Il vero vaccino (naturale) potrebbe essere la variante Delta e ce lo avrebbe fornito il virus
La variante Delta è una fortuna per l’umanità: buca i vaccini come fossero una groviera ma (per ora) è una semplice influenza pandemica.
di Stefano D’Andrea
Dalla Gran Bretagna giungono notizie meravigliose. O meglio giungono dati meravigliosi, relativi alla variante Delta (o Indiana), che tuttavia non sono trasformati in notizie meravigliose, dalla stampa italiana e mondiale.
Un esempio per tutti, i titoli di La Repubblica: In Liguria è caccia alla variante Delta, mentre frenano le vaccinazioni; Variante Delta, l’allarme degli esperti: I 51 casi in puglia sono solo la punta dell’iceberg. Sarà dominante entro luglio; La variante Delta è in Sicilia: scatta la massima allerta.
Leggendo questi titoli, il lettore potrebbe essere impaurito dalla diffusione della variante Delta, ma i dati pubblicati dal Governo del Regno Unito ci dicono che la variante Delta, per ora, è quasi innocua. La variante Delta potrebbe essere quella con la quale il virus ha trovato il modo di convivere con l’ospite. Insomma, il virus potrebbe aver trovato la soluzione che gli permetterà di vivere, moltiplicarsi e trasmettersi, senza danneggiare l’ospite (salvo le persone che morivano anche per la normale influenza).
Nel rapporto del Governo britannico, intitolato SARS-CoV-2 variants of concern and variants under investigation in England, a p. 8 s., si trova la tabella 2, relativa a tutti i casi di Covid-19 verificatisi in Inghilterra dal 1 febbraio all’11 giugno 2021.
Dalla tabella risulta che, nel periodo considerato, il 99% dei casi di covid 19 ha riguardato la variante Alpha (224.021 casi, pari al 77,9% dei casi totali) o la variante Delta (60.655 casi, pari al 21,1% del totale).
Dalla tabella risulta, altresì, che, a causa della variante Alpha (cosiddetta variante inglese), sono deceduti 4.259 pazienti, e che la letalità della variante è stata dell’1,9%. Quasi un paziente su 50, tra quelli colpiti dalla variante Alpha, è morto di covid 19.
Invece per la variante Delta sono deceduti 73 pazienti su 60.655. La letalità della variante Delta è stata dello 0,1%. Poco più di un paziente su mille, tra quelli colpiti dalla variante Delta, è deceduto. Siamo dunque a una letalità riconducibile a quella di una normale influenza pandemica, che generalmente è considerata dello 0,1%.
Cosa si voleva dal vaccino? Che riducesse la letalità del 95%? Ebbene, sembrerebbe che il virus stesso abbia provveduto a ridurre enormemente la propria virulenza, mutando in una variante fondamentalmente innocua, che ha una letalità pari a circa il 95% della letalità che aveva la variante Alpha (inglese).
Si consideri anche: che il rapporto dice, e mostra con un grafico (figura 3 a pag. 16), che la variante Delta, apparsa alla fine di marzo, rappresentava ormai, alla data del 14 giugno, il 90% dei casi; e che la nuova ondata in Israele è partita l’altro ieri con il 70% di casi di variante Delta.
Naturalmente niente può escludere, per noi profani di virologia, che la modestissima virulenza della variante dipenda dalla stagione in cui si è diffusa. E la letalità osservata su circa 60.000 casi potrebbe essere sottostimata (ma anche sovrastimata), se i casi fossero considerati pochi.
Tuttavia, da un lato, pare indubbio che la letalità sia molto più bassa di quella che avevano le altre varianti, circolate tra il 2020 e la prima metà del 2021, dall’altro, in questi 15 mesi di pandemia, oltre a tante sciocchezze, e a tanto terrorismo volto ad angosciare e confondere le persone, sono circolati anche concetti importanti, come quello, che trovo nella prima pagina (formalmente pagina 2) di un corso di virologia, secondo il quale “I virus cercano un vantaggio riproduttivo nell’ospite naturale ed evolvono verso forme di interazione che garantiscano permanenza e/o trasmissione senza eliminare l’ospite (bassa virulenza)… Ceppi di virus altamente virulenti hanno difficoltà nella trasmissione e sono quindi selezionati negativamente” (1).
Persone ben più preparate di me – che studio tutt’altre materie – dovrebbero commentare il rapporto inglese sui quotidiani e in TV. Perché non accada, e per quale ragione si preferisca il terrorismo, non è agevole da comprendere.
Un’altra cosa che ci dice il rapporto è che per quanto riguarda la protezione contro l’evento morte, il vaccino non serve pressoché a nulla. Anzi, il rapporto lascia sorgere qualche dubbio su una “efficacia negativa”. Si osservi la tavola 4 a pag. 12.
La tavola ci dice che dei 73 deceduti per la variante Delta, 26, oltre un terzo, erano stati completamente vaccinati con due dosi ed erano trascorsi 14 giorni o più di 14 giorni dalla seconda dose, quando si sono infettati. Ora, i casi si sono verificati entro il 14 giugno, quindi la seconda dose al massimo era stata iniettata il 31 maggio. Ebbene il 29 maggio, secondo un articolo del Corriere della Sera, erano stati vaccinati con due dosi 18 milioni di persone, meno di un terzo della popolazione (che è costituita da più di 66 milioni di persone).
Quindi, da un lato, nel periodo considerato, i vaccinati completi erano meno di un terzo della popolazione complessiva, dall’altro i vaccinati completi, morti per la variante Delta, sono più di un terzo del totale dei morti per la variante Delta.
Ma la tavola fornisce altre rilevanti notizie. Su 4094 vaccinati con una sola dose, che si sono infettati quando non erano trascorsi 21 giorni dall’inoculazione, ne è morto soltanto 1 (uno). Su 9461 vaccinati con una sola dose, che si sono infettati dopo 21 giorni dall’inoculazione, non ne sono morti 2 o 3, come sarebbe stato normale attendersi, per la legge della proporzione, bensì 10! Addirittura su 4087 vaccinati con due dosi, che si sono infettati dopo 14 giorni dalla seconda dose, i morti sono stati 26. Sembrerebbe che più ci si vaccina e meno si abbia protezione contro l’evento morte dovuto alla variante Delta!
Se poi si considera che su 35.521 non vaccinati infettatisi con la Delta ne sono morti soltanto 34 (meno di uno su mille 0,1% di letalità) e che invece la letalità tra i vaccinati è dello 0,6% (26 deceduti x 100 : 4087), se ne trae la conclusione che stando ai nudi dati l’efficacia del vaccino non è nulla ma addirittura, all’apparenza, sembra essere di tipo negativo.
In realtà, la letalità sei volte maggiore nei vaccinati rispetto ai non vaccinati dovrebbe dipendere – direi che è quasi sicuro che dipenda – dal fatto che i vaccinati sono in gran parte persone anziane e con gravi patologie. Non direi quindi che il vaccino peggiora la risposta immunitaria alla variante Delta, bensì che i pazienti vaccinati sono più deboli.
Inoltre, salvo l’alta letalità, esiste un rapporto di circa 1/9 sia tra i casi (di vaccinati: 4087, e di non vaccinati: 35.521) sia tra tutti i tipi di ricoveri (si veda sempre la tabella 4). Dunque, il vaccino non sembra avere una qualche efficacia anche per quanto riguarda i ricoveri, stando ai nudi dati. Ma anche in questa occasione si deve precisare che la popolazione dei vaccinati è mediamente più debole, sicché qualche minima efficacia di protezione dal ricovero il vaccino dovrebbe averla.
Insomma, l’efficacia del vaccino sulla variante Delta, se esiste, è davvero poca cosa. Ma per fortuna non è un grande problema, anzi non è un problema, visto che la variante Delta è una variante quasi 20 volte meno virulenta delle altre varianti che sono circolate. Essa si sostituisce al vaccino come soluzione del problema pandemia. Probabilmente chi prenderà questa “forma influenzale” sarà immune per sempre. Anche i sintomi sono completamente diversi da quelli che conosciamo. Come si legge sul Corriere della Sera, “il sintomo più diffuso dall’inizio di maggio è il mal di testa, seguito dal mal di gola, naso che cola e febbre. Qualcosa che assomiglia più a un raffreddore. Tosse e perdita dell’olfatto sono quasi scomparsi”.
Purtroppo, il rapporto del governo anglosassone non procede a una comparazione tra vaccinati e non vaccinati per quanto riguarda la variante Alpha, sicché nulla sappiamo circa l’efficacia del vaccino sulla variante (molto) più aggressiva.
Il Guardian, in un articolo dell’11 giugno, rinviando ad altro rapporto del Governo britannico, scrive con riguardo alla variante Delta che “si ritiene che sia un po’ più resistente ai vaccini”. Data la scarsissima efficacia dei vaccini contro la variante Delta, non sembrerebbe, quindi, che l’efficacia dei vaccini contro la variante Alpha sia particolarmente elevata. Ma dati precisi non ne abbiamo.
Anche i dati che provengono dal sistema statunitense di segnalazione volontaria dei completamente vaccinati sembrano suggerire, senza alcun riferimento ad una o altra variante, che l’efficacia dei vaccini, almeno per quanto riguarda la protezione dall’evento morte, sia molto inferiore al 90-95% più volte sbandierato e affermato negli studi. Qualche giorno fa risultavano i seguenti dati: su 10262 segnalazioni di infezione di completamente vaccinati, i decessi sono stati 160. Una letalità sul gruppo dei 10262 pari all’1,55%, molto vicina a quella che gli Stati Uniti hanno avuto in assoluto dall’inizio della pandemia, pari all’1,74% (1822 morti e 102093 casi per milione di abitanti).
Infine, il prof. Didier Raoult ha fornito i dati dell’ospedale IHU di Marsiglia: 559 persone vaccinate infette; 57 ricoverati (10 %); 7 in terapia intensiva (1.25 %); 8 morti (1.45 %).
Si tratta di tre gruppi di dati, indubbiamente parziali, che costituiscono soltanto indizi, forse non precisi ma certamente concordanti, nel senso di una efficacia del vaccino, al fine di evitare le morti, molto più modesta di quanto la gente speri e i ricercatori da salotto spaccino in TV.
Tuttavia, ciò che non fa l’uomo fa la natura. Il vero “vaccino”, potrebbe essere la variante Delta. Essa infettandoci, renderà immuni coloro che non si sono ancora infettati, siano o meno vaccinati, anche nei confronti di future varianti eventualmente più gravi. Si tratterà di immunità naturale che, come ha riconosciuto la Fondazione Veronesi – pur continuando a perorare la tesi dell’utilità di una dose di vaccino per i naturalmente immuni, senza tuttavia indicare e quantificare il rischio da prevenire – è potentissima e dura probabilmente l’intera vita; non di quella immunità artificiale indotta dal vaccino, che sembra essere poca cosa nel prevenire le morti e comunque non è certamente risolutiva.
Il link al documento inglese va aggiustato…