La storia contemporanea spiegata ai bambini (2a parte)
di GIANLUCA BALDINI (RI Pescara)
LA FIABA DI UCRONIA
C’era una volta un signore cattivo cattivo, pelato e senza baffi, che voleva conquistare il mondo. Si chiamava Voldemorto ed era il re di Orientalia, un paese tetro e oscuro in cui vigeva un regime autoritario che reprimeva nel sangue ogni forma di dissenso. Un bel giorno Voldemorto, che aveva problemi molto seri alla prostata, si alzò dal letto per correre a fare la pipì, sbattendo il mignolino del piede contro lo spigolo del comò, e per sfogare la sua rabbia decise di dichiarare guerra a un popolo pacifico che viveva in un paradiso terrestre chiamato Ucronia, la “terra senza tempo”.
Gli abitanti di Ucronia fino al giorno dell’invasione dell’esercito del male avevano vissuto in pace e in amore, allevando unicorni che cavalcano arcobaleni e producendo polvere di stelle. Voldemorto, però, aveva l’obiettivo dichiarato di sterminare l’intera popolazione di Ucronia: mangiare i bambini, vivisezionare gli anziani, violentare le donne, e ridurre in briciole ogni essere vivente. Insomma, era la personificazione del demonio, ma decisamente più brutto e cattivo del Diavolo in persona. Anzi, si diceva che fosse il Diavolo stesso ad avere timore di Voldemorto.
Il male, però, non aveva fatto bene i conti con la realtà. Infatti nel paese degli unicorni viveva un eroe di nome Zoomerman, un simpaticissimo attore comico divenuto sovrano di Ucronia dopo aver impersonato in uno spettacolo teatrale il ruolo di un re buono e puro. Zoomerman nella notte, dopo aver svestito i panni del sovrano e aspirato abbondanti quantità della famosa polvere di stelle, si trasformava in un uomo dai poteri magici. Il suo superpotere consisteva nell’essere in grado di convincere chiunque a fornirgli un aiuto per fare qualunque cosa.
Zoomerman aveva usato quel potere per la sua scalata politica, convincendo un magnanimo benefattore di buon cuore di nome Oligarchov a finanziare le sue attività, perché voleva liberare il paese dal male e dalla corruzione che prima del suo avvento avevano inquinato Ucronia. Zoomerman voleva sconfiggere il male e ogni giorno diceva a tutti che la fine di Voldemorto era vicina e che sarebbe già stata realtà, se i sudditi e i sovrani dei paesi aderenti alla Lega di Occidentalia non fossero stati degli schifosi egoisti che pensano solo ai propri interessi. Così Zoomy, col suo superpotere di essere molto convincente, riuscì a indurre il mondo intero a coalizzarsi per sconfiggere il male. Da quel giorno Voldemorto sa di avere i giorni contati!
In questa fiaba non esiste la storia, non esiste il passato, recente e remoto che sia. Ucronia, come suggerisce lo stesso nome, è un paese senza tempo, senza passato. Nel paese degli unicorni non c’è la guerra civile da otto anni, una guerra che ha mietuto 14.000 vittime e che ha ferito 35.000 persone, 13.000 delle quali civili. Nella fiaba non c’è ombra di milizie paramilitari neonaziste che invocano da anni la pulizia etnica nel loro paese e l’eliminazione fisica di russi, georgiani, rumeni.
Nella narrazione “ad usum bambini” queste milizie non sono state integrate nell’esercito regolare col compito di “liquidare” i dissidenti che minacciano l’unità nazionale e non ci sono mai stati omicidi politici di giornalisti e reporter considerati vicini a Orientalia, tra i quali figura il fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, massacrato nel maggio 2014 da soldati dell’esercito di Ucronia e catalogato come “liquidato” nello schedario dei nemici del paese pubblicato dai servizi segreti ucroniani “Myrotvorets”.
In questa favoletta i carriarmati sono comparsi ad Ucronia un mese fa, non girano mica per le strade delle città dal 2014! Nella storia fantastica di Ucronia non c’è stato un colpo di stato nel 2014, finanziato dagli USA e portato a compimento dai gruppi di estrema destra, che ha rovesciato un governo democraticamente eletto per insediarne uno favorevole agli interessi americani, così come nulla avevano a che fare gli USA con le rivoluzioni colorate del 2004, benché siano stati gli stessi americani a parlarne apertamente negli incontri pubblici tenuti sul tema.
Nella leggenda di Ucronia non esistono né sono mai esistiti i neonazisti ucroniani, ma filosofi kantiani che sbandierano la svastica “perché è un simbolo induista”. E immagino facciano il saluto romano perché è un omaggio alla cultura classica. E si tatuano “White pride” sicuramente perché amano il colore bianco delle vesti papali. E idolatrano i collaborazionisti del Terzo Reich responsabili dello sterminio di migliaia di ebrei, dedicando loro strade, piazze e persino feste nazionali, perché… questo non lo sappiamo perché, ma vabbè, ci siamo capiti.
In questa narrazione ingenua e fanciullesca non dobbiamo porci domande per cercare di capire come si è giunti a un esito che secondo i più informati era preannunziato da anni.
Quindi la guerra del Donbass non è mai esistita, così come non sono mai esistiti i neonazisti del battaglione (ora reggimento) Azov. Gli articoli scritti negli ultimi dieci anni dai media occidentali (dalle più autorevoli testate internazionali) sul pericolo nazista e sulle accuse di Amnesty International e UNHCR di crimini di guerra, torture, violenze sessuali perpetrate dagli Azov sono essi stessi un pericolo, perché col web le persone si documentano. I video delle emittenti di Occidentalia che documentano i campi di addestramento finanziati dal governo di Ucronia in cui bambini e ragazzini in età scolare vengono istruiti all’uso di armi da guerra e indottrinati all’odio verso i popoli di Orientalia e alla pulizia etnica per la grandezza di Ucronia sono macchie da cancellare rapidamente.
Quindi i re di Occidentalia, nemici giurati di Orientalia, dispongono di far sparire per quanto possibile ogni traccia di cose brutte su Ucronia e sul suo sovrano. E i messaggeri istituzionali del popolo di Occidentalia, noti anche come mass media ripropongono, senza alcun tipo di filtro in ingresso o in uscita, i comunicati e le agenzie di stampa diffuse dall’ufficio di propaganda nazionale del regno di Ucronia, facendo da cassa di risonanza a una mole sterminata di notizie false e manipolate, volte a rappresentare Ucronia come quel paradiso in terra che non è mai stato e Orientalia come il regno di Satana.
Sulle televisioni di Occidentalia i cittadini vengono esposti ventiquattro ore al giorno a un film dell’orrore, in cui le reali riprese di guerra, già di per sé terribili teatri di distruzione e morte, sono mischiate con immagini di videogiochi spacciate per bombardamenti reali e mappe di giochi di società che rappresenterebbero i sotterranei di uno stabilimento industriale in cui i filosofi kantiani si riparano dai bombardamenti proteggendosi grazie all’ausilio di protezioni costruite legando donne e bambini gli uni con gli altri.
Con questa propaganda in cui le immagini reali vengono condite di dettagli volti a rendere l’immagine di Voldemorto oltremodo demoniaca, i sovrani dei paesi di Occidentalia cercano di convincere i loro sudditi che una guerra planetaria è inevitabile, perché è l’unico modo per estirpare il male dalla terra, e che va realizzata usando tutti gli strumenti a disposizione.
Promuovendo una cultura della cancellazione di ogni riferimento a Orientalia: vanno perseguitati i loro sudditi, espulsi dal luogo di lavoro gli aristocratici, eliminati dalle competizioni atleti e giullari, cancellati dalla storia i loro eroi e bruciati in piazza i loro libri. Ed eliminando ogni contatto con Orientalia, isolandola sotto il profilo culturale, finanziario, commerciale. Ciononostante i sudditi si Occidentalia continuano per la gran parte a non credere a questa propaganda e chiedono di non fare la guerra a Orientalia, mentre i loro sovrani decidono di rinunziare alle risorse vitali che si accaparravano da Orientalia a basso costo per punire Voldemorto, procurando povertà, disperazione e carestie nelle loro popolazioni per i successivi decenni.
La fine di questa favola è ancora da scrivere…
[fine]
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