Rapporto su Bologna: Uniti e Diversi
apparso anche su www.nomoskaidike.blogspot.com
Sabato 18 dicembre, a Bologna, si è svolta la prima assemblea nazionale di “Uniti e Diversi: per un nuovo soggetto politico che governi la transizione”. I soggetti promotori erano Per il Bene Comune (PBC), Movimento Decrescita Felice (MDF), Rete Provinciale torinese dei Movimenti e Liste di Cittadinanza (RPMLC), Movimento Zero di Massimo Fini e naturalmente Alternativa.
Erano presenti molti “osservatori”, rappresentanti di movimenti e associazioni che si pongono quali interlocutori nel e del processo unitario, dal Gruppo delle Cinque Terre a Rivoluzione Democratica, dal Campoantimperialista all'associazione Eucrazia, accompagnati da tante adesioni individuali.
I 104 presenti, convenuti a Bologna nonostante le notevoli difficoltà logistico-natalizie, sono stati divisi in quattro gruppi di lavoro, i quali hanno discusso su come e dove emendare il documento politico di presentazione, e quali iniziative pratiche adottare, nel prossimo anno, per consolidare il processo unitario, elaborare una diagnosi ed una terapia condivise sullo stato del nostro paese, e far conoscere il tutto al grande pubblico. Si è deciso di indire dei seminari tematici sulle grandi questioni del nostro tempo, nei quali raccogliere e valorizzare i contributi di persone specializzate, e arrivare ad una comune visione, anche programmatica , sui vari campi in cui si dispiegherà la nostra azione. I temi saranno: funzionamento del nuovo soggetto politico e democrazia interna, il passaggio dall'unilateralismo al multipolarismo, la questione della sovranità nazionale, il concetto di decrescita e quello di transizione, lo stato sociale da difendere e da rilanciare, gli effetti nocivi della manipolazione mediatica, il deplorevole stato della scuola e dell'istruzione in generale.
Al termine dell'assemblea plenaria, svoltasi nel pomeriggio, si è decisa l'istituzione di una segreteria operativa provvisoria, formata da esponenti di tutti i soggetti promotori, fra i quali spicca il nostro Fabrizio Tringali, e la nomina di un portavoce nella persona di Maurizio Pallante. Si è stabilito che sarà compito dei gruppi regionali organizzare i seminari, e per questo dovranno essere convocate la più presto assemblee congiunte dei soggetti aderenti, e sarà necessario procedere alla mappatura (con google maps) delle realtà locali interessate a a lavorare con noi.
Fin qui i fatti istituzionali. Procediamo ora con il cabaret.
Ho detto che l'assemblea plenaria si è occupata di questioni formali-organizzative, ma questo dalle 17 alle 18: prima, attorno alle tre e mezza, si è verificato un fatto di cui avremmo volentieri fatto a meno.
In presente storico: un anziano avvocato perora l'inserimento di un deciso richiamo della Costituzione nel documento politico di UeD; Fernando Rossi si dice favorevole a evocare la Resistenza, “che ci ha liberato dai tedeschi, ma non si capisce perché non dagli americani”. Marino Badiale prende la parola per suggerire di rimandare la discussione di eventuali emendamenti ai seminari tematici, o comunque ad incontri appositi e successivi, interpretando la volontà della stragrande maggioranza dell'assemblea. Giulietto Chiesa ribatte che è favorevole a procrastinare la discussione degli emendamenti, ma è comunque opportuno inserire un riferimento alla Costituzione. A questo punto interviene Massimo Fini. Lo scrittore si dichiara deluso da come stanno procedendo le cose. Ci accusa, tutti, di comportarci da doppelgänger degli altri partiti. Mette in chiaro che Movimento Zero non si muove nell'ambito della costituzione repubblicana (sic), e dichiara che si riunirà con “i suoi” per fare il punto della situazione. Dopodiché lascia l'aula, a suo dire per motivi contingenti e non politici, accompagnato da un tiepido applauso.
L'esperienza di Bologna è sta positiva, perché ha messo in chiaro tre cose;
a)la maggioranza delle realtà “antisistema” che hanno aderito a UeD desidera dare vita a qualcosa di nuovo, di grande e di coeso. C'è una forte domanda di unità e di novità.
b)la minoranza che non vuole dare vita ad un soggetto politico unitario appartiene o a organizzazione già strutturate, orgogliose dalla propria autonomia, oppure a minuscole associazioni territoriali prive di visione strategica.
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non appena si abbandonano le discussioni intorno alla forma per affrontare quelle su valori e contenuti, si aprono brecce, di cui quella finiana è solo la più vistosa. È necessario un dibattito paziente, ragionato e di ampio respiro, affinché ci si possa concentrare tutti su ciò che ci accomuna, piuttosto che su ciò che ci divide.
Nota a margine: il merito delle mie proposte.
All'interno di un gruppo di lavoro, ho avanzato tre proposte.
La prima consiste nel tessere una rete di contatti e incontri con forze politiche affini, ma di altri paesi, soprattutto (penso io) dell'area latinoamericana. Diventare interlocutori di soggetti internazionali, da pari a pari, ci darebbe forza e credibilità.
La seconda riguarda gli argomenti dei seminari: ho proposto di varare un laboratorio sullo smascheramento delle bufale. Le bufale, anzi le super-bufale, sono la vera cifra della nostra epoca. È vero che i tagli alle pensioni sono inevitabili? Slobodan Milosevic era un dittatore sanguinario o un presidente onesto e progressiste? Hanno ragione quelli che dicono che l'aids è una truffa ? Cose così. A proposito di bufale, mi propongo di smascherarne una, grossa, che ci riguarda tutti, prossimamente su questo sito. Vedrete.
La terza è un modello di organizzazione del nuovo soggetto politico. Propongo di attuare un vero e proprio flusso giuridico dalla Confederazione Elvetica. Il modello svizzero prevede un esecutivo direttoriale (7 membri) espressione dell'assemblea nazionale di tutti gli svizzeri e dell'assemblea federale di tutti i cantoni. Mi sembra, a grandi linee, il modello più consono a venire incontro alle esigenze sia del processo unitario, sia dei diversi promotori di questo processo: un giusto equilibrio fra le ragioni dell'autonomia associativa e quelle dell'unità di tutti coloro che intendono cambiare lo stato di cose presente.
Claudio Martini
L'idea del flusso giuridico dalla confederazione elvetica è interessante.
Se avessi avuto la possibilità di intervenire – il mal tempo e la imprevidenza mi hanno impedito di partecipare alla tanto attesa assemblea avrei detto di essere PAZIENTI.
La parte che dobbiamno cercare di organizzare, rafforzare e far esprimere potrebbe ottenere i primi successi, se tutto andrà bene, tra cinque anni (la Lega, l'unico vero nuovo partito tra quelli sorti negli ultimi quaranta anni, ne ha impiegati tanti, trasformandosi anche da lega lombarda a lega nord).
Per capire che bisogna essere PAZIENTI non serve esserre antimoderni, basta essere anticontemporanei. E' sempre stato pacifico in tutte le culture e in tutti i tempi che la pazienza è la virtù dei forti. I forti sono pazienti. Se vogliamo comportarci come i forti dobbiamo essere pazienti. Se ci comporteremo sempre come i forti, ossia se saremo pazienti, oltre che invasati, spietati, razionali e coraggiosi quando è necessario, diventeremo forti.
Io reputo che la partecipazione di Massimo Fini sia essenziale. Se egli deve fare qualche passo sulla Costituzione – è un argomento sul quale si può discutere serenamente. E’ inutile asserire che destra e sinistra erano entrambe sviluppiste e fingere che la Costituzione non lo fosse; sicché c’è almeno da offrire una interpretazione completamente nuova di molte norme (ma di questo scriverò in seguito) – alcuni passi nella direzione di Massimo Fini dovranno essere fatti dagli altri. Perciò dobbiamo essere pazienti tutti, compresi gli amici di Movimento Zero
Io a Bologna c'ero ed ho scritto un articolo su Massimo Fini che è stato pubblicato proprio oggi qui: http://lavocenelsilenzio.blogspot.com/.
Come si evince dal mio ritratto dell'uomo, io sono andato ben al di là delle apparenze (sgomberando in campo dal fatto che siano verità assolute). Ma quali sono queste apparenze? La prima è quella di credere che Massimo Fini abbia semplicemente fatto una provocazione fine a sè stessa (e vi invito ancora a leggere quello che è stato pubblicato). La seconda deriva dalla prima e Stefano D'Andrea ben la sintetizza e cioè "c’è almeno da offrire una interpretazione completamente nuova di molte norme" e ancora "alcuni passi nella direzione di Massimo Fini dovranno essere fatti dagli altri. Perciò dobbiamo essere pazienti tutti, compresi gli amici di Movimento Zero". In sostanza, sono convinto che Massimo Fini abbia voluto indurre tutti alla riflessione (ovviamente in modo non conforme) e resto convinto nella possibile formazione di un gruppo con solide basi di condivisione (l'ho anche scritto nell'articolo).