Perché il MES penalizza l’Italia
L’ex parlamentare: “È un passaggio di peso nel processo di cessione di sovranità degli stati all’Ue e di sottomissione degli stati e dell’Ue al sistema bancario”
di BARBADILLO (Maurizio Bianconi) – 22 dicembre 2020
Il ministro dichiara “Il MES (meccanismo europeo di stabilità o salva stati N.d.R.) sarà votato dall’Italia ma non sarà usato”.
Questa singolare posizione è conseguente anche a quella dei 5 stelle: “Siamo contrari, non lo useremo, ma lo voteremo per salvare il governo” . Il MES travalica le contingenze delle schermaglie della politica. È un passaggio di peso nel processo di cessione di sovranità degli stati all’Ue e di sottomissione degli stati e dell’Ue al sistema bancario. Obbiettivo dei Trattati MES è “rafforzare l’Euro e tutto il sistema bancario”, “è rafforzare il settore bancario europeo e renderlo più robusto contro gli attacchi degli speculatori”.
È avventuroso definire i trattati MES “salva Stati”. La rete di sicurezza non è per gli Stati ma per il sistema bancario al quale si crea “il paracadute finale”. Si legge “Le nazioni in zona euro dovranno lavorare riducendo i rischi nei bilanci delle banche.” C’è l’esplicitazione dell’inversione dei ruoli. Non sono le banche al servizio della comunità e delle istituzioni che le rappresentano, ma queste devono operare per “salvare i bilanci delle banche”. Si consolida la filosofia già emersa con il ‘bail in’, dove si consacrò il sacrificio degli interessi dei depositanti, nei confronti degli interessi dell’istituto depositario e del sistema bancario. È l’inversione nella gerarchia degli interessi primari, ove alla cuspide c’è il sistema bancario e sottordinati ad esso gli Stati, gli operatori economici, i cittadini. Il MES ridefinisce anche le posizioni degli Stati membri. Ove intervengano “choc avversi” a Stati in zona Euro, la linea di credito MES sarà riservata soltanto a quelli con ”fondamentali economici solidi”, ”situazione finanziaria ed economica robusta”, debito pubblico “sostenibile”. Cioè Germania, forse Francia e poco di più. Per tutti gli altri, Italia compresa, potranno essere concesse linee di credito a condizioni ‘stringenti e tassative’: sottoscrizione di un ’memorandum d’intesa‘, con cui lo Stato che necessita del sostegno, rinuncia a una serie di prerogative e a un’altra fetta di sovranità. Il memorandum prevede che lo stato si vincoli senza possibilità di deroga alle condizioni imposte e si sottoponga a una sorveglianza ”stringente“ da parte della Commissione Europea, che si sostituisce a governo, parlamento e ogni altra istituzione. Questo in sintesi il MES. Strumento penalizzante per l’Italia e funzionale ad un’integrazione europea coatta. Il ‘si vota ma non si usa‘ non solo evoca l’ipocrisia di chi giustificò assenso alle leggi razziali (”pensavo che non sarebbero mai state applicate”), ma è falso. Si dovrebbe dire ‘Si vota, ma non ce lo lasceranno usare”. L’Italia si pone fra i paesi di seconda fascia, prossimi alla cessione di ogni facoltà e di ogni esercizio di sovranità. Si è inoltre accettato la predominanza del sistema bancario su quello statuale e il rafforzamento dei vincoli che provocano cessione di sovranità e autonomia decisionale. Cosa ben vista dalla pletora di aggregati di casa nostra all’Unione Europea e al progetto finanziarista, ma che meriterebbe miglior contrasto. Si naviga nel marasma dove ignoranza, situazionismo, interessi particolari governano questioni d’interesse nazionale. Nel mentre un’informazione che non fa onore a sé stessa avalla singolari punti di vista nella convinzione che sulle questioni europee i cittadini non si raccapezzino più di tanto e tutto o quasi possa transitare senza ostacoli e interdizioni.
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