Governi nazionali ed Europa
di MARCO TROMBINO (FSI Genova)
Durante l’aspro dibattito fra paesi dell’Unione Europea a proposito di come affrontare, dal punto di vista finanziario, l’attuale crisi economica indotta dall’emergenza Covid-19, ossia se dare vita agli eurobond (opzione sostenuta dai paesi mediterranei) o se fare ricorso al MES (variante preferita dai paesi nordeuropei), ha fatto capolino un’affermazione pubblica di David Sassoli, il presidente del Parlamento Europeo, il quale ha esternato: “I governi nazionali non sono l’Europa”.
Tale posizione è molto più significativa di quello che può sembrare a primo acchito ed estremamente rivelatoria su quello che potrebbe essere il futuro della UE. Sassoli non si è fatto scrupoli ad attribuire implicitamente agli stati nazionali la responsabilità di non trovarsi d’accordo sulle azioni da realizzare, dando a intendere al pubblico che, se tale responsabilità fosse toccata alle istituzioni sovranazionali europee, si sarebbe già trovata una soluzione, poco importa se a discapito dei reali interessi economici dell’Italia.
Sassoli ha quindi ribadito il principio del “più Europa”: se stiamo andando male e non sappiamo gestire una crisi non è colpa dell’Europa, bensì è colpa nostra. E se dessimo più poteri a istituzioni semi-democratiche o per niente democratiche (es. BCE), la vita di tutti noi sarebbe più felice. Ma il problema non è che il presidente del Parlamento Europeo abbia detto una cosa del genere. Il problema è che, nel caso in cui – a pandemia Covid-19 finita – prevalesse questa tesi, che non è stata formulata da un politico qualsiasi ma dal rappresentante di un’istituzione significativa e che quindi rischia di essere presa sul serio, gli stati aderenti alla UE potrebbero davvero concordare di delegare ulteriori poteri alle istituzioni sovranazionali sottraendoli ai parlamenti nazionali eletti dai popoli. Ivi compreso il nostro.
Non è dato sapere al momento se questo accadrà, come non è certo quale assetto istituzionale si ottenga a valle di una riforma del genere: forse non si arriverebbe agli Stati Uniti d’Europa, probabilmente si creerebbe una “UE rafforzata”. Ma in ogni caso ci troveremmo di fronte ad ulteriore impoverimento della nostra già scarsa democrazia rappresentativa, con poteri delegati a politici che in mente hanno tutt’altro che fare gli interessi degli Italiani. In altre parole, a pandemia finita dobbiamo aspettarci un’offensiva delle tesi ultraeuropeiste, che attribuiranno il fallimento della gestione della crisi non come conseguenza dell’Unione Europea, come in effetti è, ma a causa della “troppo poca Europa”; e il paradosso è che tale tesi incontrerebbe pochi avversari.
In Italia, nello specifico, chi attualmente sta al governo accetterà senza riserve istanze del genere; centro-sinistra e M5S sono fermamente europeisti (i primi lo sono sempre stati, i secondi lo sono diventati per opportunismo), il centro-destra è spaccato tra europeisti viscerali (Forza Italia) e falsi sovranisti (Lega e FdI). In particolar modo, le recenti affermazioni del segretario della Lega Matteo Salvini rasentano il ridicolo.
Chi ha avuto responsabilità di governo attraverso la recente coalizione giallo-verde e non ha messo in discussione affatto l’Europa, anzi ne ha ribadito l’appartenenza, non può permettersi di affermare che abbandoneremo la UE, specialmente senza possedere uno straccio di strategia d’uscita finanziaria, economica e industriale. Ai tempi del governo Conte I il maggiore atto di sovranismo fu un deficit del 2,04% contro un deficit del 2% ammesso dalla UE nella legge di stabilità: una classe politica, come quella di destra, che ha potuto ottenere soltanto un risultato così striminzito non sarà mai in grado di farci uscire dall’Europa e men che meno ottenere un’attenuazione dei diktat europei.
L’unico modo per salvare l’Italia è uscire una volta per tutte dall’Europa con un piano industriale e finanziario organico. E l’unico modo per ottenerlo è portare al governo partiti politici realmente indipendentisti; non antieuropeisti a singhiozzo e a seconda delle circostanze.
Caro Marco, davvero attenta la tua analisi, e doverosamente preoccupante. Mi ero per un attimo illuso che per miracolo i nostri politici, almeno un certo numero di loro, e il popolo, potessero da questa vicenda trarre insegnamento saggio e concreto. Ma l’impenitente e proditoria tentazione europeista di bassa lega, alla quale ci hanno abituati, non si sradica tanto facilmente da un giorno all’altro, pur offrendo questa volta tangibilissimi segni di scricchiolamento. Ma i maestri della menzogna, i giocatori bari seduti ai tavoli del potere, sono abilissimi nel mescolare le carte e ripresentarsi a cospetto dei popoli con la medesima offerta di sempre, intrisa d’inganno e malafede. Come non mai bisogna stare attenti. Vedremo già nei prossimi giorni di che male dovremo morire e di quali reazioni potremo avere.
Intanto grazie, come sempre, per i tuoi preziosi contributi.
luca bertoncini
Insultare Sassoli e la CRICCA imposta da PD e M5S ormai è non solo SALUTARE na una premessa fondamentale quando poi ci confrontiamo con la INDECENTE presa di posizione di EU/Berlino/Aia in confronto – anzi APERTAMENTE CONTRO – il Popolo Italiano
A questo punto dobbiamo REAGIRE e con forza CONTRO questi personaggi che non solo NON fanno l interesse degli Italiani ma che ATTIVAMENTE COMBATTONO CONTRO il il nostro popolo .