La Russia tiene celate le proprie capacità di monitoraggio terrestre. Tuttavia, il recente dispiegamento di tre satelliti di sorveglianza militare rivela che Mosca sta cercando di migliorare le proprie lacune in questo ambito e diminuire la dipendenza dalle immagini satellitari fornite dalla Cina. Vladimir Putin e Juri Borisov, capo dell’agenzia spaziale Roskosmos, hanno partecipato a un evento presso la società Rocket and Space Corp Energia a Korolyov il 26 ottobre 2023, segnando un momento significativo nella strategia spaziale russa. Con il lancio di sei satelliti di sorveglianza militare nell’ultimo anno, i media statali russi hanno annunciato il raddoppio della capacità di osservazione spaziale del Paese, anche se in realtà le capacità effettive rimangono limitate.

Il satellite Kondor FKA, lanciato il 26 maggio da Roskosmos, mirava a sostituire il suo predecessore, afflitto da guasti che ne limitavano le capacità. Nonostante offra una risoluzione di un metro, il Kondor FKA risulta superato rispetto ai sistemi di osservazione di altri Paesi. Un secondo satellite Kondor FKA e la futura costellazione Obzor-R promettono miglioramenti, con una risoluzione prevista di 50 centimetri, ma sono ancora al di sotto degli standard globali che mirano a una risoluzione di 15 centimetri. La serie di satelliti Bars-M rappresenta l’unica capacità di osservazione terrestre pienamente operativa della Russia, con i primi lanci avvenuti nel 2015 e nel 2016. I satelliti sostitutivi, lanciati nel 2022 e nel 2023, continuano a supportare le missioni di mappatura per le forze strategiche russe, nonostante la limitata risoluzione d’immagine.

All’inizio del conflitto in Ucraina, la Russia disponeva di soli cinque satelliti di osservazione militare, ormai prossimi al termine del loro ciclo operativo, con tre già considerati obsoleti al momento del lancio. La guerra ha accelerato l’uso di capacità “civili” a scopi difensivi, evidenziando ulteriori carenze. Nel campo dell’osservazione ottica, la situazione russa è ancora più critica. I satelliti Persona 2 e 3, lanciati nel 2013 e nel 2015, forniscono risoluzioni di circa 33 centimetri ma erano già considerati tecnologicamente datati al momento del loro lancio. Le difficoltà incontrate dalla costellazione di satelliti Resurs-P hanno limitato ulteriormente le capacità operative della Russia in questo settore.

I progetti futuri includono la costellazione Razdan, destinata a sostituire i satelliti Persona, nonostante ritardi e problemi nello sviluppo. La Russia ha annunciato il lancio di Kosmos 2572 a fine novembre, presumibilmente il primo satellite Razdan, sebbene abbia mostrato difficoltà nel raggiungere l’orbita prevista. Parallelamente, Roscosmos e le forze di difesa russe esplorano l’uso di satelliti leggeri, seguendo l’esempio degli operatori New Space statunitensi, nonostante i fallimenti iniziali. I programmi come Razbeg, Sapsan e Sphere rappresentano sforzi continuativi in questa direzione. Infine, la dipendenza della Russia dall’intelligenza d’immagine cinese sottolinea una questione di sovranità nazionale, con la Russia che cerca attivamente di migliorare la propria infrastruttura di osservazione della Terra per supportare le sue operazioni militari e ridurre tale dipendenza.

di Giuseppe Gagliano presidente del Centro Studi Strategici Carlo de Cristoforis (CESTUDEC)