Fondamenti del socialismo contemporaneo
di Stefano D'Andrea
Alcuni credono che l’impoverimento dei più sia iniziato con la crisi economica che sarebbe derivata dalla crisi finanziaria generata dalla politica statunitense. Preciso dalla politica statunitense, perché i mutui subprime sono un profilo di politica economica, almeno nel senso che la politica ha lasciato che essi venissero contratti, se non nel senso più preciso per il quale la politica statunitense li ha promossi.
Essi sono in errore. Probabilmente una rilevante riduzione dei consumi e dell’occupazione ha avuto inizio con la crisi dei mutui subprime ma l’impoverimento tendenziale (ossia della maggioranza delle famiglie) era iniziato prima. Molto prima.
Tra la fine del 2001 e il 2002 mi capitò di dialogare con un sindacalista della cigl. Sostenevo che molte persone stessero impoverendosi ed egli, dall’alto delle maggiori età ed esperienza, mi guardava sorridente con una certa aria di superiorità: “tu non sai come si viveva prima!”, era il tono che reggeva il suo discorso.
Replicai: “benissimo. Allora poni a cento persone che conosci questa domanda: credi di essere capace di fare gli stessi figli che ha fatto tuo padre e di lasciare ai figli almeno ciò che ti ha lasciato tuo padre o almeno di sostenerli e aiutarli come e fino a quando ti ha sostenuto e aiutato la tua famiglia?”. E aggiunsi: “Penso che la maggioranza dei trentacinquenni ti risponderà che crede di non essere capace o senz’altro escluderà di poter conseguire questi risultati”. Il sindacalista mi guardò sorpreso e da persona onesta ammise: “credo anch’io che la maggioranza dei trentacinquenni non sia in grado di mantenere le condizioni economiche ereditate”.
Sono certo che anche i lettori converranno che il giudizio che esprimevo con domanda retorica rivolta al sindacalista era fondato e corrispondeva alla verità dei fatti. Siamo tutti consapevoli che l’impoverimento della maggioranza o comunque di molti è iniziato molto prima di cinque anni fa? Credo di si.
Fino ad ora abbiamo offerto una risposta certa a una domanda vaga, la quale presuppone che si sappia cosa debba intendersi per impoverimento di una famiglia. Muoviamo da una convinzione chiara e istintiva: il ricco che comincia a vendere i terreni e gli appartamenti ereditati, per mantenere il livello di vita che aveva il padre, si sta impoverendo. Ma come definire concettualmente l’impoverimento?
Che cos’è l’impoverimento? Che cos’è l’arricchimento? In cosa consiste il mantenimento della posizione economica ereditata? E’ normale che alcuni subiscano un impoverimento? In una certa misura è giusto? Che valore hanno “i diritti” (sanità e assistenza, pensione, scuola, università) nel giudizio che ha ad oggetto l’impoverimento o l’arricchimento? Che valore hanno i consumi? Che valore il risparmio? Qual è il limite di povertà che un socialista non deve tollerare? Come un socialista deve promuovere la mobilità sociale, fermo il limite di povertà invalicabile? Quale produzione il socialista deve sacrificare e a favore di quale produzione? Il socialista deve promuovere la vendita generalizzata di “servizi di consumo”, che spesso non sono autonomi ma si integrano e uniscono al bene consumato? In generale, quali sono i principi socialistici che devono dirigere la disciplina dell’attività economica?
Una dottrina economica socialista deve rispondere a queste e ad altre domande.
Commenti recenti