumatori per acquisto, stoccaggio, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Nella vendita di prodotti agricoli al dettaglio determinare la norma limite del sovrapprezzo commerciale (50-70%).
Nonо. Ristabilire l’ordine nell’utilizzo dei terreni, adottare le misure per coinvolgere nella rotazione agraria delle superfici abbandonate. Azionare la mobilitazione di risorse statali per il lavoro dei campi in primavera: fornire i contadini di macchinari agricoltori, carburante, fertilizzanti e di credito finanziario. Stipulare contratti per l'acquisto di prodotti con l'uso di pagamenti in acconto anticipati.
Decimo. Annunciare sgravi fiscali per le piccole e medie imprese. Arrivare ad un condono fiscale per le imprese agricole, fatta eccezione per i pagamenti sulla terra e per i fondi pensione. Consentire alle piccole e medie imprese di acquistare locali in affitto sul valore residuo. Sostenere lo sviluppo delle piccole imprese di produzione di beni per la popolazione, per garantire la sostituzione delle importazioni, soprattutto nella produzione di alimentari e di medicine. Fare un taglio delle tasse, in particolare dell'IVA, vietare la crescita delle tariffe dei monopoli naturali. Adottare misure per tutelare i posti di lavoro esistenti e per crearne nuovi.
Undicesimo. Ripristinare il sistema energetico unitario sotto il controllo statale. Ripristinare le tariffe dell'elettricità ai prezzi che esistevano al 1° gennaio 2008.
Dodicesimo. Rilanciare l’industria meccanica, soprattutto della aeronautica, delle costruzioni navali, della costruzione di strumenti di controllo e di misurazione, della costruzione delle macchine utensili. Garantire la ricezione di fondi pubblici (statali) a questi settori. Adottare misure urgenti per rilanciare l'industria leggera, fornendo alto assorbimento dei fondi d’investimento da consentire di sostituire le importazioni di beni di consumo per la popolazione.
Tredicesimo. Vigorosamente sviluppare le infrastrutture di trasporto, anche nelle zone della Siberia e dell'Estremo Oriente. Ciò richiederà il coinvolgimento di risorse di lavoro e contribuirà a ridurre la disoccupazione.
Quattordicesimo. Aumentare in modo sostanziale di 2-3 volte la spesa per la ricerca e lo sviluppo. Coinvolgere i rappresentanti dei centri di ricerca nella gestione economica. Garantire il finanziamento statale per la preparazione degli specialisti nel campo dell'istruzione universitaria. Aumentare notevolmente gli stipendi del personale docente e insegnante. Fornire le scuole e le università di moderne strutture didattiche.
Quindicesimo. Garantire la protezione sociale per bambini e giovani: alunni delle scuole dell’obbligo, studenti delle scuole speciali e delle università. Inserire nelle misure anti-crisi come prioritarie la garanzia di conservazione dei posti a copertura del budget pubblico negli istituti di istruzione generale, l’organizzazione di pasti caldi nelle scuole e la fornitura di corse gratuite per scolari e studenti nel trasporto pubblico.
Queste proposte non sono sentimentali e benevoli sogni. “Solo con la nazionalizzazione delle banche siamo in grado di assicurare che lo Stato saprà dove e come, da dove, quando e il tempo in cui vengono trasferiti i milioni e i miliardi. Soltanto con il controllo sulle banche – il centro, il cardine principale e il meccanismo primario della circolazione monetaria capitalista – , si svilupperebbe in pratica, non a parole, il controllo su tutta la vita economica, su produzione e distribuzione dei beni più importanti, per realizzare la regolazione giusta della vita economica, che altrimenti sarebbe inevitabilmente destinata a rimanere una frase ministeriale per imbrogliare il popolino”.
Questa ricetta per l’uscita dalla crisi era stata scritta oltre 90 anni fa da Lenin. Allora si trattava della crisi in cui il Governo provvisorio portò il Paese. Esso, per fortuna, amministrò la Russia non così a lungo come quello odierno. Ma la situazione di allora ci ricorda sempre più questa di oggi. E il pensiero perspicace leninista ci indica nuovamente l’uscita dall’inevitabile catastrofe.
In questo sta la grandezza del pensatore e pratico, che i teorici e pratici di tendenza borghese, che non valgono un suo mignolo, ebbero tanta fretta di consegnare all’archivio. Tuttavia secondo i risultati del voto popolare nel concorso : "Nome della Russia", a dispetto di tutti i trucchi dell’autorità al potere, i primi posti sono state assegnati a Vladimir Il'ič Lenin e a Iosif Vissarionovič Stalin. Nelle masse popolari è in atto l’invisibile, ma potentissima reinterpretazione del passato. Il popolo respinge “in toto” il fango televisivo, rendendosi conto che la rinascita della Russia deve basarsi non sul collasso e sullo sfacelo del Paese, ma sul solido fondamento del nostro passato sovietico.
“E' stato un vero piacere leggere il programma anti-crisi del PKRF. Dovrebbero leggerlo tutti gli italiani: anticomunisti non comunisti e anticomunisti comunisti; patrioti e globalisti. Nessun riferimento al proletariato; nessun accenno alla soppressione dei mezzi di produzione; nessuna invocazione di nazionalizzazione di imprese soltanto perché di grandi dimensioni.”
Non ci siamo proprio.
Diamo per scontato che la nazionalizzazione delle banche è necessaria pur non essendo sufficiente, anzi, si potrebbe dire che è condicio sine qua non per poter sperare di uscire dal circuito maligno del Nuovo Capitalismo finanziarizzato.
Ma al di là del problema delle banche in mani private, questo sistema esalta, fino al parossismo, la proprietà privata e l’iniziativa economica privata che diventano intangibili, in netta contrapposizione alla proprietà collettiva e alla socializzazione dei mezzi di produzione (che ha come primo passo la nazionalizzazione).
Il “tutto libero, ma a pagamento”, anche i servizi che dovrebbero essere garantiti a tutti dal settore pubblico, è una formula ipocrita basata su una falsa libertà, poiché soltanto chi riesce a pagare il prezzo ha accesso a beni e servizi, e gli altri sono esclusi.
L’esclusione dei più poveri dall’assistenza sanitaria e dall’accesso ai medicinali (stiamo parlando di vita o di morte, non di corbellerie), ne è la prova più evidente.
L’acqua che si tenta in tutti modi di privatizzare, tenendo conto che si tratta del fondamento della vita stessa, è un’altra prova rilevante.
Per il superamento del Nuovo Capitalismo è (o meglio, sarà in un futuro non prossimo) di vitale importanza non solo nazionalizzare il nazionalizzabile, e valersi concretamente degli strumenti della requisizione e del sequestro colpendo i più abbienti, i proprietari (in quanto tali, si badi bene, e indipendentemente dalle loro responsabilità individuali), ma distruggere nell’uomo l’idea stessa della proprietà e dell’iniziativa economica private.
Perciò, si dovrà ridurre ai minimi termini ciò che resterà in mani private dopo l’evento rivoluzionario, e al “tutto libero, ma a pagamento” si dovrà sostituire (in modo inevitabilmente autoritario, almeno all’inizio) il suo opposto: “tutto gratuito, ma alcune cose obbligatorie”.
Personalmente, credo che il cambiamento culturale imposto dai rivoluzionari sarà la cosa più importante, e rappresenterà la liberazione definitiva degli immaginari dall’oppressione neocapitalistica.
Se fosse per me, imporrei la proprietà collettiva non solo per i mezzi di produzione (tutti, indipendentemente dalle dimensioni), non solo per le case, ma anche per gli abiti che ciascuno indossa.
L’uso a vita, o fino ad obsolescenza del bene, sarà sufficiente per garantire tranquillità a tutti.
A che serve la proprietà?
Saluti
Eugenio Orso
Eugenio,
mi sembra che il programma del PKRF preveda interventi in tutti i settori che richiami e anche in altri.
Alla fine tu scrivi "se fosse per me…". Io, infatti, distinguo, il programma di Stefano D'Andrea, che è essenzialmente quello, non soltanto strutturale ma anche sovrastrutturale, esposto nel Manifesto del Fronte Popolare Italiano. Il programma basato sull'analisi concreta della situazione concreta che sosterrei qualora assieme ad altri volessi dar vita ad un movimento politico. E il programma che sarei disposto ad accettare per normale mediazione. Oggi tuttavia, tutti e tre i programmi sarebbero inutili. Mancando la sovranità, non li potremmo realizzare nemmeno se ottenessimo il consenso del 100% degli Italiani. Uscire dai vincoli imposti dalla UE è l'unico, semplice limpido programma sensato, che dovrebbe unirci. Poi si vedrà. Riconquistata la libertà, discuteremo come esercitarla. Scontrarci oggi su come eserciteremmo una sovranità che non abbiamo appare contegno da folli.
A presto
Stefano