Partecipazione e massa
di MARCO TROMBINO (FSI-Riconquistare l’Italia Genova)
La degenerazione della politica italiana contemporanea, visibile nei continui cambiamenti di casacca dei parlamentari, nei mutamenti di opinione dei partiti anche su questioni fondamentali come il lavoro e l’economia, nel voltare gabbana (si pensi ai partiti che in parlamento hanno votato a favore della riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari e adesso si esprimono a favore del NO), è largamente dovuta all’abbandono dell’attivismo.
Ai tempi in cui era normale uscire dal lavoro e recarsi al circolo del partito – non importa quale – per parlare di politica, ossia ai tempi della vituperata Prima Repubblica, una segreteria partitica si sarebbe guardata bene dal cambiare opinione a 180 gradi su un tema considerato un principio fondante, perché avrebbe dovuto risponderne di fronte a centinaia di migliaia, se non addirittura milioni, di iscritti con la tessera in tasca. Non era facile essere molto ondivaghi in un contesto del genere, anche volendo farlo.
Oggi invece, dopo il celebre decennio del disimpegno politico (sì, stiamo parlando proprio degli anni ’80), si è perso il senso della partecipazione come mezzo per ravvivare la democrazia e per ottenere diritti sociali. La conseguenza è che le segreterie dei partiti si sono sentite libere di abbandonarsi ai peggiori bizantinismi senza sentirsi minacciate dal giudizio di nessuno, se non di un insieme decrescente di elettori che ad ogni tornata si trovano di fronte a due schieramenti che mutano idea allo stesso modo. E quindi i partiti di oggi si sentono tranquilli nel raggirare i propri deboli elettori a piacimento.
L’aspetto peggiore della questione è che chi propone oggi l’attivismo è snobbato e deriso proprio da coloro che si lamentano del degrado dei diritti sociali. Non resta che mettere questi cittadini di fronte al dato di fatto che, se non si partecipa, non si ottiene. Se non si fa massa, non si conseguono diritti, anche perché quelli che in passato abbiamo avuto non ci erano stati concessi per generosità d’animo, ma dopo durissime lotte sociali durate decenni che avevano coinvolto ampie fette della popolazione.
O i lavoratori tornano ad occuparsi della politica o la politica si occuperà di loro, ma non per migliorarne le condizioni sociali. È bene cominciare a mettere gli scettici di fronte a questa realtà.
Commenti recenti