La liberazione senza libertà
Così scriveva un anonimo militante dell’ARS (oggi FSI-Riconquistare l’Italia) nel 2012:
“Ho smesso di lamentarmi da tempo di tutto. Ho cominciato a sperare. Poi ho smesso di sperare quando ho maturato la convinzione che la realtà si possa cambiare. Ho incontrato delle persone come me ed ho capito che non ero pazzo. Ho studiato con loro, abbiamo viaggiato insieme su e giù per l’Italia, ci siamo raccontati le nostre preoccupazioni e fatti forza l’un latro. Ora è giunto il momento di trascinare con noi quante più persone vogliano partecipare alla liberazione di questo Paese dalla schiavitù imposta dai Mercati e dagli eurocrati. Se non lo faremo, l’alternativa futura sarà soffrire e morire, senza neppure avere il diritto di farlo dignitosamente, in un letto di ospedale, protetti e sedati. Forse noi non godremo dei frutti del nostro impegno, ma è una promessa che facciamo ai nostri figli.”
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