Se la povertà dilaga, la ricchezza si concentra
di MICHELE DURANTE (FSI Genova)
La massa monetaria non sparisce e non si volatilizza, specialmente negli ultimi anni caratterizzati da ingenti immissioni di moneta in tutto il mondo, anche nella nostra austera matrigna Unione Europea grazie al “salvatore” Draghi e al suo quantitative easing. La domanda a questo punto sorge spontanea: come mai allora la povertà continua a crescere nel nostro paese? Semplice, il dilagare della povertà è direttamente proporzionale alla concentrazione della ricchezza.
Stiamo assistendo ad un inesorabile e progressivo drenaggio di ricchezza dalle fasce medio basse delle popolazioni verso ceti elitari detentori di immensi capitali: ciò è potuto avvenire solo grazie alla degenerazione dell’ideologia liberista. Questa malsana ideologia, divenuta una religione trasposta per iscritto nei trattati dell’Unione Europea, ritiene che gli Stati debbano ridursi a fornitori di servizi per multinazionali e detentori di capitali – che possono così muoversi e scegliere tra le nazioni in competizione al ribasso tra loro – e professa la deregolamentazione e finanziarizzazione dell’economia che hanno consentito ai rentiers di agire indisturbati, noncuranti di ciò che loro reputano mere contingenze economiche come l’utilità sociale, la svalutazione salariale e la disoccupazione.
Vi è solo una soluzione a questa deriva liberista-mercatista che ha posto i cittadini e le loro vite alla stregua di merci e contingenze economiche: l’applicazione della Costituzione ‘48, soprattutto del Titolo III – Parte I, quella parte che regola i rapporti economici e che fu pensata per assoggettare la bestia selvaggia dei mercati al potere democratico, all’utilità sociale.
La ricchezza c’è, ed è tanta, solo che è in mano a pochissime persone divenute più potenti degli Stati, quindi dei processi democratici: sta a noi militare richiamandoci alla Costituzione e restituire la sovranità al popolo per poter redistribuire la ricchezza equamente e consentire il pieno sviluppo economico, spirituale e sociale di tutti cittadini.
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