L'amore libera
di Tino Di Cicco
Ho sempre pensato che solo una donna libera, possa aiutare un uomo ad essere libero.
Ma libero da cosa ? Libero per cosa ?
L’uomo è più dipendente dalla donna, di quanto la donna lo sia dell’uomo; e questa naturale maggiore autonomia può essere spesa per realizzare il meglio di sé, oppure per servire quello che passa il mercato.
Se la donna sa guardare l’assoluto, orienta anche l’uomo a seguire l’assoluto ( Diotima insegnava a Socrate ); se invece si arrende al miraggio della felicità televisiva, incoraggia anche nell’uomo le soluzioni facili, “realistiche”, volgari.
Una donna libera esige una relazione vera; ma se la paura, il condizionamento, la violenza, l’ipocrisia, inducono una ragazza senza fiducia in sé a diventare merce-per-l’uomo, si danneggiano i sentimenti migliori di tutti.
Noi siamo, infatti, portatori del cielo e della terra; dentro noi c’è l’inferno e il paradiso; c’è il sogno purissimo e la bestialità più feroce : siamo tutti così. Tutti conosciamo tutto il bene e tutto il male.
Ma se realizzarsi significa portare alla realtà qualcosa di noi, più è nobile il sentimento che dentro noi pretende strada verso la visibilità, verso la realtà, più è puro il nostro sguardo. E più è puro, non contaminato dai “valori” correnti il nostro rapporto col mondo, più sentiamo di essere nella verità. Non sappiamo perché è così, ma sentiamo che è così.
Molti provano a spiegarlo, ma sono quasi sempre spiegazioni interessate; che portano a rafforzare determinati punti di vista ( e centri di potere ). Noi sentiamo che il passaggio dalla bestia all’angelo, può attenuare la centralità del piacere e del divertimento, ma nei nostri momenti migliori sappiamo anche che in questo modo alla nostra vita possono aprirsi gli orizzonti divini della gioia. E la gioia non è un miraggio etico-spirituale, ma l’esperienza più concreta a noi possibile , nonostante una ideologia senza apparente ideologia voglia farci credere che solo la materia è reale.
Non bisogna indignarsi contro quei poveri uomini ai quali una deformazione congenita ha impedito in questa vita una esperienza più nobile. Sono animali anche quando comandano ( o forse soprattutto quando comandano ).
Sono prigionieri del numero ( “la trappola delle trappole è la quantità” S.Weil Quaderno I), come se fosse il Dio dei cieli.
Non sanno che il Minotauro in noi si nutre solo di sesso, ed anche per questo era ob-sceno già migliaia di anni fa. In Grecia lo rinchiusero nel labirinto, perché una civiltà che cercava la purezza , non poteva metterlo sul trono.
Ma i greci di migliaia di anni fa conoscevano anche altro : col mito di Pigmalione sapevano che l’amore è un esercizio d’amore; non è un dato acquisito una volta per tutte. E se il caso, la grazia o altro, ci hanno toccato nel profondo , noi possiamo come Pigmalione, trasformare una statua in una persona, e non , come il Minotauro, trasformare una persona in una cosa.
Non sanno quegli uomini che si specchiano nei loro servi per sentirsi potenti, che più cresce in noi la ricerca del potere, più troviamo il piacere, ma perdiamo contatto con la gioia
Non sanno quegli uomini che due amori sono meno, e non più di un amore.
Ma da noi i Mercanti comprano sesso, e lo chiamano partito dell’amore.
Quando sei mistico mi piaci di più rispetto a quando sei politico.
Il campo del politico ha una sua autonomia – può essere sangue e merda, come diceva Formica, o solo merda.
La mistica forse riguarda la vita impolitica, affettiva, interiore, sessuale, il rapporto con la terra, con la memoria con l'assoluto. Il politico ha poco a che fare con l'assoluto. Per realizzarlo in piccola parte e bagnare o impregnare la vita sociale di assoluto, alcuni possono decidere di combattere altri che si disinteressano all'assoluto e che sono in genere i più (torna la quantità). Decidono quando scendono nel campo del politico, pensano politicamente e agiscono politicamente.
Il politico è retto dalla logica amico-nemico
Persino la teoria politica è piena di nemici. Chi è che offre la felicità? Quello è il mio nemico. Quali sono le armi delle quali si avvale? Come posso disarmarlo se non sono in grado di procurarmi armi per combatterlo? Con chi sono tenuto ad allerarmi nella situazione concreta? Come posso concorrere alla formazione di una elite? Come si persuade una massa a seguire una dottrina? Quale violenza è necessaria per raggiungere gli scopi mediati e immediati? Come dimostro a coloro ai quali parlo la qualità e la quantità di violenza che subiamo? Come suscito, non l'amore – questo è compito dei profeti – bensì l'amore e il simmetrico odio che è logicamente necessario per la metanoia? Esiste una concreta possibilità o bisogna cominciare a seminare un pensiero politico? Siamo nel 1848 o nel 1815?