Un giorno di ordinaria follia
Mario Rossi è un uomo comune.
La moglie l’ha lasciato apparentemente senza motivo.
Lei è moderna, incerta, flessibile;
lui ha perso il lavoro perché considerato obsoleto e non per inettitudine.
Il divorzio è reso ancora più amaro da un’ordinanza del giudice che gli impedisce di avvicinarsi alla figlia. Adesso abita con la madre malata ed entrambi vivono con la modesta pensione di lei.
È un giorno come un altro e Mario si trova a bordo della sua autovettura.
Bloccato nell’ingorgo del traffico causato dalle proteste per un licenziamento di massa, è stravolto dal caldo. Accosta a fatica e scende dalla vettura per proseguire a piedi provocando l’ira di alcuni automobilisti frettolosi.
Dopo essersi imbattuto in un lunga serie di saracinesche abbassate, entra in un bar e si rivolge al proprietario che gli rifiuta la gentilezza di usare il bagno.
Costretto a prendere qualcosa per poter usufruire dei servizi, se ne va pensieroso. Prova a telefonare alla ex moglie, Anna, che spesso e volentieri non gli risponde nemmeno: è il compleanno della loro unica figlia, Adele, e Mario vorrebbe vederla; la donna però si rifiuta categoricamente.
Mentre prova nuovamente a telefonare, prende la direzione del quartiere dove abitava con la famiglia.
La zona è mal tenuta ma la crisi ha messo le coscienze a tacere e non sembra lasciare alternative.
Si ferma a comprare un piccolo presente per la figlia e prosegue il suo cammino. Lungo il tragitto si imbatte in un cantiere che gli sbarra la strada.
Fa notare ad alcuni operai che ci sarebbero lavori più urgenti da fare e che le ristrutturazioni in quel punto sono inutili e oltretutto ostruiscono il passaggio.
In risposta alla rabbia di uno di loro, che, non avendo ancora percepito lo stipendio, si lamenta della corruzione, degli sprechi e dell’evasione, scavalca una barricata e si ritrova ad attraversare di corsa un campo da golf.
Un distinto signore di mezza età cerca di colpirlo con una palla mostrando chiaramente di non gradire intrusi nel suo campo da gioco privato.
Nel frattempo, Anna, che prevede una visita “a sorpresa” del marito, esce di casa con la figlia.
Arrivato a destinazione, Mario scopre che anche il citofono è muto. Decide di entrare comunque e di prendere tempo guardando i video di quando lui, Anna e la piccola Adele erano ancora uniti. Pochi minuti ed irrompe in casa una pattuglia delle forze dell’ordine con moglie e figlia al seguito.
Adele è felice di vederlo, mentre Anna è inviperita. Lui si avvicina alle due e, prima di essere “accompagnato” fuori, consegna il regalo abbracciando fugacemente la bambina che attonita non riesce a capire perché tutto ciò debba accadere ad una persona normale che amava la sua vita ordinaria.
Il neoliberismo è innanzitutto una dottrina economica.
La “nuova” versione della macroeconomia classica sostiene idee molto più datate di quelle alla base della nostra Costituzione.
Al pari di ogni dottrina dominante, ha modellato a sua immagine i processi sociali correnti fino a condizionare le stesse realtà psicologiche identitarie. Il neoliberismo ha propugnato l’idea e diffuso la convinzione che la libertà democratica consista nel diritto inalienabile all’appetizione di beni e servizi senza limitazioni di ordine affettivo e morale. Questo diritto si è materializzato, all’interno della psicologia individuale, in uno sconsiderato desiderio di ricchezza, di potere e perciò di supremazia personale sugli altri. Con ciò, esso si è liberato di ogni residuo limite di soggezione a sistemi sociali inclusivi come la famiglia e la comunità. Il cuore del neoliberismo è il rendersi inviolabile ai legami affettivi per poter competere con tutti al fine di massimizzare le “illimitate” opportunità individuali.
In questo senso, è lecito parlare di un ideologia implicata nella deformazione della psiche contemporanea nella quale l’individualismo assoluto si congiunge al terrore della costante possibilità di fallire e di non essere all’altezza.
Il dato sociologico di maggior rilievo è la scoperta di quanto, in questo contesto, siano radicali la negazione e la manipolazione dell’infanzia destinata a pagare il prezzo più elevato del conflitto ideologico.
Non cercherò di elencare uno ad uno gli altri problemi che stiamo affrontando poiché i drastici cambiamenti sociali sono evidenti. Gli adulti perdono la dignità e il senso del limite, mentre i giovani non riescono a vedere un futuro e sono sopraffatti dall’impotenza.
Alla fine, si perde il senso della realtà, della vita e della morte, di se stessi e degli altri.
Non trovo quindi sia utile, allo stato attuale, discutere di singole questioni senza capire che, se non ci si applica per recuperare un’alternativa al modello imposto, lamentarsi dei dettagli servirà a poco.
Si deve riformulare il paradigma rimettendo l’interesse comune al centro del sistema e attuare tutto ciò che è necessario per ristabilire l’autorevolezza delle politiche di uno Stato democratico e sovrano in grado di spingerci a realizzare le azioni necessarie a tale scopo.
L’obiettivo primario deve essere riappropriarsi di questa visione.
http://www.mymovies.it/film/1993/ungiornodiordinariafollia/
giusto per precisare la fonte
Grazie Paolo. Il riferimento è palese e voluto ma meglio precisare.
concordo in toto con l’analisi, ma perché il giudice gli vieta di vedere la figlia?