Lineamenti di una politica economica: cos’è il denaro e quali sono le condizioni politiche di possibilità dello svolgimento della sua funzione
di MARCO DI CROCE (FSI Roma)
Il giorno in cui si presentasse uno sconosciuto al banco di un bar, chiedendo un caffè, il barista non saprebbe se quell’uomo davanti a lui merita quel caffè o meno se non fosse per un espediente tecnico di grande utilità: il denaro. E cos’altro è il denaro se non questo: la rappresentazione sociale, garantita e imposta tramite la forza coercitiva dello stato, dei meriti non ancora ricompensati di un uomo, il contrassegno che certifica il diritto di disporre di una quantità di beni dal valore pari a quello che quell’uomo, portatore di denaro, non ha ancora ottenuto ma che gli spettano di diritto per i servizi resi alla società. Ecco come è possibile che il barista sappia di fare il giusto nel servire anche solo un caffè. Il merito e il diritto di disporre di un bene sono certificati socialmente dalla proprietà del denaro necessario a pagarlo. Il denaro, infatti, è concesso a un uomo da altri uomini che gli hanno riconosciuto di aver fatto qualcosa di buono e gli hanno proposto di cederlo in cambio di quel simbolo monetario che comporta un riconoscimento sociale del merito di un lavoro.
Che il denaro abbia la funzione di rappresentare il merito degli uomini non è disputabile. Che tale funzione sia svolta con successo o meno, ovvero che in un dato momento vi sia una conformità sufficiente o meno tra la distribuzione del denaro fra i membri di una società e la reale distribuzione del merito di cui sono degni quegli stessi membri, è oggetto di discussione politica. Ma perché questa discussione abbia un senso deve avvenire all’interno di certe condizioni date, senza le quali quella conformità è semplicemente impossibile. Bisogna, dunque, che si chiariscano le condizioni sotto le quali, solamente, è possibile che la distribuzione del denaro tra i membri di una società rappresenti la reale distribuzione del merito tra di essi. Esponiamo queste condizioni descrivendo i fenomeni pregiudizievoli cui la loro assenza dà luogo.
In primo luogo, la correttezza del giudizio che riconosce il merito a un uomo e che lo dota di denaro in cambio di un bene o un servizio è tanto dubbia quanto lo è il giudizio di un uomo che decide di acquistare un bene considerandolo mezzo adeguato ai suoi scopi. Il grado di elevazione materiale, culturale e morale dei membri di una società, dunque, è in grado di alterare e minare la conformità tra la distribuzione del denaro e la reale distribuzione del merito dei membri della società. È difficile sopravvalutare l’importanza della scelta che avviene da parte di ogni membro di una società nel momento in cui sceglie di acquistare un bene o un servizio. Non solo si decide di disporre di ciò che si acquista, la qual cosa sembra non possedere un carattere sociale, ma si vota per l’esistenza dell’offerta di quel prodotto o servizio, per la sopravvivenza di un’impresa, del suo modo di produrre, del suo sistema di distribuzione del lavoro, della sua organizzazione interna, si vota per la permanenza e la propagazione del suo stile comunicativo, per l’accesso o l’aumento della presenza del suo immaginario nel senso comune della società, si vota per la sua posizione, per l’assetto urbanistico che questa comporta, si vota per la sua dimensione: ogni membro della società, quando compra, vota.
Il potere di ogni membro della società, in quanto acquirente, è quello di orientamento dell’offerta esistente. Capita, però, che sia sufficiente una piccola domanda perché si sviluppi una offerta e che non essendo violata la legge della giustizia con l’esistenza di quell’offerta, ma sì quella del progresso, si ritenga che scoraggiare e controllare sia più giusto e preferibile a proibire. Per questo motivo la sovranità della società, esprimentesi nel potere legislativo e nell’esecutivo ad esso subordinato, ha il diritto e il dovere di scoraggiare l’offerta di beni e servizi che siano pregiudizievoli allo sviluppo materiale, culturale e morale della società tramite l’applicazione di ostacoli legali e finanziari.
Contemporaneamente però, anche la determinata e limitata offerta che si para di fronte al membro di una società, nel momento dell’acquisto, è un fattore che svolge un ruolo determinante nella sua scelta in quanto acquirente. Per questo motivo i prodotti e i servizi che sono offerti ai membri di una società non possono essere scelti solamente da quelli che intraprendono una loro impresa commerciale ma devono essere scelti anche dallo stato che rappresenta quella società, tramite l’impresa pubblica. Ciò affinché tutti i membri della società, e non solo coloro che scelgono la professione di impresari, prendano parte al potere di creare l’offerta, un potere diverso da quello naturalmente riservato all’acquirente di orientamento. Perciò lo stato, espressione delle intenzioni di tutti i membri della società, ha il diritto e il dovere:
- Negativo, di scoraggiare l’offerta di beni e servizi pregiudizievoli, tramite la tassazione e i divieti e le limitazioni di natura non tributaria.
- Positivo, di incoraggiare e promuovere, da una parte, e di produrre, dall’altra, l’offerta di beni e servizi che giovino al progresso materiale, culturale e morale della società, tramite l’offerta di aiuti finanziari a imprese private e tramite l’impresa pubblica.
Il secondo fenomeno tramite il quale la conformità della distribuzione del denaro alla reale distribuzione di merito in una società diventa impossibile è il seguente. Il denaro può essere utilizzato non soltanto per acquistare beni ad uso e consumo ma anche per acquistare beni a fini commerciali. Questa realtà del sistema economico del denaro è comunemente nota ed espressa con la solo apparentemente ingenua espressione: i soldi generano soldi. Il motivo a fondamento di ciò è semplice. Non appena si riesca ad ottenere più denaro di quanto non sia necessario per vivere con dignità e agiatezza si può fare la scelta di risparmiare, di sperperare o di investire. La via dell’investimento è tale che chi investe i propri risparmi con successo una volta, ha maggiori possibilità di investire con successo la volta successiva.
La capacità di ottenere profitto in un investimento segue una funzione geometrica nel tempo, non aritmetica. Questo è dovuto in parte al fatto che ad avere successo sono i buoni imprenditori che investono saggiamente i loro risparmi e perciò sono destinati ad avere più di un successo, ma in parte anche al fatto che l’accumulo di denaro e di beni da parte di un membro della società corrisponde a una pari perdita di denaro e beni dello stesso tipo da parte dei suoi concorrenti commerciali, fatta eccezione per gli sporadici momenti in cui un settore nasce e si sviluppa per la prima volta. Questa peculiarità fa sì che ogni guadagno di un imprenditore abbia un valore doppio, in quanto esso è guadagno per sé e perdita per i suoi concorrenti. È evidente che questa caratteristica debba essere corretta se si vuole evitare una dissonanza tra la distribuzione di ricchezza e quella del merito dei membri di una società. Contro questa scelta viene spesso mossa l’obiezione che una simile perdita di prospettive di guadagno scoraggerebbe gli imprenditori, la cui professione concorre al rinnovo della società e al suo progresso materiale e culturale.
Ma a questa obiezione bisogna rispondere in questo modo. Un imprenditore non sa, con certezza e in anticipo, quale sarà il risultato del suo investimento, ciò che determina un simile risultato infatti è, in ultima istanza, la libera scelta dei membri della società. Dunque, cosa può motivare la scelta per un investimento piuttosto che un altro? Due sono le possibilità. Un imprenditore può fare un certo investimento perché crede di farne profitto, e allora o è un giocatore d’azzardo o uno sfruttatore della progressione geometrica dei profitti del commerciante, oppure perché crede di star producendo qualcosa che sarebbe bene che esista e la cui esistenza eleverebbe il valore o la qualità della vita degli uomini. Il secondo non ha bisogno dell’incentivo che il libero capitalismo garantisce naturalmente alla professione dell’impresario, solo il primo ne ha bisogno.
Così, tramite una correzione della prospettiva di guadagno della professione impresariale si scoraggiano i giocatori d’azzardo e i commercianti bari ma non si eliminano i veri imprenditori che producono le novità e l’innovazione che vale la pena di fare esistere. Per questo i padri costituenti, saggiamente, inclusero nella costituzione italiana il principio della progressività della tassazione. Essi si resero conto che il denaro, come anche i beni posseduti a fini commerciali, hanno una qualità che, se ignorata, può essere sfruttata per corrompere il sano funzionamento del sistema economico del denaro, il cui fine deve essere, invece, quello di rappresentare con maggiore esattezza possibile il merito dei membri di una società.
Il terzo fenomeno tramite il quale può venir meno la conformità della distribuzione del denaro alla reale distribuzione di merito è il seguente. Esistono dei beni e dei servizi, quali la sanità, l’istruzione, il trasporto, la sicurezza o la tutela legale, la casa, l’acqua o la corrente, che sono, per diversi motivi, condizioni imprescindibili della giustizia. Alcuni servono a correggere ingiustizie date dal cieco caso della natura, è il caso della sanità, o a correggere le ingiustizie commesse da altri membri della società, è il caso della tutela legale e della sicurezza. Altri, invece, assolvono a funzioni senza le quali risulta praticamente impossibile anche solo cominciare a lavorare per offrire un bene alla società, è il caso della casa, dell’elettricità, dei trasporti, o servono a elevare culturalmente e moralmente gli uomini senza che il merito dei loro genitori abbia influenza determinante, è il caso dell’istruzione. Altri ancora, invece, come l’acqua, da alcuni vengono considerati come un bene che deve essere guadagnato, come il cibo. Ma il motivo per cui l’accesso all’acqua figura accanto a quegli altri beni è in parte dovuto alla maggiore importanza dell’acqua per la sopravvivenza dell’uomo e in parte all’assenza di una vasta gamma di tipologie di acque da assumere in proporzioni diverse, e di diverse qualità. L’acqua è H2O, cibo è un nome che significa un’infinità di beni diversi, dalle diverse proprietà e qualità.
Questi beni e servizi, dunque, devono essere garantiti a ogni membro della società perché questi possano esprimere il loro merito nel lavoro e perché il merito che a quel lavoro spetta non debba essere ricompensato con la soluzione a un male ricevuto per ingiustizia. È per questo motivo che questi beni e servizi devono essere offerti gratuitamente, è il caso della sanità, dell’istruzione, del trasporto, o a tariffe basse ma che scoraggino lo sperpero, è il caso dell’acqua e della corrente. Ma ecco che nessun imprenditore potrà mai assolvere questa funzione che strutturalmente richiede all’impresa in questione di andare in perdita finanziaria.
Un’impresa di questo tipo, infatti, offrendo un servizio o un bene considerato fondamentale e imprescindibile, deve essere pronta ad esaudire con successo la richiesta del suo servizio/prodotto anche nei momenti sporadici di massima domanda. Perché un’impresa sia pronta a far ciò, però, è richiesto che essa sia pronta a far fronte ai momenti di domanda massima anche quando questa domanda è assente, perché la preparazione ai momenti di massima domanda, la cui occorrenza è solo in parte prevedibile, richiede che l’esistenza di tale capacità preceda il momento in cui tale capacità è richiesta. Ma ciò, da un punto di vista economico non massimizza i profitti, anzi, li erode. A un imprenditore conviene mantenere una struttura in grado di soddisfare la domanda media del suo prodotto o servizio e servire fino ad esaurimento scorte o capacità nei momenti di massima richiesta, lasciando parte della richiesta inesaudita. Ma un simile risultato è inaccettabile a causa della premessa che vede quei servizi come condizioni di giustizia necessariamente garantite ad ogni membro della società.
Lo stesso vale per lo sperpero. A un imprenditore conviene offrire sconti a chi consuma in grandi quantità, per sollecitare un aumento della domanda del suo prodotto o servizio. Ma in casi come acqua ed elettricità, è conveniente che si scoraggi un consumo eccessivo, il che va contro gli interessi dell’impresa che offre questo tipo di beni. Nel caso in cui l’offerta di questi beni e servizi venga meno e nella misura in cui ciò dovesse avvenire, la capacità della distribuzione di denaro tra i membri di una società di rispecchiare la distribuzione reale di merito tra gli stessi verrebbe meno. Pertanto, per quanto concerne i beni e i servizi che hanno la caratteristica di essere considerati condizioni di possibilità della giustizia, lo stato ha il diritto e il dovere di garantirne l’offerta permanente tramite l’impresa pubblica e le agevolazioni di tipo finanziario e legale all’impresa privata che ne condivida il fine.
Sono queste, dunque, tre condizioni di possibilità del sano funzionamento del sistema economico del denaro ovvero condizioni senza le quali la produzione della giustizia è semplicemente impossibile:
- Orientamento dell’offerta tramite l’imposizione di tasse e detrazioni secondo il criterio dell’utilità al progresso materiale, culturale e morale della società e produzione dell’offerta tramite impresa pubblica.
- Soppressione del carattere geometrico della prospettiva di guadagno della professione impresariale tramite un sistema fiscale progressivo. Da ciò può rimanere escluso il guadagno reinvestito nel miglioramento dell’impresa e della sua efficienza (innovazione e ricerca), perché è lavoro, in quanto genera nuovo valore, ma devono essere inclusi i guadagni reinvestiti nel mantenimento e nell’espansione dell’impresa (acquisto di beni) perché non fanno altro che mantenere una distribuzione patrimoniale o modificarla, il che non produce, di per sé, alcun valore aggiunto.
- Garanzia delle condizioni reali di espressione del merito dei membri della società e di crescita di esso tramite un’impresa pubblica che sia, strutturalmente e virtuosamente, in perdita finanziaria.
Una risposta
[…] mese or sono, mi è stato possibile leggere una buona e vasta riflessione circa la natura di un oggetto, forse più di ogni altro, fonte di brame, turpiloqui, tradimenti, […]