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  1. Marco ha detto:

    Ciao, sono un militante di Alternativa. Riguardo la collocazione geopolitica del nostro Paese devo fare qualche piccola integrazione a scanso di equivoci da parte dei lettori.  Alternativa non è "antiamericana", nel senso che Alternativa vuole diffondere un nuovo concetto di società in ogni Paese del mondo. Lo scopo ultimo è formare una vera e propria Internazionale del pensiero decrescista e alternativo al pensiero unico imperante, per cui non si può essere "anti" qualcuno: come puoi un giorno convincere un newyorkese o un bostoniano della bontà delle tue idee se dichiari antipatia manifesta verso la sua Nazione? Sostituirei la parola "antiamericanismo" con "anti-globalismo". Noi siamo contro il regime del capitalismo finanziario globalista, che è vero ha il suo centro nevralgico  negli USA, ma non siamo contro il popolo americano in sé. E' una specificazione importante a mio avviso. Per il resto, ti ringrazio molto per le belle parole che hai speso su Alternativa e ti do il mio personalissimo benvenuto ;-)

  2. stefano.dandrea ha detto:

    Caro Marco, sono iscritto ad Alternativa fin dalla costituzione e nella prima assemblea svolta a Roma mi era sembrato che avesse fatto capolino un certo antiamericanismo. 
    Convengo che il termine è equivoco e più di altri polisemico, sicché forse va evitato. Potrei soffermarmi sulle ragioni del mio antiamericanismo (sono antiamericanista, piuttosto che antiamericano; ho poca stima dei filoamericani e di coloro che in italia e in europa hanno sposato la cultura americana) e probabilmente tu le condivideresti in tutoe o in parte senza per questo dichiararti antiamericanista (o addirittura antiamericano). Ma servirebbe un lungo post e perciò soprassiedo.
    Peraltro, se desideri che gli statunitensi si ritirino dalle basi che hanno in tutto il mondo; se desideri che cessi la loro moneta di riserva e che i capitali da tutto il mondo smettano di affluire in USA valorizzando i pezzetti di carta degli statunitensi (le azioni) e quindi che lentamente gli statunitensi debbano pagare i loro debiti e quindi essere molto più poveri per i prossimi trenta anni; se desideri che gli stati uniti perdano la guerra in afghanistan e si ritirino, come è accaduto all'urss; se desideri che alla cessazione dell'impero militare ed economico consegua anche il declino di una cultura che ha invaso il mondo esportando istituti, mode e quant'altro, in favore della riscoperta di culture locali, ALLORA SEI ANTIAMERICANO (non semplicemente antiamericanista) ANCHE SE NON LO SAI.
    Prova a dichiarare i tuoi desideri (ipotizzando che siano quelli indicati) a un certo numero di statunitensi e verifica se ti considereranno antistatunitense. Il 70% ti considererà antiamericano. Ora, i giuristi sanno che il diritto alla identità personale è violato quando siamo rappresentati in modo difforme da come ci vedono coloro che ci conoscono. Tu puoi anche credere di non essere tirchio; e denunciarmi se io realizzo un film in cui ti rappresento come tirchio; ma se io porto in tribunale dieci testimoni disinteressati, magari tuoi amici, che narrano episodi dai quali si evince chiaramente che sei tirchio, io non vengo condannato e devi rimborsarmi le spese processuali.
    Così come si può essere tirchi pensando di non esserlo, si può essere antamericani pur non volendo esserlo. 
    Io sono stato da poco conquistato dalla decrescita come concetto politico, anche se la applico da sempre sotto il profilo personale, come potrai capire se leggi qualche articolo del blog. La decrescita mi interessa. L'internazionale della decrescita non mi interessa. Il comunismo e il socialismo hanno realizzato qualcosa, di buono e/o di cattivo, nei singoli paesi – lotte di liberazione, riunificazioni nazionali, resistente al nazismo, lotta per l'attuazione di costituzioni eccellenti come la nostra, alfabetizzazione accelerata, ma anche, nell'est, autoritarismo, gulag ecc. ecc. Comunismo e socialismo sono esperienze che hanno caratterizzato i singoli stati nazionali. L'internazionale comunista o socialista è servita alla esperienze dei singoli paesi, quando è servita. Perciò a me interessa la decrescita in Italia. L'internazionale della decrescita mi interessa poco. Anzi, mentre l'internazionalismo proletario, che pure si è rivelato un puro nulla,  aveva un senso all'interno di una teoria che ha dominato il pensiero e la prassi dell'ottocento e del novecento, l'internazionale decrescista è troppo legata al concetto, ipocrita o comunque pericoloso e vago di umanità, per meritare la mia fiducia. Ma di questo dirò in un prossimo articolo che ho già scritto (ne pubblico uno ogni quindici giorni circa). Questo non significa che non si debbano studiare e imitare esperienze straniere e che non si possa dialogare con analoghi movimenti stranieri. L'importante è comprendere che l'internazionale decrescista non è niente altro che questo studio, questa imitazione reciproca e questo dialogo.
    Ciao e grazie

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