Medusa, l’asino e il maiale
Qualche giorno fa ascoltavo la radio, una stazione per chissà quale allucinazione collettiva creduta di estrema sinistra, e all'improvviso è iniziato uno spot che mi ha fatto trasalire. Non ho spento solo perché immobile come le vittime pietrificate della Medusa. Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, prima si scioglieva in una ridondante filippica sull'importanza della libertà di stampa (sic!) e sulla pericolosità dei movimenti di scontento popolare che ormai esistono numerosi in Europa, quindi spingeva gli ascoltatori ad aderire, in nome della summenzionata libertà, alla campagna abbonamenti 2014 per la stessa radio. Il tutto parlando italiano con il marcato accento che i doppiatori ostentano prestando la voce, che so, ai soldati tedeschi nei film sulla Seconda Guerra Mondiale. Terminato lo scempio e guarito dagli effetti del sortilegio nero che mi aveva colpito, sono esploso in improperi vernacolari tanto violenti e coloriti quanto, per decenza, non ripetibili qui. Spengo la radio e prometto a me stesso che non ascolterò più quella stazione, che stavo giusto tentando di riabilitare dopo averla abbandonata a causa di un'insanabile “diversità di vedute”, la si chiami così. “Avete per sempre perso un ascoltatore, cari i miei amici di Radio *******! Rendetevi conto che il popolo non si salva col macrobiotico, la filiera corta e i cineforum vetusti in locali umidi e oscuri, ma con la libertà di stampa quella vera, l'onestà e i cojones, che evidentemente voi avete barattato in cambio dell'ultimo cofanetto con la filmografia di David Lynch e di un pacco di kamut equosolidale”, mi sono detto. Da Gramsci a Schulz il salto è lungo e devono essersi allenati parecchio. Villani. Pensando a loro (o meglio, all'area politica dalla quale si lasciano rappresentare) mi viene subito in mente la barzelletta del maiale e dell'asino. Il primo, pingue e felice, gozzovigliando nel proprio recinto sfotte continuamente il secondo, che se la passa male, lavora fino allo sfinimento e becca un sacco di bastonate. Un giorno però il ciuco, stufo delle prese in giro, all'ennesima canzonatura si rivolge all'altro con queste parole: “Eh però tu non mi sembri mica il maiale dell'anno scorso”. La storiella pare calzante, tanto più in quanto il Natale è prossimo. Se si provasse a trasferirla nella realtà il contesto sarebbe lo stesso, dunque due parti separate da un recinto, una delle quali in fondo non ha di che lamentarsi, ha il ventre satollo ma, dissociata com'è dalla realtà, ignora il triste futuro che l'attende, e l'altra che tira a campare tra tanti stenti, comunque capace di difendersi con orgoglio, ammonendo il maiale che c'è poco da stare allegri con una mannaia che t'aspetta.
Ora il problema è che l'anno sta finendo, ma l'unico cambiamento riguarderà il calendario, visto che il maiale è grasso ma la mannaia non ancora affilata. Ricorro ad una metafora (che io non venga accusato di auspicare una fine cruenta! Jamais!) per dire che forse, sebbene la conclusione della storia appaia ancora lontana, lo scranno del maiale vacilla e l'asino inizia ad alzare la testa. Rivolgo i miei auguri al secondo e non al primo, che non li merita né tantomeno è contento di riceverli.
Giovanni Muzii, ARS Abruzzo
Bel paragone Giovanni Muzii, veramente calzante e premonitore l'esempio del maiale e dell'asino, spero sia anche di buon auspicio per una velocizzazione degli eventi ! Il presidente del Parlamento europeo forse parla di liberta' di dire bugie, ingannare i popoli e continuare a difendere un modello di organizzazione fallito; se parliamo di fare informazione però bisognerebbe dire almeno la verità…. L'anno sta finendo e devo dire che il 2013 è stato un anno importante che ha visto la " nascita del risveglio delle coscienze": Mi auguro per il nuovo anno 2014, che questo cambiamento oramai avviato proceda come una valanga e arrivi al traguardo in men che non si dica…..proprio come una valanga!!! Buon Natale e Buon Anno
Paola,
benvenuta su Appello al Popolo.
Mi permetto di chiederti di iscriverti formalmente alla nostra associazione, che so essere già tua. Così potrai dare una mano a Benedetto per costruire il nucleo dell'ARS nella vostra meravigliosa cittadina.
Grazie tante Paola, auguri anche a te!