Rapporto su Bologna: Uniti e Diversi

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Nessuna risposta

  1. stefano.dandrea ha detto:

    L'idea del flusso giuridico dalla confederazione elvetica è interessante.

    Se avessi avuto la possibilità di intervenire – il mal tempo e la imprevidenza mi hanno impedito di partecipare alla tanto attesa assemblea avrei detto di essere PAZIENTI.

    La parte che dobbiamno cercare di organizzare, rafforzare e far esprimere potrebbe ottenere i primi successi, se tutto andrà bene, tra cinque anni (la Lega, l'unico vero nuovo partito tra quelli sorti negli ultimi quaranta anni, ne ha impiegati tanti, trasformandosi anche da lega lombarda a lega nord).
    Per capire che bisogna essere PAZIENTI non serve esserre antimoderni, basta essere anticontemporanei. E' sempre stato pacifico in tutte le culture e in tutti i tempi che la pazienza è la virtù dei forti. I forti sono pazienti. Se vogliamo comportarci come i forti dobbiamo essere pazienti. Se ci comporteremo sempre come i forti, ossia se saremo pazienti, oltre che invasati, spietati, razionali e coraggiosi quando è necessario, diventeremo forti.
     

    Io reputo che la partecipazione di Massimo Fini sia essenziale. Se egli deve fare qualche passo sulla Costituzione – è un argomento sul quale si può discutere serenamente. E’ inutile asserire che destra e sinistra erano entrambe sviluppiste e fingere che la Costituzione non lo fosse; sicché c’è almeno da offrire una interpretazione completamente nuova di molte norme (ma di questo scriverò in seguito) – alcuni passi nella direzione di Massimo Fini dovranno essere fatti dagli altri. Perciò dobbiamo essere pazienti tutti, compresi gli amici di Movimento Zero

  2. Alessandro ha detto:

    Io a Bologna c'ero ed ho scritto un articolo su Massimo Fini che è stato pubblicato proprio oggi  qui: http://lavocenelsilenzio.blogspot.com/.
    Come si evince dal mio ritratto dell'uomo, io sono andato ben al di là delle apparenze (sgomberando in campo dal fatto che siano verità assolute). Ma quali sono queste apparenze? La prima è quella di credere che Massimo Fini abbia semplicemente fatto una provocazione fine a sè stessa (e vi invito ancora a leggere quello che è stato pubblicato). La seconda deriva dalla prima e Stefano D'Andrea ben la sintetizza e cioè "c’è almeno da offrire una interpretazione completamente nuova di molte norme" e ancora "alcuni passi nella direzione di Massimo Fini dovranno essere fatti dagli altri. Perciò dobbiamo essere pazienti tutti, compresi gli amici di Movimento Zero". In sostanza, sono convinto che Massimo Fini abbia voluto indurre tutti alla riflessione (ovviamente in modo non conforme) e resto convinto nella possibile formazione di un gruppo con solide basi di condivisione (l'ho anche scritto nell'articolo).

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