I ricchi a votare ci vanno e votano chi fa i loro interessi. E noi?
di ANDREA CORRITORE (RI Viterbo)
Un interessante sondaggio Tecnè conferma ciò che tutti sanno: fra le persone con reddito basso e medio-basso (cioè la stragrande maggioranza di noi), l’astensione è intorno all’80%. Invece fra le persone con redditi alti o altissimi l’astensione scende al 30%. Un altro dato interessante si ha incrociando l’andamento dei salari e l’astensione: più i salari scendono, più l’astensione aumenta. Sono considerazioni banali: più le nostre condizioni di vita peggiorano, più i partiti che votiamo ci deludono perché impresentabili (il M5S è solo l’ultimo di una lunga serie), meno ci sentiamo rappresentati e coinvolti nelle scelte del paese.
Così però si lascia il campo libero a chi da trent’anni ci affama e ci soggioga, perché se i ricchi vanno tutti a votare ed i lavoratori stanno a casa, allora in parlamento ci entrerà solo chi fa gli interessi dei primi. Interessi che non potranno mai coincidere con quelli della maggioranza del popolo. E la catastrofe economica, sociale e civile a cui assistiamo da più di trent’anni ne è il risultato.
Quali sarebbero questi “redditi alti” in un paese, l’Italia, in cui solo il 5% della popolazione dichiara un reddito lordo (lordo) di 50.000 euro (poco più di un milione di persone che pagano circa il 40% dell’IRPEF)?