Montecchio Precalcino, l’ipab “La Casa” e il vaccino della Costituzione
di ENRICO BONFATTI (FSI-Riconquistare l’Italia Vicenza; candidato Presidente Regione Veneto)
Venerdì prossimo si terrà a Thiene un presidio di fronte alla sede dell’ex Ospedale contro la privatizzazione di due strutture residenziali a Montecchio Precalcino. Dal comunicato di CGIL, CISL e UIL riporto: “La scelta de La Casa di Schio di esternalizzare parte dei servizi residenziali per anziani, disabili e utenti psichiatrici a Montecchio Precalcino, affidandoli ad una cooperativa sociale del territorio….discende anche da scelte ben precise della Regione Veneto che, nel programmare il sistema di offerta residenziale per la salute mentale, ha individuato nel CCNL Cooperative Sociali il parametro di riferimento del costo del lavoro, determinando di fatto un disegno di progressiva privatizzazione di importanti servizi pubblici alla persona”.
Ora, nel condividere assolutamente l’analisi delle responsabilità della Regione nella situazione che si è venuta a creare, non posso però che evidenziare la parzialità della medesima che perde di vista cause molto più lontane dai nostri territori ma non per questo meno determinanti: mi riferisco alla neutralizzazione della cosiddetta “clausola sociale” che garantiva utenti e lavoratori dei servizi pubblici contro il ricorso al criterio del massimo ribasso negli appalti.
La clausola sociale era figlia dell’art. 41 della Costituzione che dichiara che l’attività economica “Non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Ma una sentenza del Consiglio di Stato dell’anno scorso (5243/2019) la ha di fatto dichiarata nulla in quanto lesiva, in base ai principi comunitari, della libertà di iniziativa imprenditoriale e di concorrenza. Tale sentenza trova probabilmente il suo fondamento giuridico nell’art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea che dichiara “incompatibili con il mercato interno le pratiche che abbiano per oggetto o effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza”; dichiarando poi “nulli di pieno diritto” gli accordi o decisioni vietati in virtù dell’articolo medesimo.
Di fatto Zaia e il comitato di affari che lo sostiene hanno, da qualche mese a questa parte, amplissimi territori vergini sui quali effettuare le loro scorribande, messi a loro disposizione da quell’Unione Europea che la Lega tanto disprezza a parole quanto se ne serve nei fatti. L’antistatalismo leghista ben si sposa con l’antistatalismo espresso dai trattati e gli assurdi vincoli unionisti di bilancio sono solo la trasposizione politicamente corretta di “Roma ladrona”. Chi se la prende solo con Zaia e ignora il contesto che gli permette di fare queste cose oscene non fa altro che distogliere l’attenzione dai pericoli per lo stato sociale derivanti dalla nostra adesione ai Trattati Europei. Morto uno Zaia se ne fa un altro. Morta la UE tutti gli Zaia d’Italia avranno le mani legate.
Contro il virus del liberismo unionista abbiamo più che mai bisogno del vaccino della Costituzione.
Ci libereremo.
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