I migliori
La politica estera è da venti anni quella di un paese colonizzato.
Perciò coloro che vorrebbero che il proprio popolo fosse fiero e indipendente sono pochi.
La politica interna è da venti anni esterofila, quella propria di un paese colonizzato e depresso. Essa è anche politica economica, perché mira a trovare nuovi spazi al capitale.
Ormai, coloro che aspirano a costruire una civiltà italiana ammirevole sono pochi.
La poltica economica è da venti anni globalista, mercatista e classista, quella propria di un paese industrializzato che dinanzi alle sfide dei potenti e dei paesi emergenti lascia decidere la classe dei rentiers – soprattutto gestori del risparmio del popolo – e dei grandi capitalisti. Ovvio che entrambi i gruppi abbiano interesse ad investire dove il lavoro costa meno o in società e titoli esteri oppure a continuare a investire in Italia ma con più basso costo del lavoro e con maggiori agevolazioni fiscali.
Ormai coloro che vorrebbero un sistema produttivo e distributivo giusto e nazionale – perché la politica economica è parte della politica interna -, coloro che sanno desiderare e ancora concepire quel sistema sono pochi.
Che cosa occorre fare?
Riunire tutti e tre i resistenti, che siano però democratici, repubblicani e dunque per un'economia sociale e popolare. Insomma unire una parte delle tre minoranze.
Ma non basta. Bisogna escludere anche i fanatici e i narcisi, ossia coloro che, pur repubblicani, democratici e per un'economia sociale e popolare, per ragioni ideologiche (i fanatici) o per ragioni psicologiche (i narcisi) fanno dei distinguo. Residui di un passato che è morto e che sopravvive soltanto in una estrema minoranza i primi, e impregnati della malattia (il narcisismo) che nella modernità sta cessando di essere tale, perché la condizione patologica sta divenendo normale, i secondi.
Dunque, bisogna: 1) considerare le tre forme di resistenza e unire coloro che resistono da tutti e tre i punti di vista. Una minoranza di tre minoranze; 2) poi escludere gli antidemocratici, i razzisti e in generale i dispregiatori della Costuzione; 3) poi escludere i fanatici e i narcisi, ossia coloro che, in questa fase, vogliono ridicolmente introdurre altri distinguo.
Utilizzando opportunamente la rete e militando nella vita reale, rinviando continuamente dalla prima alla seconda e da questì'ultima alla prima, è possibile aggregare i migliori.
Fra i vari "bisogna" ti sei dimenticato di elencarne uno, che tuttavia applichi sistematicamente: bisogna essere paradigmatici nelle proprie enunciazioni.
In ciò dimostri di aver riconosciuto la base dell' agire politico: l'articolazione di pregiudizi aggregativi, tanto più efficaci quanto meno sono motivati. E' la strada che segue il regime per sopravvivere in mezzo alle sue devastazioni, ed è la strada giusta per creare una resistenza capace di abbatterlo. Ti stimo e ti do atto di avere le idee chiare.
Concordo, è fondamentale la presa di coscienza di "limiti antropologici" quali il fanatismo e il narcisismo, a cui bisognerebbe aggiungere il fatalismo, che fa chiudere a riccio e conduce all'accettazione passiva di ogni cosa. I fatalisti credono solo nel caos, e quasi si arrabbiano se qualcuno gli sottopone un problema in termini di causa-effetto: secondo loro un processo storico esula dalla volontà dei singoli individui. Fanatici, narcisi e fatalisti sono accomunati dalla tendenza alla polemica, che crea corto circuito e toglie efficacia ad ogni azione comunicativa.
Caro Gianluigi,
la prossima volta che devi intervenire, ti avvisiamo prima. La chiarezza con cui scrivi e ragioni è tutt'altra cosa dal tuo parlare a braccio, su richiesta di qualcuno pervenuta dieci minuti prima.
Credo però che quando sarai avvisato per tempo che devi parlare, scriverai la relazione e la imparerai quasi a memoria (grandi avvocati fanno così), dimostrerai anche a te stesso che sei un grande oratore.
Grazie per l'attestato di stima, continuerò con maggiore determinazione ad affinare le "armi" e a dare il mio contributo. Ma non per dimostrare qualcosa a qualcuno: non sarà quello lo spirito. Soltanto, vorrei esserci quando il Paese ritroverà finalmente l'orgoglio e l'amor proprio.