Populismi e qualunquismi
di LORENZO D’ONOFRIO (FSI Pescara)
La Costituzione è populista, scritta per il Popolo, semplice, a tutti comprensibile.
Il Popolo soffre, vuole essere ascoltato, non è rappresentato, ancora non capisce, ma ha percepito la fregatura della globalizzazione e dà segnali facendo scricchiolare il sistema.
Al Popolo bisogna parlare, semplificando, ma senza banalizzare o addirittura falsificare, senza denigrarlo se non si esprime come si vorrebbe e senza mettere in discussione i cardini della democrazia.
Noi del FSI siamo populisti in quanto al Popolo apparteniamo ed al Popolo ci rivolgiamo.
Ma non siamo qualunquisti, non parliamo alla pancia, non cavalchiamo il malessere, non falsifichiamo.
Noi vogliamo arrivare alla testa, raccontando la verità e stimolando passione politica, rivolgendoci al cuore.
Perché al Popolo si può parlare in tanti modi:
1) si può raccontare la favoletta del debito pubblico e di una classe politica corrotta che s’è magnata tutto, ma si accetta il rischio di essere sbugiardati dai dati e dalla storia;
2) si può dire che il problema del Paese sono gli immigrati, o spiegare gli interessi di confindustria e delle cooperative per immigrazione di massa, forza lavoro a basso costo e senza diritti, per una lotta fra disperati;
3) si può dire che la riforma costituzionale fa risparmiare, oppure si possono mostrare dati della ragioneria dello Stato che dimostrano come si stia barattando la democrazia parlamentare con pochi spicci;
4) si può dire che il Paese è bloccato dall’attuale assetto istituzionale, oppure si può dimostrare, dati alla mano, che in 30 anni il Legislatore ha riformato tutto, accelerando vertiginosamente nell’ultima legislatura;
5) si può dire che l’Esecutivo è schiavo del Parlamento, o dimostrare che la quasi totalità delle “leggi” è di provenienza governativa;
6) si può dire che la riforma rottama i politici, o dimostrare la contraddizione di chi sfiducia la classe politica regionale, togliendole competenze, per poi portarla in Senato ed attribuirle competenza su materie fondamentali, come leggi costituzionali e UE;
7) si può accusare ingiustamente la Costituzione dell’attuale crisi istituzionale ed economica, o raccontare un trentennio di storia nel quale la politica è stata inadempiente al programma costituzionale ed ha smantellato tutti i presidi sociali che anni di lotte avevano garantito alla nostra generazione.
Perché poi, il vero problema è che deformando la realtà e banalizzando la narrazione, si perde di vista la Storia e si finisce per attribuire ad una intera classe politica responsabilità minimali come la corruzione, quando andrebbe giudicata e condannata per aver realizzato una EVERSIONE dell’ordine costituzionale e un TRADIMENTO dei valori della Carta.
Il Popolo chiama e la Storia insegna: sta a noi fare in modo che sia Maestra e farci trovare pronti a dare le risposte giuste, populiste, non qualunquiste… perché l’ultima volta che il Popolo chiamò fu ascoltato dalle persone sbagliate… e non finì bene.
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