Da soli?
di ANDREA D’AGOSTO (FSI-Riconquistare l’Italia Bari)
Forse che il conflitto oggi risiede nella sua attualità di potere e credere di essere assolutamente da soli in ogni tipo di difficoltà e disagio? Ovvero che non possa sorgere alcun conflitto sociale e politico, dato che esso è talmente piccolo, frammentato che riguardando ogni singolo individuo contro ognuno degli altri non possa sintetizzarsi in un raggruppamento e quindi divenire politico?
Allora si pone un enorme quesito, primariamente antropologico: è mai possibile credere che ci si possa salvare da soli e, prima di ogni altra scelta, deciderlo. O diventa indecidibile e indeclinabile con tutte le conseguenze antropologiche del caso? Siamo forse portatori di una cultura che non è più tale, ma è, appunto, una cosa talmente oscura e incomprensibile come visione del futuro che non può che per essere tale condivisa e condivisibile? Quindi non c’è cultura perché nulla può essere condiviso? O il conflitto tra individui è in qualche misura condivisibile?
O esiste un altro tipo di cultura che si sta formando e non siamo in grado di comprenderla? Che il conflitto sia nel non essere in grado di trasferirlo sul piano politico e che quindi sia impossibile materializzarlo e proprio questa impossibilità materiale sia il più enorme dei conflitti? Sia questa la nuova cultura alimentata dal fascio inarrestabile delle informazioni del sistema tecnico-digitale? Questa è la ragione del successo dei raggruppamenti politici che sono in grado di far credere di rappresentare il conflitto di ognuno, cosa impossibile e, quindi, essere i rappresentanti della mentalità del consumatore digitale di cui l’algoritmo conosce gusti e tendenze?
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