Gaza, la No-go Zone
Secondo l’ iDMC di Ginevra la creazione di una “no-go zone” all’interno del territorio di Gaza da parte di Israele è iniziata nel 2000, con i primi livellamenti del terreno lungo la recinzione di confine (eretta nel 1994).
A metà 2006 il perimetro livellato aveva una larghezza variabile fra i 300 e i 500 metri.
A fine 2012 la OCHA, United Nation Office for the Coordination of Humanitarian Affairs, stimava che il 35% terreni agricoli disponibili era stato pregiudicato da queste limitazioni.
La mappa sottostante descrive la situazione a dicembre 2012. Una versione ad alta definizione è reperibile qui.
Il perimetro che l’esercito israeliano definisce ARA (Access Restricted Area, area ad accesso limitato) è suddiviso tre parti:
1) Una zona vietata (“no-go-zone”) larga cento metri a partire dalla recinzione di confine. In questa porzione il terreno è livellato e sgombero da costruzioni e vegetazione. L’accesso è proibito e stazioni di fuoco a controllo remoto sparano su chiunque vi si avventuri.
2) Una zona ad accesso limitato esclusivamente ai contadini, che possono entrarvi solo a piedi, larga ulteriori 200-300 metri.
3) Una zona di 1500-2000 metri definita “a rischio” (?), – probabilmente perché, come indicato nelle note della cartina, nonostante il permesso di accesso fino a cento metri dal confine, nel corso del tempo vi si sono verificati diversi incidenti a danno di civili.
Nella cartina vengono indicati anche i limiti di pesca, originariamente di 3 miglia, portate a 6 in seguito agli accordi di cessate il fuoco del novembre 2012.
PS: Per chi non lo avesse notato la mappa è firmata OCHA, che non è un’organizzazione anti-sionista.
Riferimenti:
Geographical Imaginations, The Dead Zone
The Funambulist: Political Geography of the Gaza strip
Commenti recenti