di EMILIO MARTINES (FSI-Riconquistare l’Italia Padova)
In un precedente post ho elaborato una metodologia che consente di confrontare i numeri relativi ai positivi della prima ondata con quelli di oggi, necessaria perché i metodi di rilevamento sono molto diversi. Adesso, abbiamo gli strumenti per effettuare un confronto diretto delle due ondate. L’inizio della seconda ondata l’ho preso in maniera un po’ arbitraria l’8 di ottobre (ma non c’è tanto margine di modifica). A questa data ho posto a zero il contatore dei decessi e dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva, in modo da contare solo quelli dovuti alla seconda ondata. Ciò vuol dire che i dati mostrati nei primi due grafici sono decurtati dei valori che si avevano in quel momento, ossia 4119 ricoverati, di cui 337 in terapia intensiva. Il numero di positivi della prima ondata è stato moltiplicato per un fattore correttivo secondo la metodologia citata sopra.
Il risultato è mostrato nella figura, in cui le curve blu rappresentano la prima ondata, e i punti arancioni la seconda, con il dato dell’8 ottobre sovrapposto a quello del 24 febbraio. L’area verde rappresenta il periodo di “lockdown” della prima ondata.
Ciò che si può osservare è che, in buona misura, i dati della seconda ondata stanno ritracciando le curve della prima. Forse si intravede una tendenza dei ricoveri in terapia intensiva a crescere un po’ meno rapidamente, ma, tutto sommato, siamo oggi in una situazione molto vicina a quella che si aveva a marzo, quando venne indetto il “lockdown”. L’unica differenza, che non appare dai grafici, è che allora c’era una concentrazione di casi in alcune province lombarde, che aveva localmente mandato in sofferenza il sistema sanitario, mentre per il momento la situazione è sotto controllo dappertutto.
È opportuno tuttavia ricordare che oggi abbiamo 6600 posti disponibili in terapia intensiva, e che il governo ha dichiarato che considererà di essere in emergenza quando si raggiungerà il numero di 2000 occupati da malati di Covid-19. È chiaro quindi che, a questo ritmo, non manca molto a che si verifichi nuovamente una situazione di emergenza a livello nazionale (che si manifesterà con emergenze locali), Sarà interessante verificare ciò che avverrà nei prossimi giorni: se la seconda ondata ritraccerà la prima, è lecito attendersi che i decessi giornalieri superino rapidamente i 200, per impennarsi su valori di parecchie centinaia. Se anche così non fosse, come spero, va comunque ricordato che, purtroppo, ottobre non è marzo e abbiamo ancora davanti tutto l’inverno.
«Sentinella, a che punto è la notte? Sentinella, a che punto è la notte?». La sentinella risponde: «Viene la mattina, e viene anche la notte. Se volete interrogare, interrogate pure; tornate un’altra volta». (Isaia 21,11-12).
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