Tre complici
di CLAUDIA VERGELLA (FSI Roma)
Dobbiamo imparare ad affrontare in modo sano i problemi che si presentano quotidianamente. Il modo insano che sta prendendo piede, consiste nel ricercare la soluzione a livello individuale, mettendo in secondo piano la dimensione collettiva, relativamente alla quale predomina la rassegnazione.
Faccio un piccolo esempio tratto da una conversazione cui ho assistito, ed è un esempio che ne rappresenta innumerevoli altri: “La scuola pubblica è in continuo declino”. Risposta: “Non mi interessa, se continua così, il mio nipotino lo iscrivo alla scuola privata”.
Dalla risposta si intuisce che la persona si sente fiera perché, da brava nonna, protegge il nipotino, ma non si accorge della sua insensibilità verso chi non ha i suoi mezzi economici. Questo approccio è in aumento, man mano che le condizioni di vita generali diventano più difficoltose. L’istinto di conservazione sta prevalendo sul valore della coesione sociale. Occorre recuperare la dimensione socio-politica per fermare questo processo involutivo.
La logica della ricerca della soluzione a livello individuale si inserisce perfettamente nell’antipolitica: se ognuno pensa a sé, se ne deduce che chi avrà il potere lo userà per il suo esclusivo tornaconto. Attenzione: più la classe politica al potere è traditrice e nemica del popolo, più l’antipolitica è un suo alleato e la rassegnazione del cittadino è un suo punto di arrivo vittorioso.
L’antipolitica trasforma il cittadino in suddito, trascinandolo dalla partecipazione critica alla rassegnazione e al disinteresse o spingendolo ad insensate istanze apparentemente vendicative verso i vari politici al potere (es. tagliamo il numero dei parlamentari), ma che in realtà sono istanze suicide con cui si affievolisce la possibilità del controllo democratico sulla gestione del paese. In proposito noto in controtendenza, e quindi con favore, la crescita dell’affluenza nelle recenti regionali in Umbria (27 ottobre 2019) rispetto al 2015.
Individualismo, rassegnazione e antipolitica sono tre complici a braccetto che traghettano la società verso la condizione di un permanente “si salvi chi può”.
Una analisi perfetta, grazie.