Strutture di potere- Richelieu e la Scienza
Abbiamo visto che sorte fosse spettata a Galileo che aveva messo in crisi la cosmologia papale. Che sorti ebbero i detentori di tale cosmologia davanti all'incedere della Scienza?
Credo che l'esempio maggiormente chiarificatore possa essere trovato nella morte del cardinale Richelieu.
In vita non fu affatto tenero contro i nemici, e conquistò una posizioni di potere tale da essere considerato l'uomo più potente del suo tempo in Europa. Alla fine riuscì a mettere in ginocchio la Spagna, allora la maggiore potenza occidentale e a far decollare Olanda ed Inghilterra ma specialmente il proprio Paese, la Francia. Fece l'impossibile per garantire la nascita dello Stato moderno, caratterizzato dallo sviluppo della monarchia assoluta, il ridimensionamento dell'alta nobiltà e l'alleanza con i cittadini e ceti mercantili, al punto di punire con la morte chiunque rappresentasse un ostacolo a tale realizzazione. Numerose furono le condanne capitali ai danni dell'alta nobiltà. Fece distruggere oltre 2000 castelli che reputava “inutili” ai fini della difesa del territorio francese. Più correttamente fu un atto di forza nei confronti dell'alta nobiltà.
Non c’è quindi nessun dubbio che egli fu un esempio insuperato di quel che si chiama ragion di Stato.
La sua fama di uomo implacabile viene bene sintetizzata in queste sue frasi:
“Con due righe scritte da un uomo si può fare un processo al più innocente.”
“Datemi sei righe scritte dal più onesto degli uomini, e vi troverò una qualche cosa sufficiente a farlo impiccare.”
Ovviamente chiunque avesse la sciagura di attraversargli la strada poteva pagare caramente tale impudenza. Lo imparò a spese proprie addirittura Maria De' Medici (toh, si rivedono i fiorentini…) regina madre di Francia. Entrato nelle grazie reali a seguito dell'avvenuto riavvicinamento tra Luigi XIII e la regina madre, Richelieu fu nominato prima cardinale (1620) e successivamente primo ministro (1624).
Maria De' Medici, dapprima sua convinta sostenitrice, ad un certo punto chiese al re di discutere la posizione di Richelieu, che aveva osteggiato apertamente le sue politiche. Luigi XIII andò quindi a trovare la madre nei regali appartamenti. Gli ordini della regina erano di chiudere tutte le porte affinchè nessuno potesse origliare ciò che di importante re e regina si stavano dicendo. All'improvviso da un passaggio segreto nella stanza spuntò Richelieu in persona. Maria si infuriò per l'oltraggio e la provocazione subita, dette a Richelieu dell'«ingrato» e del «traditore». Dopo questa scenata il re se ne andò indignato. Le cose sembravano volgere per il peggio per il Cardinale.
Fu quel giorno invece il trionfo degli inganni (journée des Dupes), culminato con la piena riconferma della fiducia e dell'incarico a Richelieu da parte del re. Maria fu costretta all'esilio, e morì in povertà.
Alla morte di Richelieu, Luigi XIII pagò i debiti della madre e ne fece rimpatriare il cadavere per darle sepoltura.
Già, la morte di Richelieu. Come arrivò quella morte? Ci furono, è vero, svariati tentativi di porre prematuramente fine alla di lui esistenza, ma nessuno andò a buon fine. La lista dei suoi nemici per la pelle è composta di soli membri dell'alta nobiltà. Nessun borghese. Gastone d'Orleans (fratello del re), il conte di Chalais, il duca di Montmorency, il duca di Montrésor, Luigi di Borbone-Soissons, il duca di Guisa, il marchese di Cinq-Mars e la stessa regina madre le provarono tutte a varie riprese ma subendo solo l'onta della sconfitta, dell'esilio o della pena capitale.
Eppure il cardinale Richelieu non morì di morte naturale. Né di congiura politica. Chi determinò con scientifica accuratezza la sua dipartita godeva della sua fiducia, e una volta avvenuta l'uccisione non venne né incriminato né processato né tantomeno condannato.
Per capire come ciò fosse stato possibile dobbiamo comprendere che Richelieu era il prototipo dell'uomo moderno. Era “capo e protettore” della Académie Française che consegnò alla nascente Europa moderna la nuova lingua, amava ricordare che le fedi religiose si impongono non con la forza ma con la persuasione (beh, dopo la strage degli Ugonotti rimane una tesi controversa), osava ridere della stregoneria, accolse con grandi onori Tommaso Campanella (accusato di pratiche demoniache e successivamente torturato) garantendogli una congrua pensione. Quindi si fidava della modernità e di tutto ciò che essa portava. Scienza medica compresa. La storia della sua vita dice che trovò la nobiltà pericolosa per il potere centrale che rappresentava, al punto di combatterla spietatamente mentre mostrò chiari segni di apprezzamento per la nuova Scienza che stava emergendo anche grazie alle spinte propulsive del Rinascimento italiano.
Tale scelta fu particolarmente sfortunata per il cardinale (ma anche per il reggente), costretto a subire gli ordini di chi, operando evidentemente su piani superiori al suo, ordinava cure e metodi non contrattabili.
Strane cose le strutture di potere, alle volte.
Questo il resoconto degli ultimi suoi giorni:
30 novembre 1642
Il 30 novembre la febbre aumentò e durante la notte, nonostante la debolezza del malato, i medici lo salassarono due volte.
1 dicembre 1642
Di mattina la duchessa d’Aiguillon fece recitare i Santi Sacramenti in tutte le chiese di Parigi per ottenere la guarigione. Parve inizialmente che il malato si sentisse meglio, ma verso le 3 del pomeriggio la febbre aumentò nuovamente ed il cardinale sputò sangue e fu preso da un’enorme difficoltà respiratoria. Durante la notte fu salassato ancora due volte.
2 dicembre 1642
Durante la notte la febbre aumentò nuovamente, ed i medici operarono altri due salassi.
Giovedì, 4 dicembre
I medici effettuarono un’autopsia sul corpo, e scoprirono dunque che il male che aveva infine ucciso Richelieu era la tubercolosi.[1]
Ovviamente i salassi sono un'ottima cura per la tubercolosi….
Una spiegazione della scienza medica in voga in quel periodo ce la fornisce l'ordine dei medici di Pavia, in questa pubblicazione su G. Rasori (sebbene quest'ultimo fosse vissuto un secolo dopo Richelieu) e la sua prassi dei controstimoli (leggi salassi) con cui arriva a sottrarre fino a quattro-cinque litri di sangue nell'arco di tre-quattro giorni.[2]
“A farne le spese vi è anche Nicolò Paganini, grande e raffinato violinista, il quale, pallido ed emaciato, si presenta alla Clinica Medica di Pavia per un illuminato parere terapeutico; viene inquadrato, per il suo carattere collerico e stravagante, fra gli stenici, e sottoposto ad intensa terapia controstimolante. Per poco non va all’altro mondo, salvato da uno sconosciuto medico di osteria, il quale, con molto buon senso, gli consiglia “di mangiar bistecche, di andare a donne e di pensare al suo violino”.
Non c’è pietà per nessuno.
Richelieu e Luigi XIII, entrambi tisici, vengono salassati e ci lasciano la pelle; Guy Patin, celebre chirurgo, per una polmonite salassa sua moglie dodici volte, e salassa sua figlia venti volte per una febbre banale.”
Sì, avete letto bene: anche il re Luigi XIII morì di salassi. Nessuno dei medici che eseguirono i criminali prelievi di sangue venne mai processato. Furono mozzate teste in quantità a chi non riuscì a minare l'esistenza dei potentissimi Richelieu e Luigi XIII (si potrebbe però obbiettare che fu grazie a quelle teste mozzate che le minacce non ebbero seguito) mentre chi riuscì a ucciderli continuò a percepire onori e glorie in un crescendo che ci porta alla malasanità come terza causa di morte nei paesi occidentali.[3]
In Italia sono circa 90 al giorno le vittime di errori medici, vale a dire tra 30 mila e 35 mila in un anno.
Senza ombra di dubbio la scienza medica è dotata di una struttura di potere tale da potersi permettere qualsiasi abuso senza che la propria funzione ne venga minimamente scalfita.
Il 4 Dicembre 1642, data della morte della persona più potente della sua epoca con le modalità spiegate, sancisce definitivamente questo privilegio. Richelieu riuscì a tenere a bada le strutture di potere rappresentate da nobiltà ed eresie, sconfiggendole, ma non vide i pericoli rappresentati dai centri di potere che oggi come allora dettano legge sul tipo di cure da intraprendere.
“come sta quel malato? E’ morto. Oibò.
Davvero ieri il salassaste?
Si la trentesima volta, ma spirò
Ma chi oserebbe dir ch’io l’ammazzassi?
Mancò il sangue nel mezzo dei salassi”.
G. Rasori
[1]http://cardinalderichelieu.forumactif.com/t562-il-y-a-365-ans-depuis-s-a-n-s-commentaires
[2]www.ordinemedicipavia.it/index.php?option=com…task…
[3]http://www.disinformazione.it/malattie_cardiovascolari.htm
"Il coscientissimo ed evoluissimo “uomo moderno” (una specie nuova, con un nome apposito), uscito dalla minore età, liberatosi dalle tenebre dell’ignoranza e raggiunta finalmente una chiara visione e una razionale spiegazione della realtà, eccolo di nuovo, come i suoi lontani progenitori, prostrato in adorazione davanti a ciò che non capisce: la quarta dimensione, che non gli è più comprensibile del motore immobile degli scolastici; la relatività, che confonde con una prudente affermazione della aleatorietà delle cose; la fissione nucleare, di cui non riesce neppure a farsi un’immagine, magari del tipo ingenuo delle immagini che i medioevali servi della gleba si facevano di Dio. Lontanissimo dal sospettare che anche la scienza ha in sé la sua notte e le sue contraddizioni, in nome della scienza, che non conosce, condanna molte altre cose che capisce ancora meno." da Sergio Quinzio, Religione e futuro, 1962 (pagine stratte si possono leggere qua: https://www.appelloalpopolo.it/?p=781