Autore: Paolo Di Remigio

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Guerra e rivoluzione. Per la filosofia del patriottismo

di PAOLO DI REMIGIO (ARS Abruzzo) In uno scritto giovanile Hegel chiarisce il punto di vista da cui interpretare i suoi successivi Lineamenti di filosofia del diritto: «Una moltitudine umana può chiamarsi “stato” solo se è legata per la difesa comune del complesso delle sue proprietà»[1]. Ossia, ciò che porta gli elementi di una moltitudine a voler negare il proprio arbitrio e a sottomettersi a un potere che impone la coordinazione in un collettivo, è...

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I deliri del giovane Marx

UN COMMENTO A Marx, Sulla questione ebraica   Et nous savons que cette erreur procède d’un déni de réalité et infecte l’esprit de bien des gens. Jacques Sapir     È noto che la sinistra non ha letto Marx, meno noto che se lo avesse fatto non sarebbe molto diversa da come è: determinata dal rifiuto della verità presente, posseduta dalla volontà di realizzare un sogno, dall’aspirazione a una realtà diversa. In questo non differisce...

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La didattica centrata sul cliente

Il ministro Giannini, di fronte alle proteste contro la riforma della scuola, ha dichiarato alla stampa: “Sbagliato protestare, l’autonomia è di sinistra; vogliamo una scuola autonoma, responsabile e valutabile. Sono i principi della sinistra italiana progressista e illuminata che già aveva indicato Luigi Berlinguer”. È una frase che merita una riflessione. “Sbagliato protestare, l’autonomia è di sinistra”. Di fatto l’autonomia scolastica è stata introdotta con un governo di sinistra, cioè dalla legge Bassanini nel 1997...

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La fobia della metafisica e lo stato

Di recente i filosofi italiani sono stati scossi dalla pubblicazione di alcuni «Quaderni neri» di Heidegger, dai quali si evince, più che la sua adesione opportunistica al nazismo quale era nota da sempre, l’intima vicinanza alla distruzione degli ebrei e delle civiltà europee che il nazismo stava attuando. In un’intervista[1], Gianni Vattimo, in Italia uno degli studiosi più accreditati di Heidegger, continua a non vedere un legame organico tra Heidegger e il nazismo, nonostante sia...

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Problemi di etica: arbitrio e libertà

Da quasi due secoli la filosofia ha inclinato verso l’irrazionalismo e da un irrazionalismo interessante è scivolata infine in un irrazionalismo compiaciuto soltanto della propria disperazione, che si limita a offrire un comodo riparo alla pigrizia oppressa dallo sviluppo delle scienze. Più che dallo sviluppo delle scienze, l’inclinazione all’irrazionalismo è stata determinata però dall’evoluzione interna della filosofia: i sistemi idealistici presentano un grado così elevato di difficoltà tecnica, rappresentano un ostacolo così insormontabile, che le...

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Alcune osservazioni sulla scuola italiana

L’istruzione si articola in quattro momenti: innanzitutto la lezione, che fornisce all’alunno l’impulso ad acquisire le conoscenze e le competenze – essa implica che l’insegnante abbia la loro completa padronanza, quindi sia anche capace di affascinare con il suo virtuosismo; poi l’esercitazione, in cui l’insegnamento diventa apprendimento: l’alunno vi arriva a interiorizzare le conoscenze, a capire i problemi e a possederne le tecniche di soluzione – essa è la vera quintessenza dell’istruzione, e se inizia...

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Materialismo storico e filosofia

I politici di sinistra sembrano riconoscere come imperativo categorico l’esecuzione di compiti storici. Alcuni critici hanno spiegato questo atteggiamento con l’influsso esercitato su Marx da Hegel, dal principio di questi secondo cui il reale è il razionale. Si tratta però di una spiegazione insostenibile: il culto della storia è una conseguenza del materialismo storico, propriamente del fatto che esso rifiuta il presente e vive nel futuro. Allo stesso modo, presumendo di aver divinato dove vada...

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Individuo naturale ed etica

Nel dialogo platonico «Protagora», a Socrate, che non crede che la virtù sia insegnabile, Protagora risponde con un mito grandioso. Gli dei avevano deciso di popolare la terra dei viventi; li plasmarono con la creta e diedero l’incarico a Prometeo ed Epimeteo perché distribuissero loro le facoltà necessarie alla sopravvivenza. Epimeteo, ottenuto che il fratello lo lasciasse fare e venisse a lavoro finito solo per il controllo, cercò di distribuire le facoltà in modo equilibrato:...

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La deriva della scuola italiana

La scuola italiana è in difficoltà; le cause della sua crisi sono nei processi sociali che si avviano dal ’68 ma conoscono una svolta radicale con la legge sull’autonomia scolastica del 1999. Il Sessantotto investì di discredito l’esigenza della disciplina, come se fosse solo una maschera di rapporti di forza di natura classista. Disciplina significa però obbedienza e insieme materia di insegnamento: in questa congiunzione sta la sua legittimità. Viceversa, con la fine dell’obbedienza gli...

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Osservazioni sul documento Renzi-Giannini

Pur riconoscendo il «rischio che le nuove funzioni legate all’autonomia abbiano distolto l’attenzione dalla relazione con lo studente» (p. 47), il Rapporto firmato da Renzi e Giannini, La buona scuola, lungi dal ricusarla o almeno ripensarla, proclama di volerla «realizzare pienamente» (p. 62). Così corrobora il sospetto che l’autonomia scolastica sia un errore tecnico intenzionale, una delle tante riforme che, ad onta dell’augurio contenuto nel nome, mirano soltanto ad «attenuare quel diaframma di protezioni che...